In un mondo in cui cresce il prezzo del litio, com’è possibile che ci sia ancora una guerra sui prezzi delle batterie così al ribasso? Dopo l’annuncio di CATL facciamo un po’ di chiarezza
Se c’è una cosa che sta frenando molto il mondo dei veicoli elettrici, questa è legata ai costi dei materiali e delle batterie. Queste ultime sono uno dei componenti con il prezzo più alto di tutti i veicoli, e il timore di dover cambiare la propria in un qualsiasi momento del ciclo di vita del mezzo è qualcosa che fa tremare qualsiasi acquirente e scoraggia il mercato dell’usato. Il costo elevato ha fatto sì che i veicoli elettrici siano stati a lungo più costosi dei loro equivalenti a combustibile fossile. Inoltre, si tratta di uno dei motivi per cui sempre più ricercatori insistono nel tentativo di trovare alternative al litio, come abbiamo visto in questi giorni. La guerra sui prezzi delle batterie avanza e i grandi produttori non si vogliono arrendere. Così la cinese CATL, che è l’impresa che firma la maggiore quantità di batterie per EV, ha dichiarato che ridurrà il costo delle proprie del 50%. Ma capiamo perché.
La lotta contro FinDreams
Il motivo dietro a questo annuncio ha un nome, e si chiama FinDreams. Si tratta dell’azienda gestita dal colosso delle auto elettriche BYD (che ha una lunga storia di successo nel Paese), la seconda in Cina per produzione di batterie EV. Insomma, per CATL è la concorrenza che va battuta.
Dopo aver registrato un’enorme impennata nel 2022, l’industria dei veicoli elettrici ha incontrato dei problemi, soprattutto in Cina. Si è passati da un’impennata del 96% nel 2022 a un aumento di soltanto il 36% nel 2023. Di conseguenza, i giganti delle batterie hanno visto i propri profitti diminuire per la prima volta in quasi due anni. Uno dei modi migliori per creare più domanda è rendere i prodotti più economici. CATL e BYD producono già senza usare cobalto (che è costoso e legato al lavoro minorile e a pratiche estrattive inadeguate), favorendo le batterie al litio-ferro-fosfato (LFP), che al momento sembrerebbero essere il segreto di questi tagli sui prezzi.
Come fanno le aziende a ridurre i costi?
Una delle sfide principali nel passaggio ai BEV è sempre stato il reperimento delle materie prime. Il futuro dell’elettrico si basa su catene di approvvigionamento sostenibili per minerali critici come litio, nichel, rame, cobalto. Se si può evitare o ridurre al minimo l’uso di minerali costosi o controversi si possono tagliare i costi. Ecco perché aziende cinesi come CATL hanno monopolizzato il mercato delle batterie LFP. Queste sono più economiche perché non contengono cobalto, hanno una vita utile più lunga e un minor rischio di incendio. Lo svantaggio è che hanno capacità e tensione inferiori.
E per quanto riguarda il litio? Il prezzo del carbonato di litio è aumentato di sei volte tra il 2020 e il 2022 in Cina, prima di scendere l’anno scorso. Ciononostante, i prezzi delle batterie continuano a scendere, ma non così tanto come ci si aspettava. In effetti, l’enorme domanda di litio ha portato a una forte crescita dell’offerta, ma i minatori si affannano a trovare nuove miniere, come abbiamo visto in passato, a volte a costo di mettere in pericolo la salute e lo stato di interi territori. CATL, ad esempio, sta spendendo 1,3 miliardi di euro in impianti di estrazione del litio in Bolivia. Insomma, al momento si prevede che la crescita dell’offerta di litio supererà la domanda del 34% sia quest’anno che il prossimo, il che dovrebbe contribuire a stabilizzare i prezzi delle batterie.
Al di là della guerra sui prezzi delle batterie, qual è il futuro?
Ogni impresa, però, sembra stare cercando vie parzialmente diverse per risolvere la questione batterie per gli EV. Ad esempio, Tesla da tempo alimenta le proprie auto grazie ai prodotti della giapponese Panasonic e della sudcoreana LG, pur preferendo quelle di CATL per i suoi modelli più economici.
Per quanto riguarda Toyota, invece, quest’ultima si è a lungo concentrata sui veicoli ibridi e a celle a combustibile a idrogeno. I suoi obiettivi, però, stanno cambiando. Di recente ha cominciato a studiare la produzione di batterie allo stato solido. Si parla di tempi di ricarica più rapidi e un’autonomia di 1.200 km.
Ma c’è ancora molto da fare. Tra l’altro non tutte le batterie possono essere uguali, anche perché esistono tipi diversi di EV. Un autocarro avrà un fabbisogno energetico diverso rispetto a una citycar, e lo stesso vale a maggior ragione per i fantomatici aerei elettrici che molti sognano.