La start-up Drift sta lavorando da tempo ad un progetto davvero ambizioso: delle barche che sono al tempo stesso dei produttori di idrogeno verde in movimento. Vediamo come
L’idrogeno verde rappresenta una delle alternative che più stanno catalizzando la ricerca per fonti energetiche sostenibili ed efficienti. Esso, ricordiamo, non è presente in natura ma è prodotto da elettrolisi, a sua volta alimentata da fonti di energia appunto verde, come quelle rinnovabili. Si ottiene così una specie di carburante ecologico, che non produce emissioni nocive di CO2, ma solo acqua.
I processi di produzione di questo vettore verde, però, al momento sono abbastanza costosi. Tuttavia i progressi per rendere fattibile e su scala più ampia il tutto vanno avanti. E con soluzioni alle volte anche piuttosto originali.
Drift e le barche per produrre idrogeno verde
Come quelle proposta dalla start-up britannica Drift, che sfrutta un’altra fonte di energia sostenibile, ovvero l’eolico off-shore tramite uno yacht per regate. Il concetto è quello di produrre energia rinnovabile sfruttando barche a vela. E quindi fornirla ai porti di tutto come il mondo, come ha spiegato alla CNN il fondatore e amministratore delegato di Drift Ben Medland.
Non semplici imbarcazioni quindi, ma natanti che fungono da impianti di produzione energetica. Il tutto tramite una tecnologia Hydroloop che cattura l’energia cinetica dei venti tramite delle turbine sott’acqua, per poi trasferirla ad un elettrolizzatore che crea l’idrogeno verde a partire dalla scissione dell’acqua marina. Il prodotto di tutto ciò viene quindi stipato in container di combustibile pulito per essere utilizzato da altre navi o a terra. Vista la natura delle barche, è inclusa quindi anche la consegna dell’idrogeno verde. Non solo: il sistema è supervisionato dall’intelligenza artificiale.
In particolare Drift si affida ad un algoritmo che cerca le condizioni ideali di vento per generare il processo energetico senza pericoli. E non c’è bisogno di infrastrutture di rete, di cavi sottomarini, di ancoraggi e così via, ha proseguito Medland. “Perché una nave non può produrre energia rinnovabile anziché usare l’energia per muoversi nell’acqua?“, è la filosofia dell’azienda.
L’energia prodotta e il costo delle barche Drift
I primi prototipi di Drift hanno visto la luce nel 2022, con il modello Whispers da 5,4 metri. Al momento le imbarcazioni prodotte (non ancora per il commercio) producono soltanto una manciata di kW di potenza. Ma, come riporta la CNN, la start-up sta lavorando per arrivare a 1,5 MW. Questo progresso dovrebbe vedere la luce nel prossimo biennio. E potrà essere implementato in barche da 58 metri, capaci di produrre annualmente sino a 150.000 kg di gas idrogeno.
Certe, le prime navi avranno un costo notevole, sui 24 milioni di dollari. D’altronde non parliamo di semplici barche, ma di centrali energetiche che navigano. Drift però conta sulla possibilità di fare economie di scala e ridurre il prezzo grazie alle richieste. Al momento potrebbero arrivare ordini iniziali per più di 40 natanti, stimano dalla start-up. I clienti dell’azienda sono perlopiù industrie pesanti e nazioni insulari, che potranno gestire le imbarcazioni.
In futuro le barche Drift saranno anche autonome
All’inizio le barche di Drift dovrebbero contare su un equipaggio di sei membri, ma si punta a renderle autonome. Navigheranno in acque internazionali battendo bandiera nazionale, rispettando regolamenti e standard marittimi. Lo scarico del gas idrogeno dovrebbe avvenire in media una volta alla settimana o al massimo 10 giorni.
Ma le barche di Drift possono anche subire modifiche per produrre non solo idrogeno verde, ma anche ammoniaca o metanolo (ovviamente sempre sostenibile). E ancora procedere con la cattura del carbonio o esplorare gli oceani, raccogliendo dati.
Immagine di Copertina: Drift