Il riciclo delle batterie è un tema cruciale per garantire la sostenibilità delle stesse: ecco le pratiche da adottare per una economia circolare e sostenibile
La mobilità elettrica contribuisce all’abbattimento delle emissioni, ma c’è un problema, ovvero lo smaltimento delle batterie agli ioni di litio che rappresentano il cuore di questi veicoli e della transizione verso un nuovo modello di trasporto più ecologico.
L’importanza del riciclo delle batterie
Si tratta di una questione delicata che abbiamo già affrontato in precedenza in merito alle iniziative riguardo il ciclo di vita degli accumulatori, con l’obiettivo di far sì che si possa incentivare una produzione responsabile e sostenibile e che le batterie possano avere una nuova vita una volta esaurite le loro funzioni. È il principio dell’economia circolare che è fondamentale tanto quanto la conversione verso una mobilità a zero emissioni se si vuole uno sviluppo davvero sostenibile.
Come applicare questo concetto alle batterie? Anzitutto, al loro interno si trovano metalli preziosi che sono sì inquinanti, ma che possono essere recuperati. C’è da dire comunque che questo processo con gli accumulatori agli ioni di litio non è ancora entrato a regime: il che rappresenta un’occasione persa visto che, come riporta il blog della Union of Concerned Scientists, “entro il 2050, il riciclo delle batterie potrebbe fornire dal 22 al 27% di litio, dal 40 al 46% di nichel e dal 45 al 52% di cobalto necessari per i veicoli elettrici negli Stati Uniti”. Proprio gli USA sono al lavoro per implementare un sistema per far fruttare questo capitale, cercando così di migliorare un valore che nel riciclo globale di questi materiali rappresenta il 7%, contro l’80% di una Cina che ha una posizione prominente nel mercato delle batterie.
Sempre restando negli Stati Uniti, che stanno cercando di insidiare la concorrenza cinese in questo settore tramite anche i recenti provvedimenti dell’esecutivo Biden, sono stati stanziati dal Congresso 3 miliardi di dollari per un programma di lavorazione del materiale delle batterie nella legge federale sulle infrastrutture approvata da democratici e repubblicani, ed altri 3 miliardi per la produzione ed anche il riciclo delle batterie domestiche.
Inoltre sono stati assegnati quasi 74 milioni di dollari a dieci progetti di ricerca e sviluppo nel riciclo e riutilizzo fondi, mentre dai dati che circolano le aziende impegnate nel settore del riciclo delle batterie danno prova di prestazioni di recupero dei materiali con tassi del 95-98%.
Le cinque pratiche per il corretto recupero delle batterie e le iniziative UE
Ma quali sono le pratiche che istituzioni ed imprese possono adottare per consentire agli accumulatori di potersi inserire in una economia circolare? Sempre la Union of Concerned Scientists fissa cinque paletti:
- Il produttore della batteria deve essere messo nelle condizioni di poter ritirare la stessa: in pratica una sorta di chiamata alla presa di responsabilità, garantendo il riuso ed il riciclo degli accumulatori. A livello europeo esiste già una pratica simile, sancita dal regolamento adottato dalla Commissione nel 2020 che impone il ritiro obbligatorio da parte del produttore per le batterie industriali ed anche quelle relative a mezzi ed autoveicoli, a prescindere che vengano vendute o meno. Quest’anno, è stato raggiunto un accordo provvisorio riguardo il tema delle batterie alla luce dei nuovi progressi tecnologici.
- Sostegno ad una logistica che possa essere sicura, efficiente ed economica nel trasporto delle batterie. È un processo molto delicato, che può costituire un valore che va dal 40 al 60% dei costi di riciclo delle stesse. Di conseguenza le istituzioni possono finanziare la ricerca per rendere meno rischioso il trasporto e sostenere i programmi di formazione dei lavoratori, oltre a spingere i produttori ad indicare in maniera chiara le componenti delle batterie (come ha stabilito la Commissione europea e come si propone di fare la Global Battery Alliance, realtà associativa che riunisce più di 120 aziende nel settore e nella filiera delle batterie).
- Rendere fattibile la rimozione delle batterie, con i produttori incentivati a garantire un facile smontaggio per far sì che possano essere effettuati test di qualità e far proseguire il ciclo di vita. Nel citato accordo adottato nel 2022 dal Parlamento europeo e dal Consiglio europeo viene menzionata proprio questa pratica, che potrebbe accelerare il riutilizzo delle batterie per lo stoccaggio dell’energia. Si prevede che entro il 2030 più di 200 gigawattora provenienti dagli accumulatori usati dei veicoli elettrici potranno essere disponibili per lo stoccaggio dell’energia, soddisfacendo così la domanda prevista degli accumulatori di rete.
- Garantire una migliore divulgazione alle informazioni da parte delle aziende sulle caratteristiche delle batterie e sui test di qualità delle stesse, e consentire un facile accesso a questi dati.
- Investire nella ricerca e nelle infrastrutture per il riciclo delle batterie domestiche.