La cinese CATL lancia le batterie al sodio, una tecnologia che rispetto a quelle agli ioni di litio permette minori costi e migliore stabilità. Sempre l’azienda cinese fornirà le batterie litio-ferro-fosfato-manganese ad alta densità energetica per la nuova Tesla Model 3: ecco i vantaggi
Un ulteriore passo avanti per le batterie che alimentano auto ibride ed elettriche. Il colosso cinese del settore CATL, ovvero la Contemporary Amperex Technology Co. Limited tra le protagoniste e responsabili dell’ascesa del Dragone nel settore EV, ha annunciato un nuovo tipo di batteria al sodio. E che, di conseguenza, potrà fare a meno del litio.
Questa tipologia di accumulatore vede all’interno delle celle degli ioni di sodio, ma non rappresenta esattamente una novità assoluta. Negli scorsi mesi infatti, sempre dalla Cina, era stata presentata la citycar BEV Sehol E10X, dotata di batterie al sodio da 25 kWh fornite da Hina Battery Technology.
Le batterie al sodio: perché sono un passo avanti rispetto a quelle al litio
Così come in quelli al litio, gli accumulatori basato sul sodio si basano sugli ioni (atomi o gruppo di atomi che perdono o acquisiscono elettroni) che immagazzinano e trasportano l’energia. Nelle celle al sodio questo minerale va a costituire il catodo e l’elettrolita, in questo caso nella forma ionica, mentre l’anodo è fatto di carbonio.
Le celle agli ioni di sodio in genere sono più affidabili visto che sono meno suscettibili alle temperature esterne, non sono infiammabili e consentono una migliore autonomia per le batterie. L’intervallo di temperatura utile delle batterie al sodio va dai -20°C ai 60°, laddove il valore di quelle al litio va da 15° a 35°C. Inoltre il sodio è più presente e comune nel nostro pianeta rispetto al litio (sino a 1.000 volte, precisamente nel 2,3% della crosta terrestre), e questo comporta perciò anche dei vantaggi economici.
CATL annuncia le caratteristiche delle sue nuove batterie al sodio
Certo, una batteria del genere ha una minore densità energetica (la quantità di energia immagazzinata) rispetto a quelle al litio (sino a 165 Wh/kg per le prime contro i 260 Wh/kg espressi dalle seconde). In ogni caso la corsa al sodio va avanti, con la stessa CATL che già nel 2021 aveva annunciato batterie da 160 Wh/kg di densità energetica, con la presentazione del primo prototipo. Pesa l’economicità di questi accumulatori con celle al sodio, in modo tale da abbattere contestualmente i prezzi delle vetture elettriche.
CATL in questi giorni ha confermato di aver sviluppato batterie agli ioni di sodio, ma non solo. Ha anche annunciato di aver migliorato le prestazioni in termini di cicli di carica e scarica, ed anche in termini di stabilità termica e densità di energia. Le batterie dovrebbero ricaricarsi sino all’80% in 15 minuti a temperatura ambiente. Secondo l’azienda inoltre in futuro si potranno sviluppare celle al sodio di seconda generazione capaci di densità energetica pari a 200 Wh/kg.
Andando sullo specifico, CATL ha utilizzato il Prussian White per il catodo in modo da migliorarne le prestazioni nei cicli carica/scarica. Parliamo di un materiale composto da sodio, manganese, ferro, carbonio e azoto, mentre per l’anodo si è optato per un carbonio duro dalla struttura porosa, capace di immagazzinare in maniera abbondante gli ioni di sodio e favorirne il loro rapido movimento.
Le prime batterie verranno prodotte già entro quest’anno. Nell’attesa di conoscere i prezzi, che dovrebbero essere comunque inferiori alle controparti al litio, CATL sta sviluppando anche accumulatori ibridi che combinino celle sia al sodio che al litio.
CATL fornirà le sue nuove batterie litio-ferro-fosfato-manganese alla nuova Tesla Model 3
Sempre dal colosso cinese è giunta in questi giorni la notizia che riguarda la produzione delle sue batterie LFP (litio-ferro-fosfato), con una innovazione che presto si farà spazio nella Tesla Model 3. La nuova e tanto attesa versione della berlina elettrica dovrebbe essere equipaggiata con le M3P, ultimo progresso delle batterie LFP di CATL. Rispetto a quelle tradizionali, esse infatti presentano al loro interno anche del manganese, che contribuisce ad aumentare del 20% la densità energetica.
A parità di peso e dimensioni, quindi, le M3P avranno più energia delle “vecchie” batterie LFP. Non solo: il loro costo sarà inferiore. Questo comporterà un aumento di autonomia della nuova Model 3 inversamente proporzionale al suo prezzo, anche se attendiamo ancora maggiori dettagli sulla versione aggiornata della creatura di Elon Musk.