Per la prima volta nascerà un impianto di produzione di batterie litio-ferro-fosfato fuori dalla Cina: lo realizzerà Ford nel Michigan. La cosa potrebbe dare un impulso importante al mercato delle auto elettriche
Proseguono i passi avanti nello sviluppo di batterie più efficienti e più convenienti per i veicoli elettrici: in una fase storica in cui fanno discutere i bandi delle vetture con motore termiche, a benzina e diesel, è quanto mai essenziale togliere ogni alibi alla difficoltà (o ai pregiudizi) riguardo l’acquisto di un’auto EV.
Le batterie sono appunto una delle barriere nella scelta di un veicolo a zero emissioni: autonomia, ciclo di vita, recupero, usura, smaltimento, fanno parte di tutte quelle questioni che possono determinare il pendere della bilancia a favore o meno dell’abbandono di un’auto tradizionale per una elettrica.
Il primo impianto americano che produrrà batterie LFP: ecco cosa sono
Cosa di cui sono ben consce anche le case automobilistiche, e su questo fronte arriva una novità importante: negli Stati Uniti Ford ha di recente annunciato la costruzione di un nuovo impianto di produzione di batterie al litio-ferro-fosfato (LFP) per le sue auto elettriche nel Michigan.
Questo tipo di batteria sfrutta in qualità di materiale dell’elettrodo positivo il litio-ferro-fosfato, e rispetto alle versioni tradizionali agli ioni di litio che utilizzano come catodo nichel, manganese e cobalto (NCM) presenta una maggiore durata (sino ad otto anni di impiego) e grande capacità. Inoltre, si presta ad una ricarica più rapida, resiste alle alte temperature, garantisce maggiore stabilità e zero rischi di esplosione in caso di sollecitazioni estreme, offre minori costi (una riduzione di circa il 20%) e minor impatto sull’ambiente. Hanno però anche qualche punto critico, come ad esempio l’ingombro ed il loro peso che potrebbero rappresentare una zavorra non indifferente per i veicoli (più sono pesanti questi ultimi, più consumano energia per muoversi).
La produzione della fabbrica Ford entrerà a regime dal 2026 e l’impianto dovrebbe costare sui 3,5 miliardi di dollari. Il tutto aiuterà il marchio nell’aumentare i ritmi di fabbricazione delle sue auto e con una maggiore convenienza.
Gli USA provano ad emanciparsi dalla Cina
Il litio-ferro-fosfato, senza quindi né cobalto né nichel, che sono metalli più costosi (ed il primo presuppone pure condizioni di lavoro usuranti e rischiose per quanto riguarda l’estrazione), è una combinazione molto popolare nelle batterie prodotte in Cina, importate ad esempio da Tesla per alcune sue vetture come la Model 3. In seguito, Ford aveva già annunciato l’introduzione di queste batterie (sempre importate dall’oriente) per il Mach-E quest’anno e poi per l’F-150 Lightning nel 2024.
Ma con l’annuncio dell’impianto del Michigan la casa dell’Ovale Blu farà un passo importantissimo per l’indipendenza dalla Cina (pur sfruttando la tecnologia del colosso asiatico CATL), perché si tratterebbe della prima realtà automobilistica a produrre batterie LFP in territorio americano. E potrebbe non essere la sola: lo scorso ottobre infatti il governo federale ha annunciato un investimento pari a quasi 200 milioni di dollari per sostenere la ICL-IP America, una società che punta a costruire una fabbrica di catodi LFP alla base della produzione di batterie nel Missori (il tutto entrerebbe in funzione dal 2025).
Allo stesso tempo la American Battery Factory sta progettando anch’essa un impianto di produzione simile a Tucson, in Arizona, e con un costo della fabbrica – che dovrebbe entrare a regime nel 2026 – pari a circa 1,2 miliardi di dollari.
Le altre alternative per rendere più efficiente e convenienti le batterie per le auto elettriche
La tecnologia LFP non è però lo stato dell’arte per le batterie, la cui ricerca verso una maggiore efficienza e minori costi è incessante. Abbiamo parlato in precedenza dell’arrivo della tipologia a stato solido, che potrebbe soppiantare le celle agli ioni di litio e che garantirebbero una elevata densità di energia, ma ci sono altri studi su come utilizzare diverse combinazioni del litio, elementi alternativi e molto meno costosi per le batterie, oltre a migliorare e rendere più veloci ed economici i processi di produzione delle stesse. Non ci si adagia sugli allori, insomma.