Almeno 220,8 miliardi di dollari tra il 2009 e il 2023, secondo una nuova ricerca del Center for Strategic and International Studies (CSIS), sono i finanziamenti stanziati per l’industria dei veicoli elettrici dal governo cinese.
I finanziamenti nei primi nove anni in esame dal CSIS sono stati di circa $ 6,74 miliardi all’anno, prima di triplicare nei successivi tre anni, per aumentare di nuovo dal 2021 in poi.
Questi dati, tuttavia, possono essere considerati al ribasso, per via dell’esclusione di alcuni fattori. Questa stima altamente conservativa non include tre tipi di supporto.
Nonostante il cambiamento della politica nazionale, alcune località, tra cui Shanghai, Shenzhen e Changping District, a Pechino, hanno creato programmi di sconto per incoraggiare l’acquisto di veicoli elettrici. Poiché è difficile ottenere un quadro completo di questo supporto, tenendo conto delle diversita’ tra le regioni, e nel corso degli anni, questa tipologia di supporto è lasciato fuori dalle stime.
In secondo luogo, terre a basso costo, elettricità e credito non sono inclusi, principalmente perché è estremamente difficile calcolare il loro valore complessivo con precisione. Questo tipo di supporto, tuttavia, è significativo e potrebbe essere fondamentale per alcuni singoli produttori di veicoli elettrici.
I supporti del governo cinese
Un recente rapporto della Banca Mondiale indica che, nel 2022, il settore automobilistico nel suo complesso ha ricevuto prestiti con tassi di interesse di circa il 2%, la metà della media ponderata per tutti i prestiti commerciali e industriali.
Alcuni produttori di veicoli elettrici privati hanno anche accettato il finanziamento azionario da entità statali.
L’esempio più importante è NIO, che, nel 2020, ha ricevuto un’iniezione di 5 miliardi di RMB dal governo municipale di Hefei, in cambio di una partecipazione del 17% nel core business della società. Hefei, in seguito, ha incassato la maggior parte delle sue partecipazioni nel 2022.
Il CSIS non ha preso in considerazione, inoltre, i sussidi a favore di tutte quelle aziende che fanno parte della supply chain delle case automobilistiche, come quelle che trasformano le materie prime o i costruttori di batterie.
Secondo i rapporti annuali di CATL, colosso dell’industria delle batterie per gli EV, che nel 2023 deteneva una quota del 43,1% del mercato cinese e il 36,8% del mercato globale, i suoi sussidi governativi sono passati da $76,7 milioni nel 2018 a $ 809,2 milioni nel 2023.
EVE Energy, che si colloca al quarto posto in Cina, ha ottenuto 208,9 milioni di dollari in sussidi nel 2023.
Il governo cinese, inoltre, darà una sovvenzione una tantum di 10.000 yuan, pari a 1.380 dollari ai consumatori che acquisteranno un modello più recente.
I proprietari di vetture, immatricolate prima del 2018 che non rispettano gli standard di emissioni “China 2007”, che acquisteranno un nuovo veicolo, otterranno 10.000 yuan. Coloro che posseggono veicoli più recenti riceveranno 7.000 yuan.
Il mercato cinese dei veicoli elettrici è sovraffollato
Esistono 200 produttori di veicoli elettrici in Cina.
Questa numerosità, da una parte, ha aiutato la produzione e la concorrenza a esplodere, ma ha anche portato ad una guerra dei prezzi e all’aumento delle esportazioni.
Se si prevede che più di 1 auto su 5 vendute in tutto il mondo, nel 2024, sarà elettrica e la domanda è pronta a salire il prossimo decennio, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), c’e’ da dire che l’ultima versione del rapporto Global EV Outlook ha rilevato che le vendite di auto elettriche saranno “robuste” nel 2024. Entro la fine dell’anno, gli acquirenti acquisteranno 17 milioni di veicoli elettrici, rispetto ai 14 milioni del 2023.
Le vendite globali di veicoli elettrici sono cresciute del 25% nel primo trimestre rispetto allo stesso periodo del 2023.
