Roma, 21/11/2024
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Battery swapping: è davvero la soluzione per il futuro degli EV?

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Si continua a cercare il modo perfetto per rendere l’utilizzo di auto elettriche più attraente e semplice per gli acquirenti. Mentre in tanti puntano sulla creazione di batterie sempre più potenti e tecnologiche, Nio propone un percorso diverso: quello del cosiddetto battery swapping

Renault l’aveva pensato una ventina d’anni fa con la sua Fluence Z.E, e oggi viene fatto con i mototaxi in Ruanda da Ampersand. I sistemi di scambio batterie di cui avevamo già parlato, più propriamente detti battery swapping, sono una delle soluzioni forse più semplici ed efficaci che esistano alle problematiche che coinvolgono questa parte fondamentale delle automobili elettriche: la durata e i tempi di ricarica. Li compensano attraverso la sostituzione del pezzo con un altro carico in delle specie di pit-stop lungo i percorsi.

L’idea dell’azienda cinese Nio

In Europa si sta puntando molto sull’ingrandire le batterie al litio rendendole più durevoli, efficienti e veloci da ricaricare. Diverse ricerche, poi, si concentrano sull’ideazione di nuove tecnologie di composizione, come per la frontiera dello stato solido o la proposta di sistemi metallo-aria. In Cina, però, si sta pensando anche ad altro.

Nio, infatti, nel Paese ha all’incirca 2000 stazioni di battery swapping, e punta ad aumentarle e ad esportarle. Anche per questo oggi è possibile trovarne altre 27 tra Germania, Norvegia, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi. Ed è proprio a Oslo, in Norvegia, che il proprietario di una Nio EL7 ha pubblicato un video che mostra come funziona e quanto è veloce questo sistema.

Come funziona il battery swapping

Nel video si vede l’utente utilizzare un comando vocale per avviare la navigazione verso la stazione e, una volta arrivata, l’auto inizia il processo automatico di preparazione per la sostituzione completa della batteria. Il processo si conclude in pochi minuti.

Quella che si vede è una stazione di terza generazione di Nio, che è capace di raggiungere 408 cambi di batteria al giorno. I proprietari delle automobili dell’azienda, però, possono usufruire di questo servizio soltanto se decidono di noleggiare le batterie, un’idea che comunque conviene perché rimuove completamente il costo del pacco batteria dal prezzo finale dell’automobile.

Perché il sistema è così difficile da adottare per le auto elettriche

Non è tutto così semplice, però. Una stazione di questo tipo richiede un investimento iniziale ben superiore a quello di una colonnina di ricarica. Nonostante ciò, è sicuramente molto più veloce e conveniente per l’utente finale rispetto all’attesa per raggiungere il 100% di carica alla colonnina su strada.

Per le microcar e gli EV su due ruote, però, non è così. Spesso i pacchi batteria di questi mezzi sono molto più piccoli, e i centri per il battery swapping possono essere grandi quanto un distributore automatico, il che riduce di molto i costi per l’azienda.

L’accordo con Geely che cambierà le carte in tavola

Dopo aver siglato un accordo strategico con Changan, Nio ha voluto ampliare ulteriormente il proprio progetto per la creazione di stazioni di interscambio batterie firmandone uno con Geely. Se il primo interessava poco l’Europa, il secondo cambierà davvero il destino di questo sistema, perché quest’ultima impresa è proprietaria di marchi come Volvo, Polestar, Lotus, smart e Zeekr.

Secondo il contratto, le due aziende seguiranno un modello congiunto per le stazioni per il battery swapping, occupandosi di investimenti, costruzione e progettazione insieme anche sul territorio europeo. Il tutto per rendere il processo sempre più efficiente e veloce, riducendone i costi e promuovendolo anche per le auto elettriche del vecchio continente.

Sostanzialmente, Nio potrà così ridurre gli investimenti e aumentare la redditività delle proprie stazioni di scambio batterie, mentre Geely potrà ampliare la propria rete di stazioni (al momento sono 300, molte meno di quelle dell’azienda di Shangai).

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