In ballo 713 milioni di euro e 21.000 colonnine di ricarica dell’intero investimento previsto dal PNRR sull’infrastruttura della mobilità elettrica che rischiano di andare persi. L’appello di Motus-E
Più tempo a disposizione e maggiore chiarezza: questo l’appello dell’associazione rispetto ai bandi di recente pubblicazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che rientrano nella misura del PNRR per lo sviluppo delle infrastrutture per la mobilità elettrica.
Le criticità del bando: 21.000 colonnine di ricarica a rischio
Gli avvisi sbloccano oltre 270 milioni di euro per l’installazione di 6.500 infrastrutture di ricarica in superstrade e centri urbani, nel quadro di un intero investimento pari a 713 milioni. Fondi che l’Italia rischia di non poter sfruttare per aggiungere 21.000 punti di ricarica alla propria rete per l’alimentazione di veicoli elettrici.
I soli 28 giorni – i tempi sono infatti fino al 30 giugno – messi a disposizione per presentare le proposte sono troppo brevi e occorre maggiore chiarezza rispetto agli ambiti di gara e alle definizioni utilizzate nei decreti.
C’è una soluzione per evitare di interrompere la ricarica
L’associazione esprime anche la propria disponibilità nel collaborare con il Governo per raggiungere gli obiettivi prefissati per la mobilità elettrica. “Apprezziamo molto l’impegno di questo Governo per conseguire le milestone del PNRR per la mobilità elettrica e condividiamo appieno l’esigenza di uno sforzo comune evocata dal ministro Pichetto Fratin”, afferma il segretario generale dell’associazione Francesco Naso. “Proprio per questo ribadiamo la nostra massima disponibilità per individuare insieme alle istituzioni una soluzione che scongiuri la dispersione delle ingenti risorse disponibili”.
E questo per non mettere a rischio l’intero progetto del PNRR, in grado di mettere moto investimenti superiori ai 2 miliardi di euro: “Il completo impiego dei fondi avrebbe riflessi economici positivi sull’intero sistema Paese, alimentando lo sviluppo di nuove filiere industriali in cui il nostro Paese recita già oggi un ruolo di primo piano” ha concluso Naso.
L’infrastrutturazione è uno degli elementi fondamentali del passaggio alla mobilità elettrica, essendo uno dei motivi di scetticismo nell’adottare un veicolo elettrico – secondo un’indagine condotta in Italia da Format Research, il 46,2% degli intervistati è frenato dalla poca capillarità delle infrastrutture di ricarica sul territorio. C’è ancora molto da fare ed è essenziale mantenere l’impulso che ha visto raddoppiare i punti di ricarica nel nostro Paese negli ultimi due anni.