“Piuttosto che ridursi, la rivoluzione globale dei veicoli elettrici sembra essere in fase di crescita”, ha dichiarato Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE, facendo presente che quasi 1 auto su 3 vendute in Cina, entro il 2030, sarà elettrica.
In Cina, circa 10 milioni di veicoli elettrici dovrebbero essere venduti nel 2024, pari al 45% di tutte le vendite di auto nel più grande mercato automobilistico del mondo.
Sebbene l’AIE abbia scoperto che la crescita delle vendite è rimasta simile a quella dello scorso anno, molte case automobilistiche stanno continuando a segnalare scarse vendite di veicoli elettrici e margini sempre piu’ ridotti.
La guerra globale per i veicoli elettrici (EV) si è riscaldata nelle ultime settimane e minaccia di diventare ancora più calda nei prossimi mesi.
Il 12 giugno 2024, la Commissione europea ha annunciato sanzioni provvisorie che vanno dal 17,4% al 38,1% contro i veicoli elettrici importati dalla Cina.
La mossa dell’Unione europea (UE) per contrastare le sovvenzioni cinesi ha seguito l’imposizione da parte dell’amministrazione Biden delle tariffe, a metà maggio, rispetto a una gamma di prodotti ad alta tecnologia dalla Cina, tra cui il 100% delle tariffe sui veicoli elettrici e il 25% sulle batterie EV.
Le nuove tariffe dell’amministrazione Biden mirano a proteggere i lavoratori e i produttori americani.
Il segretario al Tesoro, Janet Yellen, ha affermato che gli Stati Uniti non permetteranno una seconda ondata di importazioni cinesi a basso costo, che hanno contribuito a cancellare circa 2,4 milioni di posti di lavoro nel settore manifatturiero degli Stati Uniti.
I partner commerciali cinesi sostengono che queste tensioni sono il risultato della politica industriale cinese e delle pratiche commerciali sleali.
La Cina sostiene, invece, che le sue crescenti esportazioni riflettono il vantaggio comparativo naturale del Paese e l’alta qualità dei prodotti delle sue aziende.
La scelta della Cina verso i veicoli elettrici è stata incredibilmente rischiosa e molte aziende potrebbero non sopravvivere a una concorrenza spietata in patria e a un crescente protezionismo all’estero.
Il passaggio ai veicoli elettrici, tuttavia, sembra assicurato e alcuni produttori cinesi di auto e batterie saranno sicuramente i pilastri dell’industria globale.
Tesla è l’eccezione più notevole
C’è stato certamente un sostanziale trasferimento tecnologico attraverso le joint venture che la Cina ha richiesto dalla metà degli anni ’90.
Sebbene la Cina abbia formalmente rimosso i massimali sui coefficienti azionari di joint-venture (JV) detenuti da società straniere nel 2022, secondo la Camera di commercio americana in Cina, i produttori stranieri in realtà incontrano difficoltà nell’ottenere una quota di maggioranza, acquistare i loro partner cinesi o stabilire nuove filiali interamente di proprietà in Cina.
Tesla è l’eccezione più notevole.
Detto questo, i recenti progressi sono stati guidati non da JV, ma da aziende private indipendenti cinesi, tra cui BYD, Geely, Great Wall, NIO, Li Auto e XPeng, che hanno sviluppato le proprie capacità ingegneristiche e di progettazione, oltre a beneficiare della guida di società di consulenza automobilistica globali e di partnership estere, come la proprietà di Volvo da parte di Geely.
Altrettanto importante e’ il passaggio dai motori a combustione interna (ICE) ai motori elettrici, che ha ridotto radicalmente il gap tecnologico, consentendo alle start-up del settore informatico (IT) di far parte di questo ecosistema.
I produttori di veicoli elettrici cinesi e i produttori di batterie hanno fatto enormi progressi e devono essere presi sul serio. L’intensità energetica, l’autonomia e l’affidabilità delle batterie EV cinesi sono aumentate in modo significativo negli ultimi anni, mentre la progettazione complessiva, i sistemi di infotainment e le capacità di autonomia dei modelli cinesi sono avanzati.
Di conseguenza, i governi occidentali devono valutare attentamente i pro e i contro delle loro opzioni politiche sia difensive che offensive.