L’aereo ad idrogeno è il futuro dell’aviazione? Secondo la start-up Sirius sì: ecco due jet ad atterraggio e decollo verticale progettati per il trasporto dei passeggeri e delle merci. Per il fondatore e AD l’idrogeno è la tecnologia più adatta per i velivoli, meglio ancora dell’elettrico
Un aereo ad idrogeno potrebbe non essere soltanto una mera ipotesi allo studio. La svizzera Sirius Aviation infatti ritiene che una tecnologia del genere, alternativa ai combustibili fossili per alimentare i velivoli, possa essere fattibile entro la fine di questo decennio nel settore dell’aviazione.
L’aereo ad idrogeno di Sirius: VTOL con autonomia quasi di 2.000 km
In particolare, questa azienda sta sviluppando VTOL, quindi aerei a decollo e atterraggio verticale, alimentati a idrogeno. Due in particolare i modelli, ovvero il CEO Jet e l’Adventure Jet. Il primo è stato presentato lo scorso giugno al MOVE Expo di Londra: parliamo di un velivolo che sfrutta celle a combustibile a idrogeno, che permettono un’autonomia che supererebbe i 1.800 km.
All’interno del jet troviamo un serbatoio di idrogeno liquido deputato ad alimentare le celle, che a loro volta forniscono l’energia alle batterie che azionano i motori. Come scarto del processo viene prodotto del vapore acqueo.
La tecnologia delle 28 ventole che permette al jet di Sirius il decollo e l’atterraggio
L’atterraggio e il decollo verticale sono resi possibili grazie a 28 ventole intubate, distribuite tra le ali e le alette canard sul muso (ma il jet presenta anche una coda a V). Queste ventole garantirebbero un livello di rumore estremamente basso rispetto agli attuali velivoli (sui 60 dBA: secondo Sirius il jet sarà più silenzioso del 95% rispetto ai normali elicotteri), e ognuna è attivata da un motore indipendente. Il CEO Jet vola così raggiungendo una altitudine pari a 6.400 metri toccando una velocità di crociera di 515 km/h. Ancora, il velivolo ospita sino a tre passeggeri. Spigolatura finale: il jet nasce in collaborazione con BMW Designworks.
Alexey Popov, la mente dietro i Sirius Jet
Il progetto nasce dall’iniziativa di Alexey Popov, fondatore ed amministratore delegato di Sirius la cui famiglia lavorava già nel settore dello sviluppo aeronautico. Il padre aveva fondato la FED, società ucraina privata poi diventata, come spiega Flying Mag, un’azienda specializzata in produzione e progettazione. Successivamente, nel 2021, è nata dalla costola di FED Sirius.
“Sirius Jet è un successore delle tecnologie nate e sviluppate in Ucraina”, ha spiegato Popov, già pilota privato e con Master in progettazione di motori aeronautici conseguito al Kharkiv Aviation Institute presso l’Università aerospaziale nazionale dell’Ucraina. Lo stesso CEO di Sirius dal 2020 si è poi persuaso del fatto che l’idrogeno potesse essere la svolta per l’aviazione.
E in effetti studi recenti hanno delineato un panorama in cui questo combustibile alternativo prenderà il largo nei cieli. E non sono poche le realtà, tra compagnie e start-up, che stanno battendo su questa strada con progetti di propulsori e prototipi di aerei.
“L’elettrico puro? Meglio l’aereo ad idrogeno, ecco perché”
Esiste anche l’alternativa delle batterie e dell’elettrico puro, almeno come ipotesi progettuale. Ma si tratta di una opzione che Popov neppure considera, come riporta ancora Flying Mag. “Le batterie non possono immagazzinare abbastanza energia. Non c’è abbastanza densità energetica e ad oggi non c’è alcun futuro fattibile per un incremento della stessa”, ha sentenziato il CEO di Sirius, sebbene esistano start-up al lavoro per creare batterie con densità energetiche tali da poter consentire dei voli, pur non a lungo raggio.
Le caratteristiche dell’Adventure Jet, l’altro aereo ad idrogeno che può essere anche un cargo
Intanto Sirius lavora per una tecnologia proprietaria riguardo le pile di celle a combustibile, unico aspetto che non produce da sé. L’altro modello di jet, l’Adventure, può fungere anche da cargo ed è più votato ai voli in località remote o più inaccessibili tipo le giungle, nonché per funzioni come la ricerca e il soccorso. Rispetto al CEO però avrà una potenza maggiore, e sarà dotato di extra come il GPS, il radar doppler e un pontone alare per planare sull’acqua. Entrambi i velivoli consentono la massima personalizzazione degli interni.
I primi voli entro il 2028?
Mentre il sistema propulsivo è stato presentato nonché dimostrato in scala reale lo scorso 17 gennaio all’aeroporto di Payerne in Svizzera, la certificazione e i primi voli potrebbero arrivare entro il 2028. Ovviamente entro questa data l’azienda confida di ottenere la certificazione dagli enti competenti per l’aeronavigabilità. Gli aerei poi potrebbero coprire rotte in Europa, le Americhe e i Paesi del Golfo, con un operatore che si occuperà della gestione delle stesse.
Popov sottolinea poi il fatto che i suoi velivoli sono anche semplici da produrre per quanto riguarda la propulsione: “Un motore a reazione convenzionale ha migliaia di parti rotanti: pale, dischi, alberi”, ha spiegato a Flying Mag. “E tutto ciò è molto difficile da produrre e mettere in servizio. Ma questa nuova tecnologia consiste semplicemente in due parti rotanti, ed entrambe sono molto semplici: pale e motore elettrico”.
I costi dei Sirius Jet
Ipotizza inoltre che questa tipologia di aerei possa essere l’ideale per i voli turistici, ad esempio tra isole contigue. E pur avendo dei prezzi di listino elevati (il CEO ha un costo di 5,9 milioni di dollari, l’Adventure di 8,9 milioni), i costi operativi dei jet saranno più contenuti rispetto ad un normale elicottero.
Da Sirius informano infatti che un pieno per entrambi i velivoli verrebbe sui 500 dollari. Un trasporto passeggeri sui 20 minuti non supererebbe il costo operativo di 300 dollari, consentendo dei prezzi dei biglietti relativamente contenuti. Popov è convinto infatti che l’idrogeno diverrà una fonte energetica sempre più comune, e questo consentire un abbattimento dei costi. “Tra cinque anni, grazie agli investimenti, le infrastrutture [di stoccaggio e distribuzione] saranno ovunque“, ha affermato.
Immagine di Copertina: Sirius Aviation