Qual è la principale differenza tra auto ad idrogeno ed elettriche, sia in termini tecnici che di sostenibilità ambientale? Un’analisi che riserva degli aspetti interessanti e persino inaspettati
Nel pieno della transizione verso la mobilità elettrica, con le BEV che stanno provando a conquistare i mercati dalla Cina verso il resto del mondo e l’Italia che fa il tutto esaurito nelle richieste di incentivi per questa tipologia di mezzi, restano sempre sullo sfondo le alternative. Ovvero i carburanti bio e sintetici, e restringendo ulteriormente il campo l’idrogeno.
Le vetture FCEV (veicoli elettrici a cella combustibile) dividono: per alcuni l’idrogeno non avrà futuro, soppiantato dal più pratico elettrico. Ma alcune realtà come Toyota sono invece più fiduciose, al punto da scommetterci sin da tempi non sospetti.
Auto ad idrogeno e auto elettriche: chi è veramente più ecologica?
Ma a prescindere dal successo o meno di questa tipologia di auto, i veicoli alimentati da questo combustibile ecologico sono davvero più sostenibili dal punto di vista ambientale rispetto alle BEV? CarScoops ha provato a rispondere alla domanda mettendo a confronto le due realtà.
Il portale cita anzitutto uno studio di Science Direct relativo alle auto elettriche. Dalla ricerca risulta che passare ad esse consente di produrre un volume di gas serra inferiore alle vetture termiche, “con un margine medio compreso tra il 3,6% e il 32%”. Ma sempre Science Direct svela il diavolo che si nasconde nei dettagli, ovvero nella loro produzione. In particolare in Cina, basandosi sul fatto che le componenti fondamentali come la batterie nascono da fonti non sostenibili, come il carbone.
L’importanza delle fonti sostenibili nei processi produttivi delle auto elettriche
Insomma, un’auto elettrica per essere totalmente ecologica non deve soltanto non emettere emissioni quando viene guidata. Bisogna risalire a monte, ovvero a come nasce e quali sono le fonti primarie necessarie per la sua produzione. E a valle, con la questione delle batterie: al momento lo stato dell’arte è rappresentato dalla tipologia agli ioni di litio, che però ha un certo impatto sull’ambiente in termini di estrazione e lavorazione delle materie prime. Per non parlare poi della fine del ciclo di vita e le difficoltà nel riciclo.
Sono necessarie, insomma, fonti rinnovabili per produrre auto elettriche, e batterie avanzate che magari non utilizzino metalli ed elementi pericolosi per l’ambiente. E in questo senso le celle ad idrogeno presentano invece qualche punto a loro favore.
Le caratteristiche delle auto ad idrogeno
Un approfondimento di Visual Capitalist del 2022 illustra come negli FCEV la batteria interna è più piccola rispetto a quella delle vetture elettriche. Questo perché non si tratta della principale fonte di alimentazione. Gli FCEV infatti hanno al loro interno anche un serbatoio dove si trova l’idrogeno in forma gassosa (non quello liquido che richiede temperature difficili da gestire, ovvero -150°C).
La cella a combustibile si basa quindi sull’idrogeno e sull’ossigeno, grazie ai quali genera elettricità. Spiega Visual Capitalist: “L’idrogeno gassoso passa attraverso la cella e viene suddiviso in protoni (H+) ed elettroni (e-). I protoni passano attraverso l’elettrolita, che è un materiale liquido o gel. Gli elettroni non sono in grado di passare attraverso l’elettrolita, perciò seguono un percorso esterno. Questo crea una corrente elettrica per alimentare il motore. Alla fine del processo della cella a combustibile, gli elettroni ei protoni si incontrano e si combinano con l’ossigeno. Ciò provoca una reazione chimica che produce acqua (H2O), che viene poi emessa dal tubo di scarico”.
Vantaggi e svantaggi delle auto ad idrogeno
Secondo però il parere dell’ex amministratore delegato del gruppo Volkswagen Herbert Diess, l’idrogeno verde (quello creato da fonti rinnovabili) va bene per l’industria pesante, non per le auto. “Troppo costoso, inefficiente, lento e difficile da implementare e trasportare”. D’altronde, efficienza e presenza delle stazioni di stoccaggio e rifornimento stanno ostacolando la diffusione dell’idrogeno nella mobilità.
Non mancano però i vantaggi. Gli FCEV rispetto alle auto a batteria elettrica non hanno bisogno di ricariche. Presentano inoltre una maggiore autonomia e hanno emissioni totalmente eco, ovvero aria calda. E inoltre, ricorda CarScoops, i veicoli ad idrogeno non necessitano di materie prime impattanti per il loro funzionamento. Insomma, da quel punto di vista, il loro ciclo di vita è più sostenibile delle normali auto elettriche.
Ma c’è un mercato per le auto ad idrogeno?
Ma la strada per l’inferno, si sa, è lastricata da buone intenzioni. Gli FCEV saranno pure ecologici, ma come abbiamo anticipato le stazioni di stoccaggio e rifornimento di idrogeno non sono certamente così diffuse, per usare un eufemismo. Le case automobilistiche sono già alle prese con le difficoltà di un mercato mutevole e da costi e difficoltà di produzione condizionate dalle congiunture internazionali. A parte Toyota (ed anche Honda e Hyundai), non c’è la ressa di marchi disposti a complicarsi ulteriormente la vita con l’idrogeno. Anche perché in casa non abbiamo un impianto di stoccaggio di idrogeno, ma la normale corrente elettrica a cui possiamo attaccare la nostra auto. E fuori installare le colonnine è più semplice rispetto alle stazioni di idrogeno.
CarScoops conclude perciò con un dato emblematico. “Secondo recenti dati di vendita, nei sei mesi tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 sono state vendute solo 424 auto alimentate a idrogeno, in calo rispetto alle 2.044 dei sei mesi precedenti”. Insomma, il mercato sembra al momento in decisa picchiata. “C’è bisogno di una legislazione per istituire l’infrastruttura dell’idrogeno, che gli automobilisti siano davvero entusiasti della prospettiva di guidare un FCEV e che le case automobilistiche abbiano fiducia nell’esistenza di un mercato per le auto alimentate a idrogeno”. Nonostante i vantaggi per la sostenibilità ambientale.