Roma, 09/03/2025
Roma, 09/03/2025

Le auto cinesi conquisteranno anche il segmento premium? La sfida ai marchi occidentali

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Le auto cinesi non si accontentano di rispondere alle esigenze di un pubblico generalista, ma puntando anche alla nicchia dei veicoli di lusso. L’offerta nel segmento premium insidia marchi storici del resto del mondo

L’avanzata delle auto cinesi è, al netto dei dazi, agevolata tra le altre cose anche dal prezzo competitivo che questi modelli offrono in generale. E questo non vale per le berline, ma anche per le vetture del segmento di lusso.

La concorrenza delle auto cinesi si estende anche al segmento premium

Questo è un territorio dove al momento i marchi europei premium conservano ad oggi una posizione di leadership, frutto dell’esperienza e della qualità che offrono per le proprie auto. E con i consumatori disposti a pagare cifre notevoli, sapendo che la loro fiducia verrà ripagata con un prodotto all’altezza. Ma come ci sta insegnando il settore automobilistico in questi ultimi anni, non ci sono posizioni consolidate. Che potrebbero essere invece messe sotto pressione, se non minate, dalla concorrenza cinese.

Persino marchi che non hanno una vera e propria esperienza nell’automotive, come è il caso di Xiaomi, non solo si sono lanciati in questa industria ma sono stati capaci di produrre vere e proprie hypercar.

Anche la tecnologia potrebbe essere l’asso nella manica delle auto prodotte in Cina

Mentre BYD sta cercando di conquistare i nostri mercati, puntando ad un pubblico di massa con prezzi accessibili, altre case cinesi come Zeekr si stanno posizionando nel segmento premium. Come riporta DMarge, veicoli come la 001 FR o la 009 sono supercar (rigorosamente elettriche) dalle notevoli prestazioni e con una tecnologia di altissima gamma. Quest’ultimo aspetto è un altro degli assi nella manica su cui sta spingendo l’industria cinese, con un’offerta che mira a restituire all’interno dell’abitacolo una vera e propria esperienza ipertecnologica. Insomma, un ulteriore dato concorrenziale che vuole aiutare a mettere all’angolo rivali di lusso come Audi, BMW, Porsche o Mercedes.

Questi ultimi fanno affidamento sulla propria tradizione, sulla riconoscibilità del proprio marchio, sulla consapevolezza che crea nei consumatori e negli automobilisti. Che si fidano dei loro modelli e sanno (se hanno la possibilità economica, ovviamente) di non fare un salto nel buio acquistando una vettura di questo tipo.

E nel frattempo i marchi europei cedono il passo in Cina

I marchi di Pechino invece puntano ad offrire una alternativa di pari livello di tecnica, sofisticazione e prestazioni, ma come con prezzi come abbiamo detto più competitivi. Lo scorso anno Hongqi, casa nata in tempi non sospetti (ovvero il 1958), ha esportato in Europa e in particolare in Germania e in Francia i suoi prodotti di lusso. Come il Suv elettrico EHS7 svelato all’ultimo Salone di Parigi. E che rappresenta la risposta alla Mercedes EQE o all’Audi Q6 e-tron. Il prezzo proposto si aggira sui 53.000 euro, contro i poco più di 70.000 per l’EQE e i 67.000 della versione base del Q6 e-tron. 

Il mercato automobilistico cinese insomma è sempre più vivace e sfaccettato. Con una offerta che può coprire le esigenze di una clientela variegata e con diverse disponibilità economiche. Il risultato è che nel frattempo marchi occidentali stanno registrando dei cali nelle vendite in Cina: pensiamo al -6,7% di Volkswagen, con 55.899 auto vendute nel Paese asiatico nel 2024 contro le quasi 600.000 di BYD. Avverranno anche da noi sorpassi storici di questo genere?

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