Roma, 24/11/2024
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G7 Trasporti, il viceministro Rixi: “Lavoriamo per nuovi corridoi marittimi verdi”

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Al G7 Trasporti che si è svolto in Giappone, incentrato sulla sostenibilità ed accessibilità, si è parlato anche dei corridoi marittimi verdi, ovvero la decarbonizzazione delle rotte via mare delle merci. Le parole del viceministro del MIT Rixi

Lo scorso fine settimana si è svolto nella penisola di Ise-Shima, in Giappone, il vertice ministeriale del G7 Trasporti, con al centro il tema di una mobilità sempre più sostenibile ed accessibile. Per l’Italia c’era il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, che ha parlato tra le altre cose delle innovazioni per quanto riguarda il settore mercantile.

Cosa sono i corridoi marittimi verdi e i primi progetti varati

In particolare, si è discusso dei cosiddetti Green Shipping Corridors. I corridoi marittimi verdi sono la risposta ad un settore ancora troppo dipendente dai combustibili fossili. Stando al rapporto The Next Wave: Green Corridors ogni anno in Europa il trasporto via mare produce ben 140 milioni di tonnellate di CO2. Numeri dati anche dal fatto che le merci nel pianeta viaggiano per la stragrande maggioranza proprio sul mare. I corridoi verdi invece rappresentano un progetto per rotte marittime sostenibili, con navi ad impatto zero in termini di emissioni di gas serra.

Al di là dei prototipi di grandi imbarcazioni anche per le merci che utilizzano motori non termici, è necessario quindi sviluppare la transizione ecologica per le rotte principali delle navi che trasportano beni. Quindi parliamo dell’intero ecosistema: non solo grandi imbarcazioni con combustibili verdi, ma anche infrastrutture a basso impatto, ovvero i porti, e tutta la logistica collegata.

I Paesi del mondo hanno iniziato a muoversi in questo senso. A marzo di quest’anno, ad esempio, il porto di Los Angeles e quelli di Tokyo e Yokohama hanno stretto un accordo per la realizzazione di una rotta decarbonizzata. Lo scorso anno si era invece parlato di un progetto che coinvolgeva sempre il Giappone, ma per un corridoio verde di navi trasportanti minerali ferrosi che partono dalle miniere dell’Australia. Altra rotta è quella che collega Asia ed Europa e riguarda lo spostamento di navi portacontainer.

G7 Trasporti, l’impegno per sostenere almeno 14 corridoi verdi

Tornando quindi a Rixi, il viceministro in occasione della visita al porto di Kashikojima ha dichiarato: “I Green shipping corridors possono accelerare lo sviluppo e l’uso di combustibili a emissioni zero e favorire investimenti nelle infrastrutture portuali. L’impegno del G7 è quello di sostenere la creazione di almeno 14 corridoi che coinvolgano i suoi componenti entro la metà di questo decennio”.

Quindi ha spiegato l’obiettivo, ovvero “arrivare a zero emissioni nette di gas serra dal traffico mercantile entro il 2050 – in ottica ‘life cycle‘ – con traguardi intermedi per il 2030 e il 2040”. La “decarbonizzazione delle opere portuali” sarà possibile grazie alla “digitalizzazione dei processi di scambio delle informazioni tra nave e porto”.

Ricordiamo poi che in sede europea, lo scorso marzo, Parlamento e Consiglio dell’UE avevano trovato l’accordo politico sullo storico regolamento FuelEU Maritime, che punta alla riduzione del peso inquinante dei carburanti nel comparto marittimo. Questo mentre il settore delle navi anche pesanti, a livello globale, è al lavoro per soluzioni alternative alle propulsioni e ai combustibili tradizionali.

Ma al G7 Trasporti in Giappone si è parlato anche della mobilità via terra

Rixi ha anche parlato anche dei trasporti su terra. Per quanto riguarda quello ferroviario, “considerato di per sé sostenibile e rispettoso dell’ambiente”, ha spiegato che è prevista “la collaborazione tra i membri del G7 per condividere informazioni, best practice e approcci normativi per ridurne ulteriormente l’impatto ambientale e incrementarne l’uso”. Invece, sulla mobilità su strada “l’impegno comune è giungere entro il 2030 a un livello altamente decarbonizzato”. E qui si va su un pallino dell’Italia: “L’obiettivo è quello di un azzeramento netto delle emissioni entro il 2050 anche attraverso lo sviluppo di carburanti sostenibili come il bio-fuel“.

Infine, il viceministro ha illustrato: “Bisogna rendere i mezzi sempre più accessibili, nell’ottica di una sostenibilità ambientale concreta e non utopistica. La mobilità verde, gli autobus a idrogeno, i robot umanoidi per la manutenzione delle infrastrutture ferroviarie, i sistemi di autenticazione biometrica sono tra alcune tra le eccellenze che possiamo mettere in campo. Con la Green slow mobility, ad esempio, si può rivoluzionare il concetto di mobilità locale riducendo le emissioni. Una sfida economica e politica da affrontare insieme ai nostri partner”.

G7 Trasporti, presente per l’Italia MERMEC

Infine, le aziende partecipanti come ospiti al vertice in Giappone. Per la precisione, una realtà per Paese, con l’Italia rappresentata da MERMEC, compagnia specializzata nella digitalizzazione e nella realizzazione di tecnologie avanzate per la sicurezza per il settore ferroviario.

MERMEC “ha illustrato i vantaggi derivanti dalle tecnologie integrate digitali nella rilevazione delle infrastrutture – hanno spiegato dall’azienda -, che consentono appunto un incremento della sostenibilità e dell’accessibilità”, temi del vertice.

Luca Necchi Ghiri, amministratore delegato, ha sottolineato la presenza di una delle reti ferroviarie “più avanzate ed efficienti al mondo” in Giappone, Paese di particolare interesse per MERMEC (e non a caso ha una sede proprio in questa nazione, con “clienti che da più di dieci anni ci hanno affidato contratti per la sicurezza e la diagnostica delle loro linee”). “In questo prestigioso contesto internazionale abbiamo potuto rappresentare le nostre idee per migliorare la sostenibilità e l’accessibilità con nuovi modelli tecnologici già particolarmente utili ai proprietari, ai gestori ed agli operatori delle Infrastrutture dei 71 paesi in cui operiamo. Inoltre, MERMEC aderisce ai principi di sostenibilità del Global Compact dell’ONU e presenta ogni anno il proprio bilancio di sostenibilità certificato”, ha concluso Ghiri.