Un settore che è responsabile del 3% delle emissioni di CO2 mondiali, quello del trasporto marittimo continua a faticare nella strada verso la decarbonizzazione. Per Maersk la strada è quella del metanolo verde per le navi portacontainer
“È un giorno davvero simbolico della nostra transizione energetica, che diventa davvero realtà. Non più solo impegni e duro lavoro, ma qualcosa che tutti possono vedere”. Sono le parole con cui il CEO di Maersk, Vincent Clerc, ha commentato l’annuncio della sua prima nave portacontainer alimentata a metanolo verde. Un’innovazione che è un unicum in un settore dove si parla sempre di più di idrogeno, elettrico e solare, e che intende segnare il percorso per una delle industrie più inquinanti al mondo.
La nuova nave di Maersk, “trendsetter per tutto il settore”
“La nave è stata ordinata solo nel 2021, ed è stata davvero la prima del suo genere. Oggi, solo un paio d’anni dopo, abbiamo 125 navi ordinate da diverse compagnie – ha spiegato Clerc –. Quindi questa nave è davvero un trendsetter per un intero settore”. Anche Evergreen e altre aziende di spedizioni, infatti, hanno scelto di utilizzare il metanolo verde per le navi portacontainer, e hanno deciso di ordinare vascelli di questo genere, pur avendo obiettivi di neutralità carbonica meno ambiziosi di Maersk.
L’imbarcazione ha due motori, uno alimentato a carburanti tradizionali e un altro a metanolo verde. Quest’ultimo impiega biomassa o carbonio catturato e idrogeno verde. La nuova nave emette 100 tonnellate di anidride carbonica in meno al giorno rispetto alle navi basate sul diesel.
La nave portacontainer è la prima di 25 imbarcazioni che dovrebbero arrivare nel 2024. Maersk sta cercando di raggiungere la neutralità climatica entro il 2040. Questa sarà una parte importante del rispetto di questa scadenza e dell’aggiornamento della sua flotta di circa 700 navi.
L’importanza del metanolo verde per le navi portacontainer
Circa il 3% delle emissioni globali di carbonio sono causate dal trasporto marittimo. Si tratta di una quantità paragonabile a quella dei principali Paesi inquinanti. E la decarbonizzazione del settore è stata una sfida. Morten Bodskov, il ministro dell’Industria danese, ritiene sia dovuto al fatto che si tratta di un’industria globale. Secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), circa il 90% delle merci scambiate nel mondo viene trasportato via mare.
“Se si vuole fare un accordo globale bisogna avere più o meno tutti i Paesi dietro l’accordo, si tratta di un’industria in un mercato altamente competitivo. Anche questo è stato un fattore chiave”, ha dichiarato Bodskov. A giugno, 20 nazioni hanno sostenuto un piano per un’imposta sulle emissioni del settore navale. Cina, Argentina e Brasile sono stati tra i Paesi che si sono opposti.
Il problema nel reperimento del carburante
Non è detto, però, che tutto vada per il meglio. Potrebbe essere difficile reperire una quantità sufficiente di metanolo verde. Il carburante non solo è scarso, ma anche costoso da trasportare. Maersk per tutelarsi ha scelto di firmare almeno nove accordi con fornitori di tutto il mondo, in modo tale da aumentare anche la sua produzione.
“Abbiamo bisogno di scalare la produzione. Continua ad essere una delle aree di attenzione principali che dobbiamo avere oggi – ha detto Clerc –. Siamo più fiduciosi oggi di quanto non lo fossimo un anno fa (riguardo alla sicurezza delle forniture)”.