Roma, 21/11/2024
Roma, 21/11/2024

Dove nascono le Ferrari: l’impianto di Maranello, vera eccellenza italiana

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Un giornalista ha svolto un tour all’interno degli impianti di Maranello dove nascono le Ferrari. Non una semplice fabbrica, ma un ambiente di lavoro a misura di essere umano e foriero di meraviglie

Quando era presidente di Ferrari Luca Cordero di Montezemolo lanciò il modello Formula Uomo, un format che rendeva il lavoro in azienda a misura umana. Ciò significa meritocrazia attraverso anche meccanismi incentivanti, welfare aziendale e ambienti di lavoro piacevoli da vivere. La fabbrica di Maranello rappresenta appieno l’eccellenza di un modo di fare impresa. Non solo riguardo il mero aspetto dell’efficienza produttiva.

Parliamo anche di un luogo dove operare in cui i pavimenti sono puliti e brillanti, senza una macchia d’olio, ci sono impianti autonomi di energia elettrica e di riscaldamento, e persino la presenza di piante tropicali nei reparti. Non solo per una questione estetica, ma anche per tenere sotto controllo la qualità dell’aria. Dettagli forse, ma che la dicono lunga sull’approccio umano ad un ambiente di lavoro quanto più lontano dal cliché della fabbrica alienante.

Il reportage dalla fabbrica Ferrari di Maranello

Il giornalista esperto di auto Marco Della Cava ha realizzato di recente un reportage all’interno dello stabilimento di Maranello per AutoBlog. Paragonato dall’autore del reportage alla Fabbrica di Cioccolato, l’impianto di Maranello suscita meraviglia così come l’immaginifico luogo di produzione partorito dalla mente fantasiosa e cinica di Roald Dahl.

E come l’impianto di Willy Wonka, quello Ferrari è visitabile da pochi eletti come sponsor e partner del marchio del Cavallino. Solo saltuariamente posso entrare i giornalisti, a cui vengono però oscurati con del nastro adesivo gli smartphone per evitare fughe di immagini (comprensibile visto che parliamo di un marchio di livello globale che deve anche mantenere i propri segreti industriali).

Cosa c’è dentro l’impianto di Maranello

Dal racconto del giornalista, meravigliato dai modelli che sfrecciano per le prove su strada come la Purosangue (primo quattro porte del Cavallino) o la SF90 FXX-K, abbiamo la conferma di un luogo di lavoro “impeccabile”. Nei reparti lavorano macchinari silenziosi, ci sono i citati spazi verdi e la circolazione dell’aria è ottimale. Ma non è solo una questione di ambiente lavorativo. Della Cava nota anche un rapporto bilanciato tra dipendenti (guai a chiamarli operai) donne e uomini. E tutti lavorano silenziosamente, “senza sembrare stressati né sprecare tempo”. E qui abbiamo anche una chicca: “Attualmente, ci vogliono circa 3 giorni perché un motore V6 o V8 prenda vita, e cinque giorni per un V12. Un lavoratore specifico seguirà il processo dall’inizio alla fine apponendo alla fine il suo nome al motore”.

La visita è poi proseguita scoprendo i reparti di produzione, dove vengono assemblati i modelli. Le carrozzerie sono prodotte nell’impianto Scaglietti, mentre il processo vede l’assemblaggio delle varie parti a partire dalle scocche che lungo le linee accolgono le varie componenti, sino ad essere completate, dal propulsore alle sospensioni. “Quindi una mezza dozzina di tecnici Ferrari improvvisamente si riversa su ogni auto, che sia una Rosso Ferrari Roma o una Blu Pozzi 296 GTB, impegnati a collegare tubi flessibili e a serrare bulloni”.

Per quanto riguarda le vetture con motori V12, essere prima di essere completate sostano in 35 stazioni. In ognuna sono presenti degli addetti che si occupano anche della personalizzazione del bolide secondo le richieste del cliente. Le V8 invece osservano 50 fermate. Giornalmente, ne vengono prodotte 20, mentre le vetture V12 sono 8. Non solo motori endotermici: negli ultimi anni Maranello ha prodotto anche il suo primo modello ibrido, la SF90 Stradale. E nel 2025 verrà svelata la prima Ferrari elettrica, che si vocifera possa essere un Suv crossover.

La visita al reparto Corse Clienti e programma F1

Non manca infine anche una visita al complesso del programma Corse Clienti e F1. Qui soprattutto domina la segretezza, ed è dove nascono in particolare i progetti delle monoposto del futuro. Come la Ferrari che scenderà in pista nel campionato di F1 2025, con il contribuito anche dei piloti Charles Leclerc e del neoacquisto Lewis Hamilton.

Invece, il reparto Corse Clienti fornisce come da nome vetture a team e scuderie impegnate nel motorsport. Contribuendo anch’essi alla ricerca e sviluppo delle vetture in modo da renderle sempre più performanti, condividendo i dati dei veicoli che scendono in pista.

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