In un Paese che ha fatto del “green” il proprio vanto, la capitale punta a offrire servizi di mobilità a impatto zero. Ma con qualche stortura che, con la giusta attenzione, può essere aggiustata.
Muoversi coi mezzi senza avere un impatto sull’ambiente. Questo l’obiettivo dell’amministrazione di Oslo, in Norvegia: tant’è che ha annunciato che entro quest’anno tutto il sistema di trasporti pubblici sarà elettrificato. Ma non tutto è così semplice come sembra.
Come cambieranno i trasporti della capitale norvegese
Gli autobus a diesel di Oslo scompariranno. Al loro posto sono stati acquistati 450 mezzi elettrici, che viaggeranno sulle strade della città entro fine di quest’anno insieme ai 200 già presenti. Ma non solo: nella città si trovano già anche treni e tram elettrificati.
Per portare avanti questo progetto sono stasi spesi 47 milioni di euro, ma secondo le autorità locali sul lungo termine ci sarà un ritorno dell’investimento: “La manutenzione è più economica [rispetto ai mezzi tradizionali] – ha spiegato Sirin Stav, la consigliera comunale per l’Ambiente e i Trasporti – e quindi conviene anche agli operatori dei bus elettrici”.
Un cambiamento fatto anzitutto per migliorare la vita dei cittadini, riducendo l’inquinamento atmosferico – d’altronde, in Europa la più grande minaccia per la salute delle persone è proprio questo fenomeno (che ha causato 300.000 morti premature solo nel 2019) – ma chiaramente con un obiettivo più grande. Oslo è tra i membri della C40 già dal 2012: un’intesa tra sindaci di tutto il mondo che si sono voluti impegnare per combattere il cambiamento climatico attraverso politiche ecologiche locali.
Gli altri effetti di una scelta come questa
Ma non soltanto meno inquinamento. Secondo Øystein Dahl Johansen, rappresentante dell’azienda di trasporto pubblico di Oslo, Ruter, questi mezzi saranno anche più comodi e silenziosi. “Molti dei bus a diesel che verranno sostituiti erano vecchi di 10 anni”, ha spiegato.
Inoltre, secondo i progetti dell’impresa norvegese, ci potrebbe essere un guadagno in valore offerto alla città dai turisti. “Un trasporto pubblico libero da emissioni rende Oslo una città migliore in cui vivere – ha aggiunto Johansen – con meno inquinamento dell’aria e rumori”. Inoltre, la località si sta attrezzando ulteriormente con veicoli privati e taxi elettrificati e così via. Con l’obiettivo di essere il più “pulita” possibile nel breve termine.
Nello specifico, l’obiettivo dell’amministrazione di Oslo è di avere una città a emissioni zero entro il 2030, allineandosi con molte altre città europee. Questo avverrà anche attraverso la creazione di tragitti da effettuare a piedi o in bicicletta.
Le ombre sulle scelte norvegesi
Non è, però, tutto perfetto. Quello dell’elettrico, infatti, è un settore con i suoi limiti. Le emissioni nocive si sviluppano lungo tutto il processo di creazione dei veicoli, d’altronde. Il che vuol dire che gli autobus elettrici, e in particolare le batterie al loro interno, non sono del tutto sostenibili a meno che non vengano effettuati dei controlli di sostenibilità accurati.
“Ci sono grandi emissioni, problemi ambientali e violazioni dei diritti umani associate con l’industria delle batterie” ha commentato la specialista per i trasporti del gruppo ambientalista ZERO Ingvild Roerholt. Proprio per questo gli attivisti terranno d’occhio i documenti sulla sostenibilità di Ruder nel corso dei prossimi mesi.
Si aggiunge che buona parte degli innovativi progetti di welfare che hanno garantito ai cittadini norvegesi grossi incentivi per l’acquisto di mezzi elettrici – grazie ai quali il Paese si è posizionato come primo per circolazione di EV al mondo – sono finanziati dai suoi guadagni per l’esportazione di petrolio e gas. Nel frattempo, nelle case norvegesi entra energia pulita: quasi la totalità del sistema è infatti sostenuto dall’idroelettrico.
Un vero e proprio dilemma morale nazionale, ma che può aprire la via ad un buon esempio. “Se tutti smettono di usare i combustibili fossili – ha spiegato la rappresentato del partito dei Verdi Lan Marie Nguyen Berg – non ci sarà più nessuno a cui vendere petrolio”. Ed è questo, alla fine, l’obiettivo. Nonostante le ombre.