Le grandi navi mercantili potrebbero sfruttare l’energia eolica tramite vele e rotori, risparmiando carburante senza compromettere le prestazioni. Una prospettiva alettante ma che rappresenta qualcosa di più di una utopia
Le navi in viaggio per il mondo, e in particolar modo quelle pesanti e le cargo trasportanti merci, sono responsabili del 3% dei gas serra emessi a livello globale. In uno scenario in cui la mobilità via terra, via aria e ovviamente via mare sta andando sempre più verso una direzione sostenibile, i grandi natanti provano a dare il loro contributo. Difficile optare sull’elettrico puro come per le auto, mentre risulta più fattibile andare sui carburanti alternativi.
L’energia eolica per le grandi navi: una soluzione antica rivive con le nuove tecnologie
Al di là dell’ipotesi di rallentare le navi, senza inficiare negativamente sulle tempistiche di consegna delle merci, tra le varie opzioni l’industria marittima sta sondando sempre di più il terreno dell’energia eolica. Parliamo quindi di vele, ma che certo non possono essere le stesse di imbarcazioni come ad esempio i panfili. Si tratta di strutture rigide, in alcuni casi rotori simili a ciminiere come le AirWings di GT Wings, o le Rotor Sail della finlandese Norsepower.
I rotori di Norsepower: “Riportiamo le vele nella navigazione marittima”
Quest’ultima si pone proprio l’ambizione di “riportare le vele nella navigazione”. L’azienda spiega in merito al funzionamento delle propaggini: “Quando il vento incontra la vela rotante del rotore, il flusso d’aria accelera su un lato della vela rotante e decelera sul lato opposto. Il cambiamento nella velocità del flusso d’aria determina una differenza di pressione, che crea una forza di sollevamento perpendicolare alla direzione del flusso del vento”.
Messo in questi termini sembra macchinoso, ma in buona sostanza il meccanismo consente di spingere una nave di grandi dimensioni e parecchie tonnellate. E che consente di risparmiare a quanto pare sino al 28% del carburante sfruttato. Inoltre le vele di Norsepower sono frutto di 300.000 bottiglie PET riciclate, come ha dichiarato l’amministratore delegato dell’azienda Tuomas Riski. E le Rotot Sails possono essere smontate per essere installate in un’altra nave. In questo modo se un armatore dismette la propria nave, può salvare le vele che andranno a caratterizzare un altro natante mercantile.
L’energia eolica delle moderne vele consentirebbe l’elettrificazione delle navi?
L’energia eolica può addirittura consentire l’impensabile, ovvero coniugare una alimentazione a batteria. Sfruttando le migliori condizioni del vento tramite tecnologie sofisticate di pianificazione del percorso, si può adoperare al meglio il sistema di vele, limitando e finanche eliminare la necessità dei carburanti fossili.
Forse questa però può suonare come una prospettiva ancora troppo avveniristica, se non utopistica. Soprattutto per le grandi navi mercantili, che necessiterebbero di batterie decisamente più sofisticate e con una migliore densità energetica rispetto a quelle attuali. L’elettrificazione potrebbe essere invece più fattibile per viaggi brevi, anche per navi passeggeri.
L’alternativa rispetto ai carburanti sostenibili
L’energia eolica in ogni caso pare essere più promettente anche dei carburanti alternativi e verdi, dal metanolo all’idrogeno passando per l’ammoniaca, a causa dei loro costi e delle difficoltà legate allo stoccaggio e alla rete di distribuzione. Altre realtà come Mitsui, antichissima holding giapponese che controlla anche una compagnia di navigazione, ha realizzato in collaborazione con la società petrolifera Chevron una metaniera dotata del sistema Wind Challenger. Ovvero una tecnologia propulsiva basata su due vele rigide di circa 50 metri di altezza, e che dovrebbe comparire su 25 navi entro la fine dell’attuale decennio.
Vele e rotori che sfruttano i flussi d’aria, come quelli di Norsepower, sono ritrovati sofisticati con radici ben ancorate nel passato della navigazione. Ancora devono entrare a regime quando parliamo di grandi navi come quelle mercantili. Ma se tutto va bene, saremmo di fronte ad una tecnologia antica ma che, riadattata, può ancora dare un grande supporto al mondo dei trasporti marittimi.
Immagine di Copertina: Norsepower