Tra le soluzioni al problema aviazione esplode la moda dei dirigibili, uno dei mezzi più epici e affascinanti mai inventati ma che nessuno prevedeva potessero tornare in auge
Mastodontici e lenti, i dirigibili hanno poco a che vedere con un mondo che cerca sempre di più la velocità. Il loro fascino, però, continua a catturare: sarà perché sono stati i primi velivoli ad attraversare l’oceano, circumnavigare il globo e sorvolare il Polo o già solo perché sono così inusuali e buffi da riscuotere sempre un certo successo. Qualunque sia la risposta, la notizia è che potrebbero tornare, aprendo la strada ad un’ulteriore evoluzione per il trasporto aereo, che fatica molto nella sua strada verso la sostenibilità.
Le “Balene Volanti” franco-canadesi
Flying Whales, una startup per metà francese e per l’altra metà quebecchese, è dietro uno dei progetti per il ‘rilancio’ dei dirigibili più recenti. L’impresa ha da poco annunciato che lavorerà con Honeywell per alimentare il proprio prototipo di dirigibile ibrido-elettrico, che si chiama LCA60T.
Secondo l’idea degli ingegneri, LCA60T sarà un dirigibile rigido che viene alimentato da quattro generatori elettrici da 1 megawatt (con efficienza al 97%) dopo essere stato lanciato verticalmente con l’elio. Per alimentare i generatori, che da soli potrebbero alimentare un intero quartiere, sarà usata una miscela di carburante jet e biocarburante SAF.
“Questo generatore è perfetto per un velivolo così versatile – ha spiegato Dave Marinick, presidente del settore motori e sistemi di alimentazione per Honeywell Aerospace – è quattro volte più potente di quelli che volano oggi”. La ‘balena volante’ sarà enorme: lunga 200 metri (quanto cinque Boeing 737) e con un diametro di 50, supera in grandezza anche lo storico Goodyear Blimp. Il suo uso principale sarà come cargo: potrà trasportare fino a 60 tonnellate.
La caratteristica che rende questo mezzo particolarmente utile è il poter essere riempito in volo. I quattro generatori, distribuiti lungo lo scafo, rendono il comando del dirigibile particolarmente facile e preciso e potrebbe rivelarsi un’ottima opzione anche nei casi di catastrofi naturali ed emergenze umanitarie. La sua realizzazione – prevista per il 2025 – sarà finanziata dai governi francese e quebecchese. Ne dovrebbero essere prodotti almeno 150 nei prossimi 10 anni.
Le proposte per il trasporto passeggeri
Quella di Flying Whales non è l’unica proposta presente sul mercato, anzi. Già da qualche tempo si parla dell’Airlander 10 della britannica Hybrid Air Vehicles, che ha vinto anche l’interesse della compagnia aerea spagnola Air Nostrum, che ne ha ordinato 10 velivoli.
In questo caso si parla di un dirigibile per trasporto passeggeri che verrà ultimato tra il 2026 e il 2027, e che potrà trasportare fino a 100 persone. Anche in questo caso la configurazione ibrida-elettrica è vincente, e permette grazie all’utilizzo dell’elio di evitare i rischi causati dall’idrogeno, che può essere pericoloso perché infiammabile.
In realtà HAV lavora a questo progetto da diverso tempo, tant’è che nel 2016 durante uno dei voli di prova se ne era schiantato uno. Il primo test era infatti andato bene, ma in una delle volte successive qualcosa è andato storto.
Non manca l’idea di creare un modello cargo, che si chiamerà Airlander 50: come raccontano i responsabili dell’azienda, “avrà un carico utile di 50 tonnellate e una cabina lunga 30 metri, abbastanza grande da trasportare sei container ISO da 20 piedi e 48 passeggeri per oltre 2.300 chilometri”. Al momento si prevede di produrre anche in questo caso motori ibridi, ma in futuro l’obiettivo di Hybrid Air Vehicles è quello di riuscire ad avere dirigibili elettrici al 100%.
Dirigibili elettrici per il monitoraggio portuale
Ma gli impieghi dei dirigibili non finiscono qui. Esiste un progetto per delle Piattaforme Stratosferiche Autonome per il Monitoraggio Marittimo (PLEAMMAR) della startup spagnola SMARTHAPS.
In questo caso, i mitici velivoli verranno impiegati per il controllo del traffico marittimo del porto di Valencia, la sicurezza e la sorveglianza, il controllo dell’inquinamento e altre operazioni logistiche.
Questi dirigibili sono anche chiamati ‘pseudo-satelliti ad altezza elevata’ e sono in grado di rimanere a 20 km di altezza in posizione stazionaria per diversi mesi, cosa che li rende estremamente utili per infrastrutture come quella portuale.
L’idrogeno di H3 Dynamics incontra HyLight. I test a Milano
È quella di creare una nuova categoria per la mobilità aerea, la promessa dei dirigibili a idrogeno progettati da H3 Dynamics e HyLight. Le due aziende hanno unito le forze in Francia per realizzare i primi velivoli di questo tipo in grado di coprire lunghi percorsi in modo sostenibile e silenzioso. Il punto forte: un sistema di celle a combustibile a idrogeno di livello aerospaziale.
I primi test di volo a mix idrogeno-elettrico sono stati effettuati in Italia, a Milano. Questi dirigibili si muovono lentamente ma non hanno bisogno di grandi quantità di energia per volare: possono dunque effettuare ispezioni a lungo raggio di infrastrutture energetiche o dare comunicazioni fondamentali nel corso di situazioni di emergenza.
Sostenibilità dei dirigibili: entusiasmo e qualche dubbio
I dirigibili forse possono davvero rendere il settore dell’aviazione più ecologico. Possono far risparmiare carburante grazie all’uso dell’elio, ad esempio. Sono anche molto silenziosi: non ci sono turbine, i motori sono meno potenti di un aereo, la velocità è minore e nell’eventualità di un raggiungimento di un sistema totalmente elettrico l’inquinamento acustico sarebbe ancora minore.
Ci sono però delle cose da rivedere prima di pensare troppo in grande. La velocità è un fattore determinante quando si parla di trasporto passeggeri, e a parte i casi in cui il viaggio in dirigibile diventa un’attrazione turistica di per sé è davvero difficile pensare a un sistema sostenibile di trasporto, non cargo, di questo tipo. Un altro fattore è dato dal fatto che diverse imprese preferiscono l’elio all’idrogeno perché meno infiammabile, mentre altre ipotizzano la creazione di dirigibili alimentati a idrogeno. L’uso di celle a combustibile differisce dai sistemi a idrogeno usati abitualmente (in cui il gas ha una funzione diversa), ma è comunque importante riflettere su quali siano le scelte migliori per rendere il mondo dei dirigibili sostenibile anche dal punto di vista della sicurezza.
In copertina: Flying Whales