Tesla è sempre più vicina a rivoluzionare la produzione automobilistica con un metodo che consente la stampa del sottoscocca in un unico elemento. I dettagli, perché conviene e gli aspetti critici
Il vantaggio competitivo sul mercato non riguarda solo prodotti finiti che possano essere innovativi (e magari con prezzi vantaggiosi, ma questo è un discorso piuttosto ampio da affrontare), ma anche migliorando i processi produttivi. Lo sa bene Tesla, che potrebbe rivoluzionare quest’ultimo aspetto legato alla creazione in fabbrica delle auto.
In caso consiste la novità nella produzione automobilistica proposto da Tesla
La novità risiede nel processo di assemblaggio. L’azienda di Elon Musk sta preparando una modalità che passa per lo stampaggio della totalità del sottoscocca in un unico elemento, anziché costruire una quantità pari all’incirca a 400 parti per creare l’auto elettrica. Un processo accennato dal proprietario dell’azienda lo scorso marzo, e che ora sembrerebbe più vicino a diventare realtà.
Questo rappresenterebbe il passo successivo ad una innovazione nella produzione automobilistica già introdotta in fabbrica da Tesla, in particolare per la Model Y, ovvero stampi di dimensioni notevoli tramite grandi presse per realizzare le parti anteriori e posteriori dei modelli della casa. In questo caso si tratterebbe invece di un unico stampo. Il tutto tramite un processo di pressofusione per realizzare l’intero sottoscocca. Qualcosa di molto complesso e difficile da mettere in piedi, ha spiegato a Reuters il presidente della Caresoft Global (che fornisce soluzioni ingegneristiche per il settore automotive), Terry Woychowski. Ma che avrebbe “enormi implicazioni per l’industria”, rendendo più conveniente e rapida la produzione delle auto.
La sabbia industriale, l’asso nella manica nel processo di gigafusione
Per arrivarci Tesla passerà tramite la stampa 3D dei prototipi degli stampi, usando materiale in sabbia industriale. Uno strato sottile su cui si applica un legante liquido, per la precisione, costruendo strato dopo strato lo stampo: la gigafusione comporta poi successivamente la rimozione della sabbia che libera così le cavità dello stampo.
Un espediente che aiuterebbe ad abbattere i costi e renderebbe più pratico apportare le modifiche rispetto ai normali stampi in metallo. Questi ultimi infatti comportano costi notevoli in caso fosse necessario apportare cambiamenti. Con la stampa 3D sfruttando la sabbia industriale, realizzabile strato dopo strato e decisamente più facile da modificare successivamente, si possono poi creare le sezioni cave del sottoscocca.
I punti critici del processo di gigafusione
A regime e se tutto va come programmato, questo nuovo processo di gigacast (così è chiamato da Tesla) consentirebbe di sviluppare un’auto con tempi che vanno dai 18 ai 24 mesi, rispetto ai 3-4 anni dei normali processi. Un lasso temporale decisamente minore rispetto alla normale produzione, e con costi dimezzati. Da notare che già l’attuale processo di pressofusione per la parte anteriore e posteriore della vettura consente una notevole efficienza (anche in termini economici) rispetto ai procedimenti tradizionali.
Da quanto riportano i media Tesla sta apportando le ultime limature a questa innovazione industriale. Restano però alcuni problemi, riporta The Verge. Anzitutto, sembra che ci sia bisogno di presse più potenti e più grandi di quelle attualmente a disposizione. E quindi anche di spazi più ampi in fabbrica per ospitare i macchinari.
Inoltre, l’altro aspetto critico saltato fuori riguarda il fatto che la stampa in 3D in sabbia industriale riscontra qualche problema di efficacia a pressioni più elevate. In tal caso si opterebbe per una iniezione lenta della lega fusa, con rallentamenti però alla produzione.
Dagli stampi di metallo a quelli in sabbia industriale
Ma comunque il dado sembra tratto. Si tratta di una rivoluzione industriale (in un determinato settore ovviamente), visto che i marchi automobilistici evitano di affidarsi a stampi enormi per i costi e le difficoltà che essi comportano. Ma questo per via anche dei materiali in cui erano fatti, come abbiamo detto, ovvero il metallo. Come riporta Reuters, rifare da zero uno stampo arriva a costare sino a un milione e mezzo di dollari.
Tesla, non nuova nelle innovazioni anche nelle proprie gigafactory, si è rivolta ad aziende specializzate nel comparto degli stampi per arrivare a questa novità. Non è stato comunicato ufficialmente quando entrerà a regime negli stabilimenti dell’azienda.