Roma, 03/12/2024
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Alcuni costruttori europei criticano l’Euro 7: “Meglio incentivare di più la mobilità elettrica”

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I principali costruttori europei puntano il dito contro la proposta di regolamento che reputano troppo stringente sulle auto termiche ed elettriche. Da Stellantis a Renault, le critiche sugli Euro 7 all’UE, giudicata ancora troppo inerte rispetto alla concorrenza di USA e Cina nel mercato delle vetture EV

Gli standard Euro 7 potrebbero essere un ostacolo all’elettrico? Sono convinti di questa tesi i principali costruttori automobilistici, che ritengono queste nuove regole “uno spreco di risorse”.

Cos’è l’Euro 7 e cosa comporta

L’Euro 7, per chiarirci, punta a ridurre ulteriormente le emissioni prodotte dai veicoli garantendo una migliore qualità dell’aria tutelando quindi anche la salute delle persone: è uno standard fissato dall’Unione Europea valido non solo per le vetture a benzina e diesel, quindi con motore termico, ma anche per quelle elettriche ed ibride plug-in (nel loro caso, parliamo dal particolato emesso da freni e pneumatici, oltre alla durata delle batterie e la loro sostenibilità, con un livello prestazionale pari ad almeno l’80% per i primi cinque anni per 100.000 km e tra il 70% ed 80% sino ad 8 anni per 160.000 km).

Con l’entrata a regime di questo nuovo standard si punta ad una riduzione del 35% rispetto al precedente Euro 6 in termini di monossido e biossido d’azoto prodotto, mentre per freni e gomme ci dovrebbe essere una riduzione del 27%. Per quanto riguarda i mezzi pesanti, le riduzioni saranno più decise, sino all’80%.  Da notare che il monitoraggio non avverrà soltanto durante la fabbricazione e l’omologazione delle auto, ma anche durante il ciclo di vita delle stesse tramite delle tecnologie installate nei veicoli e che raccoglieranno in tempo reale dati utili.

Il sistema entrerà in vigore nei Paesi dell’UE a partire dal primo luglio 2025, nonostante diversi costruttori avessero chiesto un rinvio di almeno un anno – invece per i mezzi pesanti lo standard sarà applicato direttamente dal primo luglio 2027. Le grandi case automobilistiche inoltre hanno messo in guardia su un possibile innalzamento dei prezzi di listino per adeguare le loro auto al nuovo standard, sia per l’adeguamento dei sistemi di filtraggio che per compensare con motori più prestanti e con maggiore cilindrata la limitazione delle emissioni. Tuttavia, secondo la Commissione europea, gli aumenti potrebbero variare dai 90 sino ai 150 euro per le auto, e più o meno 2500 euro per i veicoli pesanti, con costi quanto più possibile contenuti.

Tavares, ad di Stellantis: “L’Euro 7 toglie le risorse all’elettrico”

Lo scorso ottobre Carlos Tavares, amministratore delegato del gruppo Stellantis, durante il suo intervento all’Automobilwoche Kongressdi Berlino ha criticato “i limiti europei alle emissioni delle auto”, la cui incertezza a suo dire non farà altro che regalare un assist concorrenziale alla Cina. Come riporta la Reuters, l’ad ha infatti dichirato: “Non penso che l’Europa abbia bisogno dell’Euro 7 […] perché va a distogliere parte delle nostre risorse di ricerca e sviluppo, mentre i competitor cinesi arrivano sul nostro mercato concentrandosi sulla tecnologia delle auto elettriche. Perché stiamo sprecando le nostre energie per una tecnologia che vogliamo vietare? Non ha senso“.

Sempre secondo Tavares, imporre limiti molto stringenti sulle attuali generazioni di auto termiche, prima che l’elettrico possa avere un mercato più generalizzato di quello odierno, rischierebbe di creare “tensioni sociali” (non a caso Stellantis è uno dei vari costruttori europei che sta facendo pressione sull’UE per una maggiore flessibilità, per così dire, sulla fine della vendita delle auto a benzina e diesel dal 2035). Tuttavia i progressi stanno andando rapidi, con un potenziale di crescita – anche delle infrastrutture – che riportiamo su queste pagine, e anche secondo il CEO di Stellantis tra cinque o sei anni gli utenti potranno beneficiare di auto EV a costi più alla portata di tutti.

De Meo (Renault): “L’Europa deve diventare più competitiva sull’elettrico”

Le parole di Tavares erano state espresse prima che l’UE ammorbidisse i regolamenti dell’Euro 7, ma più recentemente – ovvero questo mese – si è fatto sentire anche Luca De Meo, amministratore delegato del Gruppo Renault ed a capo di Acea Auto, ovvero l’associazione dei maggiori costruttori di auto europei.

La conformità all’Euro 7 comporterebbe un aumento dei costi che potrebbe dissuadere i clienti dall’acquistare queste nuove auto. Ciò potrebbe allungare la vita del parco auto: le auto più vecchie, con emissioni più elevate, rimarrebbero più a lungo sulle strade“, ha dichiarato De Meo, puntando il dito sulla scarsa lungimiranza ed attivismo dell’UE rispetto ad una concorrenza che non è solo cinese, in posizione predominante in termini di materie prime per le batterie (sempre che il maxigiacimento di terre rare in Svezia scoperto recentemente non possa far veramente svoltare il nostro continente) e nella catena di approvvigionamento, ma è anche statunitense, visto il colossale piano di stimolo dell’Inflation Reduction Act che l’amministrazione Biden ha approvato nel 2022, e che prevede forti incentivi nella transizione verde verso la mobilità alternativa.

In conclusione, De Meo ha auspicato che l’UE possa rivedere i propri investimenti nei confronti dell’Euro7, orientandolo invece per rendere le auto elettriche più alla portata di tutti, magari attraverso le soluzioni legate all’attuazione del Green Deal europeo.

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