L’essere in cima tra le città italiane per mobilità condivisa ed elettrica è sicuramente una bella soddisfazione per il capoluogo meneghino. Unico problema che si ripropone, però, quello della sicurezza di chi si muove su due ruote o con micromobilità
È stata pubblicata la classifica Clean Cities 2023, quest’anno dedicata alla mobilità condivisa ed elettrica, e Milano è in testa tra le città italiane e al settimo posto su 42 centri urbani analizzati dall’organizzazione che dà nome al ranking. Ma Milano e micromobilità ultimamente hanno avuto qualche problema, in particolare quando si parla di sicurezza stradale. I ciclisti: sono sempre più agguerriti, e a ragione: lo scorso 23 giugno hanno protestato bloccando piazzale Loreto contro la ‘strage’ di ciclisti travolti e uccisi da mezzi più grandi. Il giorno prima c’era stato il quarto incidente mortale di questo tipo a Milano quest’anno.
I numeri di Clean Cities: una Milano sharing da 58%
Il primo dato che emerge, guardando la classifica, è che Milano – secondo la campagna Clean Cities – sta facendo bene. O, quantomeno, meglio di altre. Il suo punteggio totale, infatti, è di 58%, con uno stacco del 5% dalla sesta, la finlandese Helsinki, ma soprattutto con una differenza di 29 punti rispetto alla capolista, Copenaghen, valutata all’87%.
Il risultato generale è la somma di quattro indicatori che riguardano la disponibilità di bici, monopattini elettrici e auto elettriche in sharing ogni mille abitanti, ma anche la presenza di autobus a emissioni zero e di infrastrutture di ricarica di EV. Milano fa molto bene per quanto riguarda la micromobilità in condivisione (75%) e il numero di autobus green (71%), mentre ha ancora da migliorare per quanto riguarda car sharing (47%) e colonnine elettriche (38%).
D’altronde, la città sta puntando sul miglioramento del servizio di mobilità condivisa. Soprattutto per i monopattini, che aumenteranno di numero (dai 5250 attuali a oltre 6mila) e potranno essere parcheggiati in modo meno ‘selvaggio’ grazie a una nuova convenzione tra Assomobilità, l’associazione autorimesse Apa (che fornirà degli spazi specifici per la sosta) e Voi Technology.
Per l’Italia, dopo Milano, Torino è sedicesima con una valutazione del 41%, Roma ventottesima con 26%, e infine Napoli è trentaquattresima con il suo 16%. Insomma, c’è molto da fare nello stivale se si vuole essere al passo coi tempi e con le richieste della transizione ecologica.
La punizione a chi rinuncia ai monopattini
Tra le novità di quest’anno, inoltre, il fatto che la terza e l’undicesima classificata, rispettivamente Parigi e Bruxelles, sono destinate a scendere di posizione. Il motivo è il fatto che saranno introdotte delle limitazioni sui monopattini elettrici (avevamo già parlato dei risultati del referendum sul tema nella capitale francese, oltre che delle 48 città che stanno regolando la micromobilità). A Parigi gli scooter scompariranno a partire dall’autunno, mentre nella città belga il prossimo anno.
La questione sicurezza stradale
Mentre Milano per lo sharing può celebrare un buon risultato, dall’altro lato deve fare i conti con i problemi di sicurezza per chi viaggia su due ruote. Il 23 giugno, il giorno dopo la morte di Alfina D’Amato, una donna di 60 anni investita da una betoniera mentre andava in bicicletta, ciclisti e associazioni hanno bloccato piazzale Loreto in una protesta il cui messaggio era chiaro: “Basta morti in strada”.
Tra le ragioni che, secondo le organizzazioni di ciclisti, stanno causando questa ‘strage’, c’è anche la massiccia presenza di mezzi pesanti lungo le vie di Milano, veicoli che viaggiano a tutte le ore e che sono estremamente pericolosi per uno dei soggetti più fragili sulla strada.