La storia di come Walter Baker ben 120 anni fa raggiunse i 218 chilometri orari con la sua Baker Torpedo, un primo prototipo di auto elettrica
Non tutti conoscono la storia delle prime avventure automobilistiche di fine Ottocento, ma ciò non significa che non ci siano dei racconti che sono delle vere e proprie gemme. È il caso di quando, in barba alle imprese di Ford e Rockefeller, un certo Walter Baker con un prototipo di EV realizzò la prima auto a superare i 160 km/h.
Chi era Walter Baker
Nonostante non sia conosciuto da tutti come uno dei pionieri del settore, Baker fu un ingegnere che firmò molte delle innovazioni che oggi ci permettono di guidare le nostre auto con piacere e sicurezza. Inventò il sistema di trasmissione ad albero, degli assali posteriori ‘flottanti’ con cuscinetti a sfera e le cinture di sicurezza. Il suo percorso cominciò nel 1896, quando insieme a un amico diede vita a un’impresa di EV che tre anni dopo – grazie a un investimento di suo suocero – avrebbe cominciato a produrre a Cleveland, in Ohio: era la Baker Motor Vehicle Company.
A inizio del Novecento vendette così migliaia di auto elettriche. In quel periodo il 38% delle auto vendute negli USA erano elettriche. Proprio una di queste, la Baker Torpedo, fu la prima a raggiungere (e superare) il limite delle 100 miglia orarie, ovvero i 160 km/h, toccando quasi i 220 km/h. D’altronde, oltre ad essere un uomo brillante, Baker era anche un amante della velocità.
La voglia di superare i limiti
Ispirato dal belga Camille Jenatzy, che aveva alzato il record di velocità a 106 km/h, anche l’ingegnere statunitense volle costruire auto da corsa. Così utilizzò 10mila dollari (che oggi ne varrebbero 357mila, ovvero 330mila euro) per costruire i suoi primi tre veicoli da corsa. Nel giro di due anni Baker fu in grado di produrre la Baker Torpedo, un’auto allungata in legno di pino bianco e alluminio.
Undici batterie al piombo alimentavano un motore elettrico Elwell-Parker da 14 cavalli che girava una doppia catena sull’asse posteriore. A quei tempi quattordici cavalli erano davvero tanti. La struttura era pensata per essere aerodinamica e le ruote a raggiera da 36 pollici erano dotate di coperture interne ed esterne per i dischi. Per ridurre al minimo la superficie frontale della vettura, i due sedili – quello del conducente e quello del frenatore – erano montati in tandem.
Un’impresa eccezionale, ma che ebbe un tragico inizio. Dopo 40 secondi di corsa forsennata, infatti, l’auto sfuggì al controllo del conducente e si scontrò con la folla che era andata a vedere la sua prima corsa, uccidendo 2 persone e lasciandone ferite una ventina. L’auto fu completamente distrutta dallo schianto, mentre Baker e il suo frenatore ne uscirono miracolosamente indenni. La principale causa del malfunzionamento fu una ruota rotta.
Continuare o non continuare?
Sebbene l’auto non avesse raggiunto il miglio, aveva completato un chilometro volante in 36 secondi, con una media di quasi 112 chilometri all’ora, trasformando Baker nell’uomo più veloce al mondo. L’incidente pose fine a tutte le gare di velocità su strade pubbliche negli USA, e per un breve periodo l’ingegnere rinunciò all’idea di stabilire nuovi record. Dopo un po’, Baker tornò sui suoi passi e costruì un’auto più leggera e più piccola, la Torpedo Kid. Non era infatti soddisfatto dal peso di quella originale, e per questo ne fece una con un solo passeggero e dimensioni ridotte. Invece di una carrozzeria in metallo, ne pensò una in legno e tela.
L’auto, molto più piccola e soprannominata ‘Topo bianco’, in confronto alle sue concorrenti era capace di raggiungere velocità molto più elevate. In una corsa nel 1904 sulle spiagge di Daytona, in Florida, Baker ingaggiò il pilota W. J. Hastings per guidare la Torpedo Kid. Così Hastings ufficialmente raggiunse i 167 km/h, rendendo l’auto la più veloce del pianeta e la prima auto a superare i 160 km/h. Ma era in grado di fare di più. Così, secondo alcuni racconti, Baker sarebbe salito a bordo e avrebbe spedito l’auto (in via non ufficiale) a quasi 220 km/h. I resoconti di allora dicono che le ruote della Torpedo Kid si staccarono in velocità, così Baker la impacchettò e tornò in Ohio, per non gareggiare mai più.
Nessuna auto si sarebbe avvicinata alla velocità non ufficiale di Baker fino a quando, sette anni dopo, Barney Oldfield portò la sua famosa Blitzen Benz da 21,5 litri a 210 km/h. Solo nel 1968 però un veicolo elettrico andò più veloce di Baker. Fu allora che Jerry Kugel portò la Lead Wedge di Autolite a quasi 225 km/h.
Stampa nell’immagine di copertina del Ford Photographic Department.