L’annunciata fusione tra Honda e Nissan potrebbe garantire notevoli vantaggi ad entrambe in un’era di grandi difficoltà per i marchi storici dell’automotive. Le due case potrebbero rispondere alla concorrenza cinese in termini di volumi di produzione e di vendita
In questo scorcio finale del 2024 Nissan e Honda hanno annunciato la firma di un “memorandum d’intesa per valutare l’integrazione delle attività”. Ovvero, una fusione. Il progetto è diventato quindi una realtà, coinvolgendo in un secondo momento anche Mitsubishi: parliamo della nascita del terzo gruppo automobilistico più grande al mondo. E che rappresenta il frutto dell’unione tra realtà che, da sole, rischiano di essere messa all’angolo da una concorrenza sempre più forte da parte dei marchi dalla Cina.
Nissan e Honda, sta per nascere il terzo gruppo automobilistico al mondo
Il prossimo giugno il processo (in lavorazione da tempo) dovrebbe arrivare al proprio compimento. E solo allora nascerà un gruppo che si porrà subito dopo Toyota e Volkswagen, in termini di capacità produttiva di auto. Precedendo a sua volta realtà come Hyundai e Stellantis.
La fusione, nei piani di Nissan e Honda, dovrebbe portare vantaggi di scala “grazie alla standardizzazione delle piattaforme dei veicoli”, recita il comunicato ufficiale. Cosa che darà una spinta ai volumi operativi e alle vendite, diminuendo al tempo stesso i costi di sviluppo per i loro veicoli. Ma non solo: la ricerca e sviluppo sarà messa in comune e maggiormente integrata. E ancora, si ottimizzerebbero i sistemi e impianti di produzione, condividendo le linee di produzione, e così anche le catene di fornitura. Sarà inoltre creata “una holding che sarà la società madre di entrambe le aziende”, previa approvazione delle rispettive assemblee degli azionisti.
Perciò, come prosegue il comunicato ufficiale che annuncia la fusione, “se l’integrazione aziendale si realizzerà, Nissan e Honda potranno puntare a integrare le rispettive risorse gestionali – come le conoscenze, le risorse umane e le tecnologie – a creare sinergie più profonde, a migliorare la capacità di rispondere ai cambiamenti del mercato e a prevedere un miglioramento del valore aziendale a medio e lungo termine”.
Fusione Nissan Honda, i vantaggi per entrambe
Cambiamenti di mercato che riguardano l’avanzata delle auto elettriche, in particolare quelle cinesi. Anzitutto Honda offrirebbe a Nissan un’ancora di salvataggio dopo gli scandali finanziari degli anni scorsi, con l’ex amministratore delegato Carlos Ghosn che nel frattempo aveva fatto armi e bagagli per il Libano (e che nelle ultime ore ha criticato la fusione, sostenendo il fatto che non ci sia visione da parte di Nissan né complementarietà tra i due attori, “forti negli stessi settori e deboli negli stessi campi”).
Nissan però a sua volta potrebbe dare una mano a Honda nel terreno dei veicoli ibridi ed elettrici, dove ha una esperienza più vasta della ex concorrente. In un’era storica che per la tradizionale industria automobilistica forse non ha precedenti, e dove posizioni di leadership globale date per scontate stanno vacillando sempre di più a causa dell’ascesa della Cina nel settore, il binomio Nissan-Honda cambierà le carte in tavola?
Il nuovo gruppo potrebbe insidiare Toyota e competere con BYD
Secondo Bloomberg, questa fusione potrebbe consentire ad entrambi quella dimensione utile a competere ad armi pari con un colosso cinese delle elettriche quale è BYD. Quest’ultima nei primi 11 mesi del 2024 ha venduto nel mondo 3,76 milioni di veicoli. Nissan nel medesimo lasso di tempo 3,43 milioni, e Nissan è a quota di poco superiore ai 3, stando ai dati divulgati. Insomma, la fredda somma delle unità ci fa capire che, in termini di volumi di vendita, il nuovo gruppo potrebbe dire la sua nei mercati globali e sostenere l’onda d’urto dell’avanzata di Pechino.
Al tempo stesso Honda lo scorso hanno mese ha subito un -6,7% riguardo le vendite delle proprie vetture, sempre a livello globale. Nissan invece a novembre 2024 ha registrato una diminuzione dell’1,3%. Ed entrambe hanno accusato dei crolli a livello produttivo (rispettivamente del 20,4% e del 14,3%). Insieme però potrebbero esercitare una certa pressione anche su Toyota, le cui vendite sono calate dello 0,2% su base annua e la produzione del 9,4%.