Roma, 21/11/2024
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Auto elettriche: ecco perché non pesa più l’ansia da mancanza di colonnina di ricarica

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Esiste ancora una certa diffidenza nei confronti del passaggio all’elettrico tra gli automobilisti, che spesso viene complicata dall’idea della cosiddetta range anxiety, ovvero l’ansia da mancanza di ricarica elettrica. Eppure una ricerca Nissan sfata il mito che questa “ansia” sia un effettivo ostacolo all’adozione di EV

Arnaud Charpentier, vicepresidente e responsabile strategia prodotto e prezzi Nissan, regione AMIEO (oltre al mercato europeo, Africa, Medio Oriente, India e Oceania), fa chiarezza su alcuni “miti” che potrebbero disincentivare il passaggio ad un veicolo elettrico: “Con l’adozione dei veicoli elettrici sull’orlo dell’adozione su ampia scala, crediamo che questi dati contribuiscano a far cambiare idea a quei proprietari di auto a combustione interna che si sentono ancora frenati, almeno in parte, dalla range anxiety”. E questo, oltre ai vantaggi per l’ambiente.

Cos’è la range anxiety?

Nel contesto dei veicoli elettrici, la range anxiety può essere definita come la paura di rimanere a piedi. Letteralmente, l’ansia di quanto range, ovvero quanta autonomia, possa avere il proprio veicolo prima di doversi fermare per una ricarica.

Questo è un tema che ritorna quando si richiamano incertezza e titubanza nei confronti dell’acquisto di un veicolo elettrico ed è determinato, da una parte, dalla capacità della batteria del veicolo (quali sono le tempistiche di consumo) e, dall’altra, dalla disponibilità delle infrastrutture presenti sul territorio.

Se le evoluzioni tecnologiche nate dalla ricerca e lo sviluppo delle batterie hanno portato ad un aumento della loro efficienza, da modello a modello, rimane la questione dell’infrastrutturazione della rete di ricarica, autostradale ed urbana. Motus-E ha fornito alcuni dati sull’effettiva disponibilità di infrastrutture di ricarica in Italia, che potrebbero far sussultare i più scettici.

I dati raccolti dall’associazione si basano sull’assunto che l’esigenza sia intrinsecamente legata al parco circolante di vetture elettriche attuale. Il risultato? Ad oggi all’Italia spetta il merito di aver sviluppato un’infrastruttura di ricarica “ad una velocità compatibile con la crescita dei veicoli BEV”, superando la media europea nella messa a disposizione di circa 21 punti di ricarica ogni 100 automobilisti di vetture elettriche (BEV) le quali, in Italia, non sfiorano neanche i 150.000.

Il processo di elettrificazione del territorio sembra quindi avere, pur lentamente, successo, avvicinandosi a Paesi europei come la Germania che hanno iniziato il proprio processo di transizione energetica molto prima di noi.

Ci sono pur sempre delle riserve: Motus-E ha anche condotto un’analisi sulle necessità del futuro per comprendere dove sia il divario da colmare nei prossimi anni. Confrontando i punti di ricarica disponibili sul nostro territorio con i dati della popolazione (ogni 10.000 abitanti) e della rete stradale (ogni 100km), gli italiani risultano avere meno punti di ricarica a disposizione rispetto alla media europea: circa 5,2 ogni 10.000 abitanti. Un dato che riflette una ridotta capillarità della rete sul territorio (particolarmente concentrata nelle maggiori città italiane) e che sottolinea l’importanza, tra gli altri, dello strumento del PNRR per rafforzare le infrastrutture ed incentivare l’adozione di EV in un mercato che, purtroppo, dagli ultimi dati di novembre, non sembra allinearsi con quello degli altri Paesi europei.

I dati dello studio Nissan: la range anxiety è giustificata?

Un altro studio demolisce ulteriormente l’idea della range anxiety come ostacolo all’adozione di veicoli elettrici.

In una ricerca recente, sempre la casa giapponese Nissan – che ha un ruolo storico nella produzione di veicoli elettrici – ha indetto un sondaggio tra 700 automobilisti europei (da Regno Unito, Francia, Germania, Paesi Bassi, Spagna, Norvegia, Svezia, Danimarca e, ovviamente, anche Italia) per meglio comprendere le esperienze di guida dei veicoli elettrici. I risultati di questo studio mostrano che i BEV (veicoli elettrici a batteria) viaggiano per ben 630 km in più all’anno rispetto alle auto a diesel e benzina, con una distanza media di 14 200 km contro i 13 600 dei proprietari di auto a combustione interna.

I dubbi che trattengono l’adozione di EV non sono perciò solo attribuibili alla range anxiety o, perlomeno, c’è qualcos’altro da esplorare nella questione. Nissan ha tentato di rispondere anche a questo quesito, raccogliendo gli elementi più salienti dall’incontro con gli intervistati.

Seppur quasi la metà degli automobilisti ritenga che la maggiore autonomia delle auto a benzina o diesel sia il loro vantaggio principale e seppur le condizioni per il passaggio all’elettrico includano più autonomia (secondo il 38%), facilità di ricarica (32%) e migliori infrastrutture di ricarica (30%), alcuni numeri fanno ben sperare per la transizione energetica. Il 70% di chi guida un EV, infatti, afferma di essere soddisfatto dell’autonomia del proprio veicolo, con risultati migliori di quelli attesi. Più di un quarto definisce l’esaurirsi della batteria (secondo il 28%), i tempi lunghi di ricarica (30%) e i prezzi elevati delle auto elettriche (31%) come i maggiori miti del settore

I risultati mostrano come, una volta provata un’auto elettrica, gli automobilisti non si ritrovano davvero a confrontarsi con la range anxiety, o meglio, con problemi di autonomia di ricarica. Anzi, una volta che la ricarica fa parte delle nostre abitudini, la tecnologia delle infrastrutture di ricarica (e, come visto, meno la distribuzione delle stesse) risponde sufficientemente alle esigenze di chi guida e, a lungo termine, le EV risultano avere costi più contenuti rispetto alle auto a combustione interna.

La ricerca reitera che la guida elettrica non è solo un’opzione intelligente, che ha benefici sull’ambiente, ma è anche una scelta divertente, entusiasmante e conveniente per chi acquista un EV. Non sorprende il fatto che le auto elettriche macinino più chilometri di quelle a combustione interna. Siamo convinti che con la maggiore presenza per strada di veicoli elettrici, che possano demitizzare convinzioni errate, la range anxiety possa diventare una cosa del passato” ha concluso Arnaud Charpentier.

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