È successo: a fine 2023 il dragone rosso ha esportato più EV di tutti gli altri Paesi. Questa è la prima volta che succede e sembra la premessa per l’arrivo di un fiume di auto elettriche cinesi nel nostro continente
Sempre più europei vogliono passare a un’opzione sostenibile di trasporto privato. Non stupirà, allora, che alla luce delle crescenti esportazioni di veicoli elettrici dalla Cina (e in particolare dalle fabbriche di BYD, che ha superato Tesla) anche nel vecchio continente ci saranno sempre più auto di manifattura cinese.
Storia di BYD in Europa
Fino a qualche tempo fa gli europei non avevano mai visto un’auto di Build Your Dreams sulle proprie strade. Eppure si tratta di un’impresa molto importante in Cina. È solo nel 2022 che il gigante degli EV è approdato da noi, anche se la sua crescita qui finora è stata lenta.
Nonostante oggi si parli di regolamentazioni per rendere il mercato europeo meno accessibile alle case automobilistiche cinesi e le tensioni politiche con Pechino aumentino, un’azienda come BYD continua ad avere una marcia in più rispetto alle case automobilistiche occidentali. Lo sta dimostrando sul campo. Tutto ciò nonostante sui prodotti asiatici ci sia ancora lo stigma della bassa qualità.
Perché le auto cinesi hanno tanto successo da noi
Convenienti, ecologiche, moderne. Sono le caratteristiche delle auto elettriche provenienti dalla Cina, che in questi tempi di inflazione e costi energetici alti sono motivi fondamentali di attrattività per gli europei. Intervistato da NPR, un cittadino ha spiegato che nella scelta dell’auto per la propria famiglia inizialmente optava per una Volvo, ma poi ha preferito una BYD perché doveva acquistarla a circa il 20% in meno.
Non è l’unico. Dal 2021 le importazioni di EV cinesi in UE sono cresciute del 361%. Come si suol dire, quella di un’auto meno costosa ed egualmente efficiente è “un’offerta che non si può rifiutare”. E proposte come gli 8mila euro in ricariche e pneumatici gratis sono davvero irresistibili.
Tutto ciò, però, è sostenibile economicamente soltanto perché la Cina dà alle proprie imprese finanziamenti ingenti. È per questo che l’UE si sta muovendo per sfavorirle sul proprio mercato. Una scelta che, però, potrebbe non ottenere il successo sperato. Soprattutto se i colossi dell’automotive occidentali non riescono a trasformare la propria produzione nel breve termine.