Gli ultimi dati da oltreoceano parlano chiaro: la crescita del settore sta rallentando, ma ciò non lo dovrebbe mettere in crisi. Bisogna solo saper affrontare il fatto che la bolla dei veicoli elettrici è scoppiata
Attenzione, ma senza allarmismi: anche se il tasso di crescita del settore degli EV è in crollo, questo non vuol dire che tutte le imprese siano destinate al fallimento. Facciamo chiarezza.
Cosa sta succedendo
La bolla dei veicoli elettrici è scoppiata. Questo significa che la capitalizzazione di mercato massima e combinata delle startup di EV Nikola, Fisker, Rivian Automotive, Lucid, NIO, XPeng, Polestar Automotive, Canoo e Lordstown Motors è stata in totale di circa 470 miliardi di dollari. I picchi si sono verificati tra il 2019 e il 2021. Allora i tassi di interesse oscillavano tra lo zero e il 2 per cento.
Nel 2023 questo valore ha raggiunto un totale di 59 miliardi, un crollo dell’87% rispetto ai tempi d’oro degli scorsi anni. NIO, XPeng e Rivian hanno rappresentato oltre l’80% delle vendite. Per il 2024 le previsioni sono in ulteriore calo, con il fatturato delle nove società di circa 36 miliardi di dollari, di cui il 70% probabilmente generato da NIO, XPeng e Rivian.
In tutto il settore, negli ultimi due anni sono stati spazzati via circa 1.400 miliardi di dollari. La crescita del mercato è rallentata anche per le imprese che non sono startup. General Motors e Ford hanno posticipato gli obiettivi di vendita. La capitalizzazione di mercato combinata di queste due, Stellantis e Volkswagen è passata dalla vetta di 425 miliardi di dollari a soli 220 miliardi, quasi il 50% in meno.
Nemmeno i più ‘forti’ del settore degli EV, però, se la stanno passando bene. La capitalizzazione combinata di Tesla, BYD e Li Auto è passata da 1.400 miliardi di dollari a 900 miliardi. Buona parte di questi valori appartiene a Tesla (che è andata da 1.200 miliardi a 770).
Ibrido in positivo, ma comunque speranze per i BEV
Situazione ben diversa è quella dei veicoli ibridi. In questo settore a guidare il mercato c’è Toyota Motor, le cui vendite sono aumentate di circa il 28% rispetto allo scorso anno soprattutto grazie all’ibrido.
Nonostante tutto, comunque, l’elettrico puro non è così in crisi. Le vendite di tutti i veicoli elettrici a batteria, o BEV, sono aumentate di circa il 50% rispetto al 2022 sia in USA che in Europa, del 20% in Cina. “Non si tratta di un rallentamento [generale] – ha dichiarato Paul Jacobson, direttore finanziario di GM – Si tratta di un rallentamento del tasso di crescita”.
Cosa salverà il settore ora che la bolla dei veicoli elettrici è scoppiata
Insomma, sostanzialmente il fatto che la bolla dei veicoli elettrici sia scoppiata non indica che il settore è in piena crisi, ma che non potranno più esistere le valutazioni altissime per le startup di EV lontane anni luce dalla redditività.
Oltre all’aumento delle infrastrutture di ricarica, ciò che darà una spinta al mercato sarà anche la nascita di nuovi modelli. Lo affermano anche Tom Narayan, che è un analista di RBC, e Toni Sacconaghi, che invece fa consulenza per Bernstein. Nel mondo degli EV esiste una grandissima quantità di mezzi di medie dimensioni, mentre mancano berline piccole, camion di medie dimensioni e SUV veri e propri. Insomma, quello che manca al mondo dei veicoli elettrici è la varietà che invece si trova per l’endotermico.
Per risolvere questo problema, che è evidentemente è noto anche alle imprese, ci sta pensando anche Tesla, il cui ultimo modello (la Y) risale al 2020. Anche per questo ha di recente lanciato – in mezzo a mille polemiche – il suo Cybertruck, ma le previsioni per i prossimi anni non sono particolarmente positive per questo modello. Elon Musk, nel frattempo, ha dichiarato che sta lavorando su un mezzo più piccolo ed economico: una soluzione che aiuterà l’azienda statunitense a concorrere più facilmente con le grandi aziende cinesi che stanno arrivando in Europa e nel resto del mondo.