Roma, 16/09/2024
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SpaceX, sta per partire la missione Polaris Dawn che non ha precedenti nella storia: tra rischi e ambizioni

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Imminente il lancio della Crew Dragon Resilience, il mezzo spaziale con cui SpaceX attuerà la missione Polaris Dawn. Per la prima volta un equipaggio (di privati) raggiungerà le fasce di Van Allen, una regione ad alta radiazione fuori dall’orbita terrestre. E ci sarà la prima passeggiata spaziale svolta da astronauti non governativi

Esiste una regione al di fuori della Terra, a circa 6.300 km dal nostro pianeta, che sta per diventare la prossima frontiera dell’esplorazione spaziale. Questo luogo è la fascia di Van Allen, una specie di anello costituito da protoni ad alta energia formatosi a causa della radiazione cosmica. Una regione quindi carica di plasma ad alta energia, comprendendo anche elettroni e protoni di minore intensità energetica e che quando vengono a contatto con la nostra atmosfera alle zone più alte forma le aurore boreali. Per essere precisi, le fasce di Van Allen sono due. Una risulta più interna e più stabile, e un’altra invece è più esterna e più reattiva (ad esempio se sollecitata dalle tempeste solari).

Polaris Dawn, la missione SpaceX che ridefinisce l’esplorazione spaziale

Questa breve e molto sommaria introduzione a questa zona poco (relativamente parlando, s’intende) distante dalla Terra è utile per capire il contesto di una ambiziosa missione, che non ha precedenti. Chiamata Polaris Dawn e annunciata la prima volta nel 2022, essa è una spedizione finanziata da SpaceX (che fornisce il veicolo Crew Dragon Resilience) e dal miliardario Jared Isaacman, fondatore della società Shift4 ed anche pilota di jet. Già alle prese con uno dei primi voli privati nell’orbita terrestre avvenuto nel 2021, durato tre giorni e sempre nella capsula Crew Dragon, Isaacman tornerà nello spazio assieme a Scott Kidd Poteet e due ingegnere di SpaceX, ovvero Anna Menon (che svolgerà anche il ruolo di ufficiale medico) e Sarah Gillis. Il lancio dal Kennedy Space Center avverrà lunedì 26 agosto, destinazione appunto fasce di Van Allen.

L’equipaggio di Polaris alle prese con una missione probante (e con la prima passeggiata spaziale fatta da privati)

La missione che rientra in un trittico del programma Polaris durerà cinque giorni. L’equipaggio dei quattro astronauti dovrebbe raggiungere una zona a 1.400 km dalla Terra: era dai tempi delle missioni Apollo che degli esseri umani non si spingevano così lontano dal nostro pianeta. Per capirci, la Stazione Spaziale Internazionale orbita a circa 400 km dalla Terra.

L’obiettivo di questo viaggio sarà studiare gli effetti sul corpo umano delle radiazioni spaziali. Ma non solo: per la prima volta nella storia, ci potrebbe essere la prima passeggiata spaziale di tipo commerciale, condotta da due privati (in questo caso Isaacman e Gillis).

Si tratta di un viaggio spaziale senza precedenti, e non privo di pericoli. La navicella si ritroverà in una fascia di radiazioni davvero insidiosa per i mezzi e per un essere umano. Gli astronauti, sottoposti per questo motivo ad un severo addestramento, testeranno delle tute progettate in due anni e mezzo da SpaceX, ovvero le EVA (Extra-Vehicular Activity), appunto per le operazioni fuori dall’astronave. Tute che però rispetto a quelle tradizionali non prevedono lo zaino PLSS, Primary Life Support System. Il supporto vitale per l’attività fuori dal veicolo sarà garantito invece da tubi flessibili collegati alla navicella.

Le insidie della depressurizzazione

Dal momento che verranno esposti al vuoto spaziale, l’equipaggio della Crew Dragon dovrà osservare una fase di pre-breathing. Il veicolo sarà infatti depressurizzato, e mancando una camera di decompressione dovranno in pratica svolgere quelle attività preliminari che debbono fare i subacquei per eliminare l’azoto dal sangue ed evitare i rischi di embolia o di narcosi da azoto.

Nella cabina verrà ridotta lentamente la pressione, mentre la concentrazione di ossigeno verrà aumentata. Il processo completo impiegherà circa 45 ore. Nel terzo giorno verrà aperto il portellone della capsula, quando la distanza dalla Terra dovrebbe essere di circa 700 km. Da notare che i test hanno riguardato ovviamente anche il veicolo, che è stato sottoposto ad un bombardamento di radiazioni sino a determinare il punto di danneggiamento. E inoltre la passeggiata spaziale dovrà rispettare dei limiti di tempo, dovuti alle scorte di ossigeno a disposizione.

Le ambizioni di Polaris Dawn e di SpaceX

Polaris Dawn dovrebbe inoltre gettare le basi per i futuri viaggi spaziali. In particolare per mettere alla prova, in condizioni senza precedenti nella storia dell’esplorazione, le tecnologie che potrebbero servire per missioni prossime venture. Impressiona nel frattempo il fatto che una spedizione così ambiziosa nei piani e nei risultati sia stata messa in piedi in un tempo relativamente breve per gli standard delle esplorazioni spaziali, ovvero meno di tre anni.

Si tratta di un altro passo, al momento quello più concretamente ambizioso, mosso da SpaceX per seguire l’immaginifica visione del suo fondatore Elon Musk. Ovvero, rendere gli umani una specie “multiplanetaria”, in grado di colonizzare pianeti come Marte (futuro obiettivo, da raggiungere nelle intenzioni con il razzo Starship). Qualcosa di più rispetto al mero turismo spaziale, insomma.

Immagine di Copertina: Polaris

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