Roma, 22/01/2025
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La propulsione nucleare per andare nello spazio: il progetto MARVL della NASA

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La NASA sta sviluppando tecnologie per agevolare la propulsione nucleare per i viaggi nello spazio, in primis per raggiungere Marte. Con il progetto MARVL una innovazione per rendere queste missioni fattibili

La mobilità alternativa è un concetto che non si può limitare ai trasporti terresti. Anche lo spazio può diventare terreno di sperimentazioni per propulsioni non tradizionali ma che possano coniugare sostenibilità e prestazioni.

Questo in vista di uno degli obiettivi più ambiziosi per l’esplorazione spaziale, come ad esempio la conquista di Marte. Una missione che scriverebbe la storia dell’umanità, ma che si scontra con gli attuali limiti tecnologici. Eppure il progresso va avanti, studiando appunto tecnologie che consentano di raggiungere il pianeta rosso (e non solo quello) in maniera efficace e sicura.

Il progetto MARVL per rendere possibile la propulsione nucleare per viaggiare nello spazio

Al di là delle iniziative dei privati, in primis SpaceX, la NASA è al lavoro su vari progetti che possa sfruttare la propulsione nucleare per raggiungere Marte. Uno in particolare, chiamato MARVL (Modular Assembled Radiators for Nuclear Electric Propulsion Vehicles), è basato su un sistema modulare, assemblabile nelle sue piccole unità da robot direttamente nello spazio.

In questo modo l’intero sistema non deve essere caricato nella sua completezza in un razzo da spedire in orbita. Questo per rendere più fattibile la propulsione nucleare, come vedremo. Una tecnologia già alla base dei progetti NASA (in collaborazione con realtà come Lockheed ed il DARPA, ad esempio), e che in si basa su un reattore nucleare che alimenta il sistema generando elettricità. Avviene quindi il processo di ionizzazione che determina l’accelerazione dei gas che forniscono una notevole spinta al veicolo spaziale.

Come funziona il sistema MARVL

Se parliamo però di velivoli per viaggi di un certo spessore, come quelli fuori dalla nostra orbita, servono quantità di energia notevoli, con parecchio calore che deve essere dissipato tramite radiatori giganteschi. E qui sta la svolta promessa da MARVL, ovvero l’assemblaggio dei dissipatori di calore direttamente nello spazio.

Il prototipo deve essere ancora costruito, con i laboratori della NASA del Glenn Research Center e del Kennedy Space Center, oltre al fornitore di componenti Boyd Lancaster in qualità di partner esterno per lo sviluppo del sistema di gestione termica, al lavoro per rendere possibile il progetto. Verrà prodotto un dimostratore in piccola scala, in modo da far vedere le potenzialità di un sistema che, intero, richiederebbe un certo impegno per essere ripiegato per entrare in un razzo. La NASA invece punta a rendere comodo assemblare le singole componenti del radiatore nello spazio, e parliamo di un sistema della grandezza di un campo da calcio.

“I veicoli attuali non hanno mai preso in considerazione l’assemblaggio nello spazio”

Spiega Julia Cline, a capo del progetto presso la Direzione di ricerca della NASA Langley: “I veicoli esistenti non hanno mai preso in considerazione l’assemblaggio nello spazio durante il processo di progettazione. Abbiamo quindi l’opportunità di capire come costruire questo veicolo nello spazio. E penso che questo amplierà le nostro conoscenze quando parliamo di propulsione nucleare”.

Allo stato attuale, raggiungere Marte richiederebbe dai 2 ai 3 anni (andata e ritorno). Con la propulsione nucleare i tempi sarebbero più corti, ma come abbiamo visto è necessario sviluppare anche le tecnologie per rendere efficiente e sicura questa tecnologia.

Immagine di Copertina: NASA

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