Le tempistiche di ricarica per le auto elettriche si fanno sempre più efficienti: ecco i modelli EV più rapidi. Ma intanto in Italia si assiste ad una flessione del mercato di questo tipo di vetture
Si indaga su quali siano i modelli di vetture elettriche più rapidi da ricaricare, visto il mercato in forte ascesa in Europa (con l’eccezione dell’Italia, come vedremo a breve). Difatti, è fondamentale considerare non solo l’autonomia, ma anche il tempo necessario per determinare una carica completa in modo da poter gestire diverse centinaia di chilometri in tranquillità prima della prossima stazione o colonnina, e senza stare troppe ore in attesa che la batteria sia piena.
L’importanza della capacità della batteria
Per districarsi nell’acquisto, occorre anzitutto sapere che più è alto il valore del kWh associato alla batteria, più sarà elevata la quantità di energia che si può accumulare durante la ricarica per poi essere rilasciata per far andare la vettura.
Ma è il contesto a fare la differenza: se si usa un’auto elettrica per tragitti abitudinari, come quello giornaliero casa-lavoro, molto probabilmente ci si orienta su un mezzo a cui basti una singola carica a piena capacità, a cui siano necessarie circa otto ore o una ricarica notturna. All’opposto, se invece l’uso è quello di macinare molti chilometri o tratti a lungo raggio, bisogna prestare più attenzione a valori come autonomia e capacità della batteria, considerando la necessità non solo di fare delle soste in viaggio per la ricarica, ma anche che queste non richiedano troppo tempo.
Come ha spiegato Silvia Gramlich, responsabile dello sviluppo della tempistica e dell’efficienza di ricarica per Audi, “i clienti non dovrebbero essere interessati solo al valore massimo della potenza di ricarica, ma piuttosto a come si conserva e come potrebbe essere necessario ridurla durante un processo di ricarica, perché altrimenti le batterie, per motivi fisici, si surriscaldano. La domanda cruciale per loro: quanti kilowattora posso ricaricare e in quale lasso di tempo?”.
Solitamente, con le auto elettriche i costruttori fanno riferimento ad un tempo di ricarica necessario per arrivare all’80%, valore limite dopo il quale i tempi per arrivare al 100% si dilatano offrendo un peggior rapporto tra autonomia e tempo. Per riempire il restante 20%, i proprietari non sarebbero certo disposti ad aspettare a lungo quando hanno un’auto comunque quasi del tutto carica: è un principio che si applica ad esempio anche sugli smartphone, per i quali si raccomanda sempre di arrivare ad una potenza massima dell’80%. Al tempo stesso, non bisognerebbe mai ricaricare l’auto allo 0%.
I modelli più efficienti e rapidi nei tempi di ricarica delle auto elettriche
Basandosi su questo assunto, al momento sul mercato la Genesis Electrified GV70 con capacità della batteria pari a 77.4 kWh ed autonomia di 445 km richiede 18 minuti per una ricarica all’80%, alla pari della KIA EV6 e della Hyundai Ioniq 5: in pratica, sono i migliori rapporti autonomia-tempo nel panorama delle vetture elettriche.
Bene anche l’Audi E-Tron GT con una capacità della batteria pari a 93,4 kWh ed un’autonomia di 488 km, che necessita invece di 21 minuti: inoltre, secondo i dati forniti dalla casa di Zuffenhausen, con i primi quattro minuti di ricarica si guadagnano sino a 99 km di autonomia.
30 invece i minuti per una ricarica semi completa per le Tesla Model 3 e Model Y, quest’ultima la vettura elettrica più venduta in Italia al mese di novembre 2022, mentre il rapporto per l’ottava nella classifica delle EV acquistate lo scorso mese nel nostro territorio, ovvero la Volkswagen ID.3, è di 14,88 km ottenuti ad ogni minuto di ricarica a 125 kW all’ora, che diventano 14,06 km al minuto per la ID.4.
Per la BMW iX1 da 65 kWh e 440 km di autonomia servono 29 minuti, che salgono a 31 per la i4 da 80,7 kWh, 32 per la iX3, 34 per la i7 e 35 per la iX. Per la Jaguar I-Pace con capacità della batteria pari a 90 kWh sono necessari 45 minuti, mezz’ora invece per i modelli Mercedes-Benz EQA, EQB ed EQC. Ovviamente bisogna considerare fattori concomitanti come la temperatura della batteria, che possono influire sulla ricarica.
Gli altri fattori da considerare in termini di autonomia e ricarica
Tuttavia, non sono solo la capacità della batteria e l’autonomia ad essere importanti per determinare la rapidità della ricarica: per quest’ultima è importante considerare anche l’efficienza del sistema di raffreddamento (secondo Gramlich, una velocità di ricarica sostenuta può rallentare in maniera drastica in caso di accumulo troppo rapido di calore), per cui modelli come l’Audi Q8 E-Tron che richiedono 31 minuti per arrivare all’80% possono contare su un design particolare del sistema di raffreddamento che in parte è alla base di questa tempistica.
Invece, modelli come Porsche, Hyundai, Kia e Genesis poggiano i loro relativamente brevi tempi di ricarica su un voltaggio pari a ben 800 volt rispetto ai 400 che toccano le altre vetture elettriche. In questo modo una specie di pressione di carica degli elettroni è in grado di esercitare maggiormente la propria azione, spingendo quindi maggiore autonomia nelle celle in tempi più brevi. Tutti i costruttori inoltre prevedono forme di ricarica CC, a corrente continua, più rapida rispetto a quella domestica (CA), che può andare dai 3,7 kW fino a 22 kW.
Questi i punti da tenere a mente quando si compra una vettura elettrica, ma in Italia il mercato ha subito una battuta d’arresto.
Frena il mercato delle auto elettriche in Italia: i dati
Come riportano i dati relativi alle immatricolazioni nel nostro Paese nei primi nove mesi del 2022, le vetture a zero emissioni hanno dovuto incassare un calo del 23,6% in confronto allo stesso periodo del 2021.
In pratica, la quota di mercato è scesa dal 4 al 3,6%, con 36 090 immatricolazioni a fronte delle 47 241 dell’anno precedente. In Europa invece questi valori segnano una crescita positiva del 26%, sempre nello stesso periodo di riferimento: in Germania ci sono state 272.473 immatricolazioni di EV, per dire, uno dei dati più alti nella zona europea.
Perché si vendono meno EV in Italia
I motivi di questa battuta d’arresto possono dipendere da incentivi che nel 2022 sono un po’ troppo bassi (3000 euro in caso di rottamazione o 1500 con un nuovo acquisto, a fronte del massimo 6000 euro nel triennio precedente), e possono essere utilizzati per vetture non più care di 35 000 euro, ed il mercato attuale non offre molte alternative in tal senso.
Certo, c’è l’opportunità per chi ha un Isee sotto i 30 000 euro di poter usufruire di un incentivo sino a 7500 euro per la rottamazione, ma redditi di quel genere, generalmente, non consentono di poter spendere cifre tuttora importanti quali sono quelle richieste attualmente dalle auto elettriche.
Pesa poi l’esclusione dallo scorso anno dai nuovi incentivi per le imprese che mettono in atto il noleggio a lungo termine per auto aziendali, il mancato sfruttamento dei fondi del PNNR per i piani di incentivo ed infine, vexata quaestio, il problema delle infrastrutture di ricarica in Italia.