Il Team New Zealand vincitore dell’ultima America’s Cup per la prossima edizione introdurrà barche appoggio che sostituiscono i tradizionali motori fuoribordo a benzina con una alimentazione a celle ad idrogeno: i dettagli della Chase Zero
Se è vero che il motorsport negli ultimi decenni ha accolto le tecnologie alternative come l’ibrido e l’elettrico per le competizioni (soprattutto quelle ad alto livello e dove i costruttori possono supportare sforzi di investimento per vetture a zero emissioni), qualcosa si sta muovendo anche nella nautica sportiva.
Così come nel settore navale stanno piano piano facendo il loro ingresso le nuove propulsioni, in futuro potremmo vedere qualcosa del genere in una competizione di grande prestigio e di antico blasone come l’America’s Cup, la cui prossima edizione si terrà nel 2024.
L’impatto ambientale delle barche appoggio nell’America’s Cup
Emirates Team New Zealand, della precedente edizione, sta infatti portando avanti un progetto per abbattere le emissioni di carbonio del trofeo tramite una barca appoggio ad idrogeno. Se è vero infatti che le imbarcazioni monoscafo ultratecnologiche che gareggiano nell’America’s Cup possono fare affidamento solo sul vento, quelle di appoggio (utili in caso di emergenza e che seguono durante la regata gli yacht, oltre a svolgere funzioni di rimorchio prima e dopo la competizione) sfruttano motori fuoribordo alimentati a benzina, cosa alquanto impattante.
Tra l’altro i consumi sono saliti, visto che le barche di classe AC75 che competono nel trofeo hanno raggiunto nell’ultima edizione velocità sino a 53 nodi, ovvero quasi 100 km/h, grazie al sistema dei foil (le appendici mobili nello scafo) che le fanno letteralmente volare sull’acqua. Per fare un esempio, il Team New Zealand nell’edizione 2021 ha fatto affidamento su un catamarano d’appoggio che presentava quattro motori Yamaha fuoribordo V6 da ben 300 cv.
Il detentore dell’America’s Cup Trophy, avendo per regolamento facoltà di definire norme e protocolli per l’edizione successiva, ha quindi presentato la citata innovazione dello Chase Zero, una barca di 10 metri con un massimo di sei persone ospitabili a bordo, con una capacità di trasporto di attrezzatura in eccesso pari a 250 kg e con una velocità massima di 50,3 nodi (quindi 93,16 km/h) grazie ad una alimentazione speciale a celle a combustibile ad idrogeno fornite da Toyota, che garantiscono una autonomia pari a quattro ore con velocità di 30 nodi. L’idrogeno verde invece è fornito da Hiringa, mentre Global Bus ha collaborato nella progettazione ed installazione del propulsore.
Dai test risulta che la Chase Zero è più efficiente dei normali fuoribordo
Lo scorso anno sono stati svolti test in cui la Chase Zero ha affrontato 562,6 miglia nautiche, ovvero 1.042 km, per un totale di 36 ore di navigazione senza inquinare ed emettendo solo come scarto acqua pura. Allora lo skipper Chris Curly Salthouse spiegò, in merito all’autonomia: “Abbiamo riempito i serbatoi fino al 96%, perché volevamo portare Chase Zero fuori per testare la sua autonomia di crociera e l’affidabilità allo stesso tempo. Così abbiamo deciso di circumnavigare alcune isole intorno al Golfo di Hauraki, ma non ci aspettavamo di navigare così a lungo come abbiamo fatto. Alla fine abbiamo navigato per quasi 6 ore e percorso 280 km (o 151,2 miglia nautiche) a una velocità media di 28,3 nodi e avevamo ancora circa il 10% di gas nei serbatoi“.
Un’autonomia che quindi batte i fuoribordo tradizionali, che a parità di chilometraggio e con due motori fuoribordo da 250 cv avrebbe potuto far registrare un consumo di oltre 800 litri di carburante, capacità massima di una normale barca da appoggio di 11 metri.
Si avvicina così l’obiettivo di utilizzare natanti inseguitori ad idrogeno per l’America’s Cup 2024 (ogni team dovrà provvedere ad avere almeno una barca con questa tecnologia). Sir Stephen Tindall, Emirates Team New Zealand Sustainability Ambassador e sostenitore del progetto ad idrogeno, ha commentato: “Come squadra siamo molto orgogliosi di Chase Zero e sappiamo che stiamo aprendo la strada verso un futuro più pulito e privo di emissioni per la navigazione a motore nell’industria marina. Il team ha fatto un lavoro incredibile accelerando su questa tecnologia in un periodo di tempo molto breve, e superando anche le loro stesse aspettative che erano già alte. Quindi c’è un futuro più verde davanti a noi e che include diversi altri potenziali progetti NZ Hydrogen Marine”.