Perché implementare questa particolare tecnologia in un trattore? Macchinari del genere, assieme ai mezzi medi e pesanti, sono molto impattanti dal punto di vista ambientale. I primi test con l’ammoniaca sono stati effettuati su un veicolo medio che ha retto in autonomia per alcune ore, con l’obiettivo di implementare entro quest’anno un sistema che vada anche verso un valore pari ad 1 MW.
Il futuro della mobilità sembra puntare, come si sa, sempre di più verso l’elettrico e magari anche verso l’idrogeno. Ma al tempo stesso, non bisogna dimenticarsi degli sviluppi futuri e futuribili nel campo dei carburanti, anch’essi soggetti alla transizione ecologica in direzione di fonti sempre più bio, in sostituzione a quelle fossili.
Ed ecco che arriva la notizia che potrebbe aprire ulteriori spiragli in questa ricerca di alternative nel mondo della mobilità. Negli Stati Uniti infatti si sta affinando un trattore a zero emissioni, ma alimentato da una particolare fonte energetica: l’ammoniaca. Si tratta per ora di un progetto in fase sperimentale e di sviluppo, sebbene sia stato completato – pare con buoni risultati – il primo test effettuato alcuni giorni fa.
L’iniziativa è partita dall’Advanced Energy Center della Stony Brook University di New York, con il progetto in mano alla start-up Amogy che ha messo a punto per un trattore di dimensioni medie John Deere (azienda con base negli USA specializzata in macchinari agricoli) un sistema ammonia to power, che soppianta il vecchio motore diesel. L’ammoniaca viene convertita in idrogeno, quest’ultimo responsabile in ultima istanza della vera e propria alimentazione del veicolo, tramite una cella da 100 kW.
Perché implementare questa particolare tecnologia in un trattore? Macchinari del genere, assieme ai mezzi medi e pesanti, sono molto impattanti dal punto di vista ambientale. Mentre la mobilità urbana è ben avviata verso nuovi sistemi, questa categoria di veicoli pare sia responsabile del 25% delle emissioni totali di CO2 nell’intero macrogruppo dei trasporti, e per il 6% delle emissioni totali nell’UE, come riporta CamionSupermarket.it.
La scelta di un combustibile così particolare, invece, è data dal fatto che l’ammoniaca anidra (nota per la sua efficienza e per i bassi costi di trasporto) sia già utilizzata largamente nel mondo agricolo in qualità di fertilizzante azotato. Questa sostanza, sotto pressione, è tra le più usate nel settore negli Stati Uniti: da qui l’utilizzo per questa particolare soluzione all’insegna della sostenibilità, grazie all’intuizione di Amogy, sfruttando la densità energetica dell’ammoniaca anidra e la capacità di emettere meno anidride carbonica rispetto al diesel che alimenta solitamente i trattori.
I primi test sono stati effettuati su un veicolo medio che ha retto in autonomia per alcune ore, con l’obiettivo di implementare entro quest’anno un sistema che vada anche verso un valore pari ad 1 MW. L’amministratore delegato di Amogy Seonghoon Woo, commentando il progetto, ha infatti anticipato ulteriori applicazioni per mezzi molto più pesanti: «Procedendo con il nostro lavoro che punta ad innovare nelle soluzioni di carburante a base di ammoniaca, il team di Amogy ritiene che questa dimostrazione e quelle future, inclusi i camion di Classe 8 e le navi mercantili che saranno messe alla prova nei prossimi 12 mesi, accelereranno l’adozione dell’ammoniaca come carburante di nuova generazione per sostituire i motori diesel inquinanti; il tutto grazie ad una soluzione priva di emissioni».