Facciamo il punto sul futuro della mobilità acquatica, ovvero le barche elettriche. Ecco come si stanno muovendo le aziende e come si può orientare il mercato in un settore che per ora è al suo anno zero, ma è comunque in grande fermento
Torniamo a parlare di barche elettriche e della possibilità che esse possano rivoluzione la mobilità sulle acque, così come le auto a batteria stanno facendo sulle strade di tutto il mondo.
Un articolo pubblicato su Yachting Magazine ha fatto il punto sulla transizione che sta coinvolgendo il mondo della nautica. Diverse aziende, sia start-up che realtà più grandi (pensiamo ad esempio a Honda, Bosch, Suzuki, BMW) si stanno confrontando con la possibilità di far solcare specchi d’acqua costieri e mari da navi totalmente elettriche.
Il futuro delle barche elettriche, tra soluzioni ibride e tecnologie sostenibili
Michael Jost, già manager Volkswagen e fondatore di eD-TEC, azienda che mira a realizzare non solo propulsori a zero emissioni ma tutta l’architettura elettrica di un natante, ha affermato su Yachting Magazine che il futuro, nel settore nautico, sarà a suo dire ibrido. Ci saranno propulsioni totalmente elettriche, ha spiegato, ma che riguarderanno principalmente barche più piccole. I modelli più grandi si baseranno su tecnologie sostenibili, come propulsori elettrici, “ma con energia ibrida”.
Per Jost l’industria nautica comunque è in una fase della sua storia effervescente in termini di idee per il futuro. Ma anche impegnata a cercare soluzioni fattibili da proporre sul mercato. Le opportunità che offrono le barche sono comunque molteplici. Esse infatti possono sfruttare non solo la propulsione elettrica, ma utilizzare strumenti come il foil, l’appendice sotto lo scafo che solleva la barca sul pelo dell’acqua, o le vele alari che conosciamo in particolare grazie alle imbarcazioni in gara nell’America’s Cup. Per non parlare poi di fonti di alimentazione come i pannelli fotovoltaici, con alcuni progetti di barche che li integrano in maniera estensiva.
Tutto affinché un natante possa essere non solo sostenibile, ma anche dotato di una buona autonomia. Jost ha illustrato infatti: “La barca deve essere molto più efficiente di una a combustione interna e il settore nautico non punta solo a cambiare lo scafo. Ecco perché stiamo cercando di supportare i costruttori che lavorano con i foil idrodinamici”.
“Con le barche elettriche bisogna partire da zero, non essere influenzati dall’esperienza con i modelli tradizionali”
John Vo, già a capo della produzione di Tesla ed oggi impegnato con Blue Innovations Group nella rivoluzione elettrica delle barche, ha spiegato invece come sia importante partire da zero, anche in termini di esperienza, nel ridisegnare la mobilità marina.
“Ai tempi, in Tesla cestinavamo chiunque si presentasse con un lungo curriculum nel settore automobilistico. Questo perché rischi di trovarti con persone con molta esperienza e che possono sopraffarti. Invece di costruire la tua visione, cercheranno di assimilarti e tu non riuscirai a rivoluzionare nulla, diventando un’altra mediocre azienda”, sono le parole di Vo. “È una cosa difficile ma necessaria per noi evitare di assumere gente con esperienza nella nautica finché non lanciamo il prodotto. Solo a quel punto potremmo incorporare la loro esperienza nel nostro processo”.
R30 e Silent Speed 28, proposte non a buon mercato (per ora)
Il prodotto di punta di Blue Innovations Group è l’R30, un 30 piedi (9 metri) ospitante 12 persone, dotato di propulsore a doppio motore di 800 cv e pacco batteria da 221 kWh, con possibilità di alimentazione tramite energia solare. L’azienda sta accettando gli ordini, e il costo della barca è di circa 300.000 dollari, con caparra massima di 5.000 dollari per prenotare i primi 100 modelli. Pare siano già arrivati 50 ordini, riporta Yachting Magazine.
Un altro modello, il Silent Speed 28, sarà sul mercato su un prezzo che si aggirerà sui 500.000 euro. Jost, nel giustificare questi costi, ha puntato il dito sulle batterie, spiegando inoltre che serviranno “circa cinque anni prima che il prezzo scenda” nel mercato delle barche elettriche.
Perissa Bailey, vicepresidente e general manager settore elettrificazione di un’altra realtà impegnata nella transizione elettrica dei natati, ovvero Mercury Marine, ha ribadito il concetto di anno zero in questo settore.
La questione dell’autonomia in mare
Bailey ha spiegato infatti che, come le auto elettriche stanno spingendo a riconsiderare le proprie abitudini di guida e quanti chilometri percorrono effettivamente per non avere problemi di autonomia, nel settore marino “stiamo affrontando la stessa curva di apprendimento”. Questo perché i clienti, ha aggiunto, fanno un ragionamento preciso: “Se la mia attività nautica da diporto consiste in genere nel passare tante ore in acqua, non voglio scendere a compromessi nella conversione all’elettrico. […]. Non voglio dover adattare il mio modo di utilizzo di una barca a una tecnologia. Voglio che la tecnologia si adatti a come sfrutto la mia imbarcazione”.
Ecco perché si integrano diverse soluzioni a seconda del fatto che si tratti di una barca da diporto, da tratta costiera o nata per solcare i mari. L’amministratore delegato di Zen Yachts Julien Melot, ad esempio, ha spiegato che il loro catamarano Zen50 contempla non solo una propulsione elettrica e dei panelli solari, ma anche una vela alare automatizzata. Un mix di soluzioni per evitare di trovarsi piantati in mezzo all’oceano, per dire.
Melot ha poi tracciato il profilo del cliente tipo di una barca elettrica. Si tratta di acquirenti che “hanno già un’auto elettrica, dei pannelli solari a casa e il loro prossimo acquisto è quindi una barca a batterie. Non vogliono sentir parlare di uno yacht alimentato a diesel”.
Sta nascendo anche il turismo extralusso nel settore delle barche elettriche
Inoltre l’industria si sta muovendo nel creare anche una filiera turistica e legata alle destinazioni di diportisti a zero emissioni. Silent-Yachts ad esempio ha lanciato Silent-Resorts, località in posti da cartolina studiate per essere sostenibili e adatte a barche elettriche.
Il primo resort sorgerà alle Bahamas, con i lavori iniziati nel 2021 e che dovrebbero concludersi quest’anno. Si tratta di un’isola privata con 16 villette vista mare, servizi come ristoranti, centri benessere e così via e la presenza di 8 catamarani Silent-Yachts alimentati ad energia solare. Le barche, grazie alla ricarica bidirezionale, potranno esse stesse fornire elettricità all’isola. Un’esperienza extralusso (sono accettati anche pagamenti in criptovaluta) e che avrà una ulteriore sede nelle Fiji.
Immagine di Copertina: Blue Innovations Group