Le imprese britanniche l’anno scorso hanno comprato il 53% delle auto nuove. Un numero che dimostra quanto sia importante puntare sulla vendita B2B per incentivare l’adozione dell’elettrico
Tutti si chiedono come favorire il passaggio all’elettrico in un mondo in cui c’è ancora tanto da fare per arrivare a una transizione ecologica. In Regno Unito, però, si è sempre più vicini a una risposta. Tutto grazie alle flotte aziendali.
Il B2B rende più semplice l’adozione dell’elettrico
Grazie ad alcune agevolazioni fiscali sulle auto elettriche, le auto aziendali e le auto acquistate con accordi a sacrificio salariale, in cui i dipendenti rinunciano a una parte della propria retribuzione per l’uso di un veicolo noleggiato dall’azienda, stanno vivendo una rinascita.
In Regno Unito le aziende acquistano molte auto. Il 53% delle automobili nuove vendute l’anno scorso è andato alle aziende. Secondo le stime della British Vehicle Rental and Leasing Association, il gruppo industriale delle imprese noleggiatrici di veicoli, il numero complessivo di veicoli utilizzati come auto aziendali ha raggiunto le 790.000 unità in 12 mesi. Si tratta di un aumento del 3,5% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo, le auto noleggiate con sacrificio salariale sono aumentate del 41%: quasi 50.000 unità.
Le imprese, guidate dalle alte aspettative di sostenibilità dei loro dipendenti, dal credito ambientale presso gli investitori e dai vantaggi fiscali, abbracciano sempre di più i modelli elettrici. Secondo la Society of Motor Manufacturers and Traders, il numero di veicoli elettrici a batteria (i cosiddetti BEV, come abbiamo visto) nelle flotte è aumentato del 50% rispetto all’anno scorso. Un dato in controtendenza rispetto agli acquisti privati di veicoli elettrici, diminuiti del 14%.
La crescita del sacrificio salariale
Gli accordi in cui i dipendenti rinunciano a parte del proprio stipendio per noleggiare un veicolo dell’azienda sono sempre più in crescita. Chi non avrebbe diritto a un’auto aziendale può così pagare un’auto con il proprio reddito, ottenendo un forte sconto e la certezza di dover pagare lo stesso prezzo per tutta la durata del leasing, un metodo di noleggio di cui avevamo già parlato.
Si tratta di accordi particolarmente interessanti per le auto elettriche. Per i veicoli a benzina, il dipendente è tassato fino al 37% del valore dell’auto; per i veicoli elettrici, solo il 2%. Così la spesa fiscale annuale di un automobilista diminuisce notevolmente. Zenith, una società di gestione del leasing di autovetture, ora ha oltre il 40% della flotta elettrica. Solo un anno fa era soltanto il 27%.
Ma perché gli accordi a sacrificio salariale piacciono così tanto ai britannici? La ragione sta nel fatto che negli ultimi anni il Regno Unito ha ridotto gli incentivi sull’acquisto di veicoli elettrici per i privati. Un finanziamento iniziale fino a 1.500 sterline è stato ritirato lo scorso anno. Da allora, la quota di vendite di nuovi veicoli elettrici a privati è scesa dal 36% al 24%, sempre secondo la Society of Motor Manufacturers and Traders.
Di cosa risentiranno le flotte aziendali
I britannici amano molto le auto usate, e le vendite di questi veicoli superano quelle di nuove con un rapporto di tre a uno. Questo significa che col passare del tempo, con l’ingresso nel mercato di seconda mano di sempre più mezzi, i prezzi si abbasseranno e il sistema del leasing di auto aziendali comincerà a entrare in crisi.
Il modello commerciale delle flotte, infatti, dipende dalla vendita di auto di seconda mano ai proprietari privati una volta concluso il periodo di leasing, così da poter garantire ai noleggiatori i modelli più recenti. Se i prezzi scendono, questo significa che il sistema funzionerà sempre meno.
C’è anche preoccupazione per la domanda. La scelta del governo di rinviare al 2035 il divieto di vendita di nuove auto a benzina e diesel – in linea con le direttive europee nonostante il Regno Unito sia uscito dall’Unione – e la raffica di notizie negative sui veicoli elettrici degli ultimi mesi ha messo in allarme le flotte aziendali. “C’è un forte squilibrio tra l’offerta di questi veicoli che arrivano sul mercato e la domanda degli acquirenti di veicoli usati – ha spiegato Toby Poston della British Vehicle Rental and Leasing Association –. Alcuni temono di assistere a un fallimento del mercato a meno che non ci siano più incentivi e non si rafforzi la fiducia dei consumatori”.
La soluzione: il leasing di auto usate
Mentre lo stereotipo di chi usa l’auto aziendale è quello di un dirigente benestante, un numero crescente di clienti che usufruiscono del sacrificio salariale ha un reddito più basso. Oltre il 50% dei clienti di Tusker, una società di gestione dei sacrifici salariali, sono contribuenti di base, ovvero persone che guadagnano meno di 50.270 sterline. L’assicurazione e l’assistenza sono incluse nel leasing e i dipendenti sono meno vulnerabili agli aumenti dei tassi di interesse, il che rende le loro offerte appetibili per le fasce meno benestanti.
Così anche i veicoli elettrici di seconda mano stanno iniziando a essere disponibili attraverso il sacrificio salariale, il che aumenta le opzioni per i clienti e potrebbe aiutare le aziende di flotte a trarre profitto dalle loro auto più a lungo. Loveelectric, un’altra impresa di sacrifici salariali focalizzata sulle auto elettriche, afferma di aver registrato un giorno record di ordini e accessi all’app quando ha lanciato la sua offerta che includeva veicoli di seconda mano.
Così, se le Tesla sono da tempo le auto più popolari su Loveelectric, la Mini Cooper elettrica, scelta raramente da nuova, è uno dei modelli di seconda mano più richiesti. Una Mini usata in leasing costa a un lavoratore circa 259 sterline al mese, ovvero poco più del 10% dello stipendio mensile di chi guadagna 30.000 sterline all’anno. Un leasing privato costerebbe oltre 400 sterline al mese.