Roma, 23/11/2024
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La vietnamita VinFast debutta con le sue auto elettriche al Nasdaq e supera Ford e GM

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Dopo il suo debutto al Nasdaq di questa settimana, VinFast ha già raggiunto un valore di mercato superiore ad alcune delle case automobilistiche più rinomate. Tra queste anche BMW e Volkswagen

Azioni che sono arrivate a valere più di tre volte la valutazione iniziale. È il risultato sorprendente della casa automobilistica vietnamita VinFast, che martedì 15 agosto è stata quotata per la prima volta al Nasdaq. In poche ore si è fatta riconoscere come una delle imprese più promettenti del settore automobilistico, e non solo dell’ambito dei veicoli elettrici, ma non è tutto oro quel che luccica e ci sono diversi problemi che l’impresa deve ancora affrontare.

La storia della quotazione in borsa

Il produttore di auto elettriche, fondato nel 2017 da Vingroup, ha debuttato al Nasdaq dopo il completamento della sua fusione con la società di acquisizione a scopo speciale (SPAC) Black Spade Acquisition. Una SPAC è una società di comodo che viene anche definita come un “veicolo societario d’investimento”, ossia un’impresa che raccoglie capitali attraverso un’offerta pubblica iniziale allo scopo di unirsi a una società operativa esistente che sarà poi automaticamente quotata.

Martedì VinFast ha così chiuso con le sue azioni valutate 37,06 dollari, un numero 68% volte maggiore di quello di apertura e il 270% in più rispetto all’offerta iniziale di quotazione di Black Spade Acquisition, che era di 10 dollari. Secondo le ultime stime, l’impresa vietnamita ora potrebbe essere valutata attorno agli 85 miliardi di dollari, un valore superiore a quello di imprese come BMW e Volkswagen (attorno ai 69 miliardi), Ford (48 miliardi) e GM (46 miliardi). Si trova però sotto la rivale cinese BYD, che ha una valutazione di circa 93 miliardi di dollari.

Il successo un po’ fuorviante di VinFast

Le SPAC non sono note per essere investimenti solidi. Si tratta di azioni spesso molto volatili in quanto speculative. “Eravamo pronti a fare un’IPO tradizionale – ha spiegato l’AD di VinFast, Lê Thị Thu Thủy. Abbiamo perseguito questa strada per quasi due anni, ma i mercati sono stati difficili e abbiamo deciso di separare la quotazione dalla raccolta di fondi. Abbiamo ottenuto il sostegno finanziario della nostra società madre (2,5 miliardi di dollari, ndR) e siamo andati avanti con la quotazione tramite SPAC”.

“Avete visto come ha reagito il mercato quando abbiamo aperto – ha aggiunto –. Per noi è solo un modo per quotarci negli Stati Uniti. Non pensavamo alla reputazione delle SPAC”. Certo, il grande successo degli ultimi giorni ha sicuramente catturato l’attenzione di molti investitori interessati al settore. E senza dubbio l’azienda andrà avanti, considerati i risultati raggiunti. D’altronde non succede così spesso che un’impresa automobilistica vietnamita venga quotata al Nasdaq.

Il prezzo delle azioni, però, è aumentato principalmente perché VinFast ha scelto di limitare la loro quantità. Il presidente Pham Nhat Vuong possiede ancora il 99% delle azioni della società e ne ha messa solo una minima parte a disposizione degli investitori. Non appena altre saranno rese disponibili, probabilmente il prezzo scenderà. Sarebbe dunque quasi impossibile raccogliere 85 miliardi di dollari vendendo le azioni di VinFast. Ma le ragioni del successo un po’ fuorviante di VinFast non si limitano soltanto a questioni di mercato.

I problemi da risolvere per trionfare davvero

La performance azionaria della compagnia automobilistica vietnamita sembra essere più un successo di ingegneria finanziaria che di ingegneria meccanica. Il denaro acquisito nelle ultime ore, infatti, forse andrebbe utilizzato per risolvere i tanti problemi che i clienti hanno affrontato finora. Batterie malfunzionanti, bug al software: già in Vietnam coloro che avevano scelto di affidarsi all’impresa nazionale avevano dovuto affrontare diverse difficoltà.

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le prime 999 automobili vendute dovevano arrivare a dicembre, ma sono state consegnate soltanto a marzo. Inoltre, a gennaio l’AD di VinFast aveva definito quella negli USA come una “manovra di marketing”. Le auto sono state inviate con l’obiettivo di ricevere dei feedback dai clienti e con la possibilità per loro di cambiarle dopo averle provate.

Al momento, l’azienda sta costruendo una fabbrica in Carolina del Nord, così da poter competere con i maggiori produttori di veicoli elettrici, Tesla e BYD, anche in America. Tra le intenzioni, quella di produrre fino a 150mila veicoli l’anno. Inizialmente si era parlato di un’entrata in funzione nel 2024, ma ci si dovrà aspettare la sua effettiva produttività soltanto nel 2025. Sempre che l’impresa riesca a correggere i propri errori e farsi spazio nel mercato internazionale.

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