Roma, 16/09/2024
Roma, 16/09/2024

Secondo uno studio i voli ad idrogeno saranno la maggior parte entro il 2045

11

Nel prossimo futuro i voli ad idrogeno potrebbero occupare sempre più spazio nei cieli. Studiosi svedesi hanno previsto il successo di questa tecnologia negli anni a venire, ma hanno anche messo a punto degli scambiatori di calore e serbatoi per idrogeno liquido super freddo ad hoc

Il futuro del settore aereo potrebbe essere sempre più all’insegna dell’idrogeno. Considerando le difficoltà ovvie di una transizione puramente elettrica per gli aeromobili di linea e commerciale, una alternativa più fattibile rispetto ai carburanti di origine fossile potrebbe essere questo elemento.

Voli ad idrogeno, lo studio della Chalmers University che prevede il loro successo

Già oggi sono in corso progetti per realizzare velivoli capaci potenzialmente anche di voli intercontinentali. In vista di una (difficile) decarbonizzazione totale del settore entro il prossimo decennio e oltre, qualcosa inizia a muoversi. Parliamo sicuramente di iniziative alla fase prototipale, però l’implementazione dell’idrogeno può essere davvero fattibile. Questo è ciò che scaturisce da uno studio condotto dai ricercatori svedesi della Chalmers University of Technology, riportato da Interesting Engineering.

Secondo questa ricerca entro il 2045 se non tutti, almeno la maggior parte dei voli in un raggio di 1.200 km potrebbe essere alimentata con l’idrogeno. E già dal 2028, secondo il direttore del centro TechForH2 presso l’Università di Chalmers Tomas Grönstedt, potremmo avere i primi voli commerciali di questo tipo in Svezia.

I prototipi di uno scambiatore di calore e serbatoio ad hoc per aerei ad idrogeno

Non è solo una previsione. Il centro di ricerca infatti sta conducendo dei test nelle gallerie del vento per sviluppare dei motori ad alta efficienza energetica, in modo da poter sostenere voli con mezzi pesanti quali sono gli aerei. Inoltre è in fase di studio un serbatoio adatto per stipare al suo interno idrogeno liquido a temperature estremamente fredde.

E ancora, scambiatori di calore (prodotti in collaborazione con GKN Aerospace e in attesa di brevetto) che generano una riduzione dei consumi di quasi l’8%. Questo anche tramite il raffreddamento delle parti del motore. In seguito, il calore residuale dei gas di scarico preriscalda il carburante prima dell’iniezione nella camera di combustione. Secondo uno degli autori dello studio, il professore associato presso la Divisione di meccanica dei fluidi presso Chalmers Carlos Xisto, “ogni aumento di grado della temperatura riduce il consumo di carburante, aumentando così l’autonomia”.

I vantaggi della ricerca della Chalmers: “Ma in questi anni è probabile che i voli useranno un mix energetico”

Queste tecnologie consentono quindi una diminuzione dei consumi negli aerei di linea. Il serbatoio di idrogeno liquido, opportunamente isolato, è in grado di contenere abbastanza carburante per una tratta di 1.200 km. E inoltre è meno pesante rispetto ai serbatoi contenenti combustibili di tipo fossile.

Tutti questi dati hanno portato i ricercatori a ritenere che entro il 2045 il 97% delle rotte intra-nordiche potrebbe essere caratterizzate da voli ad idrogeno. Grönstedt ha affermato: “Le aspettative del settore ritengono che già entro il 2050 il 30-40 percento dell’aviazione globale sarà alimentato a idrogeno“.

Ma per il medio termine “è probabile che avremo bisogno di un mix di aeromobili che funzionano a elettricità, carburante per e-jet meno dannoso per l’ambiente e idrogeno. Ma ogni aeromobile che può essere alimentato a idrogeno da energia rinnovabile riduce le emissioni di anidride carbonica”.

Related Posts