I prezzi delle auto negli ultimi anni stanno conoscendo una certa impennata. Quali sono i motivi e cosa dobbiamo aspettarci? Perché questi rincari sono la spia di una potenziale rivoluzione nel mercato
In un settore, quello automobilistico, che vivendo un momento di trasformazione senza precedenti (e anche di crisi, ma si sa che le crisi sono il preludio ad un cambiamento), si sta creando una situazione particolare legata ai prezzi delle vetture. Ovvero, è in atto una tendenza al rialzo.
Cosa sta succedendo ai prezzi delle auto
Diverse rilevazioni, sia in Italia che all’estero, mettono in luce questa crescita nei listini. Secondo il Centro Studi Fleet&Mobility nel 2024 il costo medio di una vettura nel nostro Paese ha superato i 30.000 euro, contro i poco più di 20.000 del 2019. Nel mezzo, sappiamo, la pandemia, la crisi dei semiconduttori, le guerre, la recessione globale, normative europee che hanno imposto sistemi di assistenza alla guida e di sicurezza sempre più sofisticati: insomma una serie di cigni neri che hanno avuto impatti notevoli sull’economia, sulle catene di fornitura e sulle materie prime.
E sono saliti anche i prezzi dell’usato, passando dai 16.000 euro medi del 2019 ai 22.000 del 2024.Nel frattempo alcune case automobilistiche stanno puntando, visti i chiari di luna, nell’orientarsi più su maggiori margini che sui volumi di vendita. Tradotto: diversi marchi si stanno concentrando più sull’offerta nei segmenti premium, che su quella legata alle utilitarie.
L’erosione del potere di acquisto a fronte dei rincari
Il problema è che in questi anni, tra inflazione e tutto il resto, il potere di acquisto non è andato di pari passo con la crescita dei prezzi. E che spingono i consumatori a considerare l’auto come ormai un bene di lusso. Soprattutto in Italia, dove tra l’altro siamo storicamente più orientati ad acquistare vetture dei segmenti A e B. Anch’essi soggetti comunque ai rialzi di listino.
Altri dati, riportati dall’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (UNRAE), sottolineano comunque che gli aumenti nel breve periodo sono stati più contenuti. Tra il 2023 e il 2024, infatti, il prezzo medio è salito solo dello 0,8%. È tuttavia un dato di fatto che i listini si sono gonfiati, anche per via della maggiore tecnologia presente nei veicoli. In controtendenza Tesla, attualmente alle prese con una situazione piuttosto delicata e il cui prezzo della Model Y è sceso a 42.690 euro rispetto ai precedenti 48.000. Ma questo è dovuto da una parte dagli incentivi del 2024, e dall’altro come risposta alle dirette concorrenti elettriche cinesi dai prezzi concorrenziali.
La tendenza del rialzo dei prezzi è comunque generalizzata, come analizza Tim Pollard su CarMagazine. Il quale fa l’esempio della Dacia Sandero che nel 2020 veniva in Gran Bretagna poco meno di 8.000 sterline, per poi salire attualmente a 12.595 (“Un aumento del 58% in poco più di due anni”).
Il mercato automobilistico in una fase di profonda trasformazione
Come abbiamo visto, stiamo vivendo una congiuntura storica dove diversi fattori spingono al rialzo i prezzi delle auto. E alla conseguente crisi. Inoltre siamo nel pieno di una difficile (per ora) transizione all’elettrico, pressati dalla Cina che sta arrembando un settore storicamente non suo con la forza delle sue BEV. E nel frattempo in Europa i costruttori devono fare i conti con norme sulle emissioni decise dall’UE e con il bando dei motori tradizionali, sebbene le istituzioni comunitarie di recente abbiano allentato un po’ la presa.
E in tutto ciò, come abbiamo detto, le case decidono di optare per segmenti per loro più remunerativi, ovvero quelli premium. In tempi difficili, insomma, meglio fare molti soldi e subito, detto brutalmente. Orientandosi quindi su una clientela danarosa e che non ha problemi a spendere decine di migliaia di euro per una vettura. E inoltre le utilitarie faticano a pareggiare con i costi richiesti per rispondere alle normative sulla sicurezza e sulle emissioni.
Le auto stanno diventando un lusso?
Stiamo andando quindi verso un mercato dell’auto sempre più di lusso? Meno veicoli venduti, ma con maggiori profitti? È insomma la fine del mercato di massa dell’automotive e delle entry level? Sicuramente dopo il Covid il paradigma è cambiato. Ma è presto per capire se si tratta di una tendenza di assestamento che sarà momentanea, o l’inizio di una nuova era nei consumi e delle abitudini automobilistiche.
Così come il fast fashion ha cambiato il nostro modo di approcciarci alla moda e lo streaming il settore dello spettacolo, anche l’automotive sta vivendo comunque quella che potrebbe essere una rivoluzione del nostro modo di concepire questa industria e questo mercato.