I numeri di marzo 2023 per il mercato della mobilità elettrica, dalle vendite ai nuovi punti di ricarica, che hanno segnato un nuovo record. Nel frattempo, il Governo italiano continua a premere sui biocombustibili
La ratifica della scorsa settimana del Consiglio dell’UE sul bando alla vendita al 2035 di auto e furgoni con motori a combustione, tranne quelli alimentati a carburanti sintetici, è stato attorniato da discussioni e polemiche riguardo il compromesso raggiunto da Bruxelles con la Germania sugli e-fuel, (i carburanti sintetici, per l’appunto) ed il mancato orecchio teso alle richieste del Governo italiano sull’inclusione dei biocombustibili (bio-fuel). E la questione continua: “Con l’e-fuel si è infranto il dogma del solo elettrico” ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ad un convegno organizzato dalla Fondazione Astrid in questi giorni a Roma, aggiungendo “Ora dobbiamo dimostrare per i biocarburanti un bilanciamento di emissioni, se la valutazione è la neutralità sul ciclo di vita”.
La neutralità tecnologica si sta in realtà realizzando con altre tecnologie, con l’infrastrutturazione di ricarica ad idrogeno contemplata nei finanziamenti AFIR e con in arrivo altri 300 milioni per impianti di produzione di H2 verde per il trasporto ferroviario nel quadro del PNRR. Il Ministro stesso ha preannunciato un grande investimento sull’idrogeno “che avrà un ruolo rilevante anche sui mezzi pesanti”. Ci siamo poi già espressi, su queste pagine, su come i bio-fuel non siano un’opzione davvero sostenibile, limitandola ad un uso transitorio per settori come quello dell’aviazione, la cui transizione energetica richiederà tempi di realizzazione più lunghi.
Per i veicoli leggeri, ed in particolar modo per auto e furgoni, l’opzione dell’elettrico è quella ad oggi maggiormente realizzabile, pur richiedendo investimenti consistenti. Vediamo allora come rispondono gli italiani.
I numeri del mese: immatricolazioni BEV a +80% rispetto a marzo 2022
Il 65% degli intervistati sarebbe disponibile ad acquistare un veicolo a basse emissioni. Questi i risultati del sondaggio che l’Unione per la Difesa dei Consumatori (U.Di.Con) ha condotto insieme all’Istituto Piepoli. La percentuale poi è ancora maggiore (73%) per la fascia di età tra i 18 e i 34 anni (e scende al 68% tra i 35-54 anni e al 57% per gli over 55).
Questi indicatori non sono certo smentiti dai dati del primo trimestre 2023. Nel mese di marzo, le auto elettriche a batteria (BEV) salgono al 4,8% di quota nel mese, superando le 8.195 unità vendute e segnando un aumento dell’81,5% rispetto a marzo 2022, spiegano i dati UNRAE. Complessivamente, le auto ECV (Full Electric e ibride plug-in) compongono una fetta di mercato pari al 9,1% (le vetture ibride, full e mild, salgono al 34,5% delle preferenze).
Tra le cinque auto elettriche più vendute nel nostro Paese lo scorso mese, risultano due modelli Tesla, la Model Y e la Model 3, seguite dalla Smart Fortwo, la Fiat 500 e la Dacia Spring 366.
I numeri del mese: +4.401 nuovi punti di ricarica nel 2023, spiega Motus-E
A fronte dei circa 183.000 veicoli elettrici “puri” circolanti in Italia, le stime di Motus-E indicano la presenza di poco più di 41.000 punti di ricarica ad oggi. Da inizio anno, sono stati infatti installati ben 4.401 nuovi punti di ricarica: un record, spiega Motus-E, che indica un salto in avanti notevole dalla fine dell’anno scorso, quando si attestavano a poco più di 36.000, e rispetto a due anni fa, in cui superavano di poco i 20.000. In due anni, insomma, l’infrastruttura di ricarica (la cui realizzazione è partita, in Italia, più tardi rispetto ad altri Paesi europei) è aumentata del doppio nel Belpaese.
I dati riportano anche informazioni aggiornate sulla capillarità delle infrastrutture di ricarica sulla Penisola. La distribuzione dei punti di ricarica si attesta al 21% del totale al Sud e nelle Isole, al 22% al Centro e al 57% al Nord: d’altronde, la regione con il maggior numero di colonnine è la Lombardia, seguita da Piemonte, Veneto, Lazio ed Emilia-Romagna. La Campania ha registrato un aumento dell’81%, passando da un’offerta di 1.184 a 2.145 punti di ricarica, dall’inizio del 2023.
Ottimi risultati, ma c’è ancora da fare
“Il nuovo record di crescita dei punti di ricarica è un segnale molto importante ed i dati di mercato evidenziano una crescente propensione degli automobilisti verso l’elettrico” spiega Francesco Naso, Segretario generale di Motus-E. “Purtroppo siamo ancora lontani dai livelli di market share di Paesi come Francia e Germania, già nell’ordine del 14-15%, ma i numeri dimostrano che le immatricolazioni di BEV potrebbero crescere ancora molto con una razionalizzazione delle risorse già stanziate per stimolare la domanda. Penso agli incentivi ai privati, ma anche alle flotte”.
Anche il Presidente dell’UNRAE Michele Crisci sottolinea come sia necessaria una strategia pragmatica per raggiungere gli obiettivi “di un processo che è già in atto e va governato”, siccome nel frattempo “continua a diventare sempre più ampio il gap che ci separa dagli altri Major Markets europei in termini di diffusione di auto con la spina e, se non ci impegniamo a recuperare velocemente, la nostra industria rischia moltissimo e il nostro mercato il declassamento”.
A questo proposito, l’UNRAE invita a sostenere chi acquista (o vorrebbe acquistare) auto elettriche, sia privati che aziende, attraverso tre aree di intervento:
- Una revisione della fiscalità per le auto aziendali, modulando detraibilità Iva e deducibilità dei costi in base alle emissioni di CO2 (come sta avvenendo in altri Paesi). Anche Naso preme su una politica fiscale mirata, o incentivazioni più incisive, per “assottigliare la distanza dagli altri big Ue e di raggiungere una quota di mercato per le auto elettriche intorno al 6,5%. Senza dimenticare che le flotte aziendali di oggi sono il cuore del mercato dell’usato elettrico di domani”;
- Una riformulazione degli incentivi di acquisto di BEV, con un aumento dei tetti di prezzo e garanzia di bonus a importo pieno a tutte le persone giuridiche;
- Uno snellimento dei processi di emanazione di norme per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica sia da parte di privati e condomini che dai distributori su strade urbane e superstrade, in modo da spendere i fondi stanziati.
“La riduzione delle emissioni è una precisa indicazione europea e la transizione energetica è un dovere sociale, oltre che una imperdibile opportunità economica verso un grande progresso tecnologico sostenibile”, ha affermato il Presidente Crisci, auspicando che il clima di confusione in cui è stato imbevuto il dibattito intorno al Regolamento UE possa finalmente giungere al termine. “L’industria automobilistica è pronta a fare la sua parte e a supportare le istituzioni per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni al 2035” ha poi concluso.