Riyadh punta al 30% di veicoli elettrici entro il 2030. Musk rilancia in Medio Oriente mentre Tesla cerca di invertire il trend negativo nelle vendite globali.
Tesla ha ufficialmente avviato le proprie operazioni in Arabia Saudita, segnando un momento cruciale non solo per il colosso dell’auto elettrica guidato da Elon Musk, ma anche per la strategia energetica e industriale della monarchia saudita. L’annuncio, accompagnato da un evento spettacolare in una piazza adornata da palme e maxischermi, testimonia il rinnovato asse tra Musk e Riad, dopo anni di tensioni e mancati accordi.
Cybertruck e Model Y protagonisti del debutto saudita
Sotto i riflettori, il futuristico Cybertruck e la nuova versione del Model Y hanno attirato l’attenzione di media e appassionati locali, mentre in sottofondo scorrevano immagini suggestive del veicolo che solcava le dune saudite. Tuttavia, l’assenza fisica o in videocollegamento di Elon Musk non è passata inosservata: “Sono molto deluso di non averlo visto”, ha commentato un fan locale. L’evento ha comunque confermato l’interesse di Tesla ad aprire store temporanei nei centri commerciali del Paese, a introdurre la possibilità di acquisto online e a sviluppare una rete di Supercharger e centri di assistenza.
Tesla: vendite in calo e nuova spinta sui mercati emergenti
Il lancio saudita arriva in un momento delicato per Tesla: nel primo trimestre del 2025, l’azienda ha registrato un calo delle vendite del 13% su base annua — il peggior dato degli ultimi tre anni. Alla base di questa flessione ci sono molteplici fattori: la crescente concorrenza internazionale, un portafoglio prodotti che necessita aggiornamenti, e la controversa esposizione politica di Musk, oggi figura centrale nell’amministrazione Trump e a capo del nuovo Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE).
Questa nuova espansione nel Golfo Persico rappresenta quindi un tentativo di allargare la base clienti in mercati ancora poco penetrati ma ricchi di potenziale economico.
La strategia EV dell’Arabia Saudita: ambizione e ritardi infrastrutturali
Il contesto locale è complesso. Se da un lato il regno saudita ha fissato obiettivi ambiziosi – 30% di veicoli elettrici entro cinque anni, partendo da circa l’1% nel 2024 – dall’altro il divario infrastrutturale è evidente: al momento, l’intera autostrada est-ovest che collega Riyadh a Mecca (900 km) non ha nemmeno una colonnina di ricarica. In totale, l’Arabia Saudita conta appena 101 stazioni di ricarica contro le 261 degli Emirati Arabi Uniti, nonostante la popolazione saudita sia tripla.
Tesla ha annunciato che i primi Supercharger saranno installati in tre città strategiche, ma la sfida infrastrutturale resta uno degli ostacoli principali al raggiungimento degli obiettivi.
Geopolitica e interessi incrociati: Musk, Trump e Riad
Il ritorno di Tesla in Arabia Saudita ha anche un significato politico. Musk, un tempo in contrasto con il fondo sovrano saudita per un mancato investimento miliardario, sembra ora aver riallacciato i rapporti, complice anche il suo ruolo di primo piano nell’amministrazione Trump. Proprio Trump è atteso in visita ufficiale a Riad nelle prossime settimane, nel suo primo viaggio internazionale da presidente rieletto, e questo potrebbe rafforzare ulteriormente il dialogo strategico tra Washington, Tesla e il regno saudita.
Nel frattempo, vale ricordare che il Public Investment Fund (PIF) saudita è uno dei maggiori investitori in Lucid Motors, concorrente diretto di Tesla nel segmento elettrico premium.
Tra sfide commerciali e influenza globale
Il debutto saudita di Tesla è una mossa chiave per rafforzare la presenza in Medio Oriente, attirare nuova domanda in un contesto geopolitico favorevole e contrastare le difficoltà nei mercati maturi. Tuttavia, senza un’espansione rapida della rete di ricarica e una più chiara pianificazione logistica e industriale, anche la strategia più ambiziosa rischia di infrangersi contro ostacoli strutturali.
Per Musk, la posta in gioco è alta: oltre alla competizione commerciale, si gioca anche il ruolo di leader di riferimento dell’auto elettrica globale in un mondo che, tra guerre dei dazi e transizione energetica, cambia volto sempre più rapidamente.