Roma, 25/11/2024
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Risparmio e sicurezza. Gli obiettivi delle batterie al litio di AquaLith

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Se c’è una certezza, è che saranno sempre più necessarie. Si parla delle batterie al litio, che AquaLith vuole rendere più accessibili sia a livello economico che dal punto di vista dell’acquisizione dei materiali

Più dense, più economiche e più sicure. È così che la startup AquaLith vuole rendere le batterie al litio per veicoli elettrici. E intende farlo trasformandole in modo radicale, e uno dei cambiamenti include l’utilizzo di acqua.

La storia del progetto

Uno spinoff di una ricerca guidata da Chunsheng Wang all’Università del Maryland, che tra l’altro gli era valsa il premio di Invenzione dell’Anno 2020 (“Invention of the Year”), AquaLith oggi è un’impresa che si pone l’obiettivo di produrre batterie e materiali per batterie di nuova generazione.

L’azienda, pur nascendo da una ricerca universitaria, oggi è una startup privata che sta lavorando per completare il proprio primo round di finanziamento.

Come sono fatte le batterie a litio di AquaLith

Rendere le batterie meno costose e più efficienti è un obiettivo che in molti cercano di raggiungere, ma non tutti lo fanno allo stesso modo. Ad esempio, alcuni pensano alle batterie allo stato solido, come Toyota. Poi c’è chi, invece, fa come AquaLith, e cambia un po’ tutte le carte in tavola in un modo a cui nessun altro pare avesse pensato.

Il 40% del costo delle batterie è legato ai catodi, e la startup vuole cambiarli radicalmente. Per questo nichel e il cobalto vengono sostituiti con “materiali molto più facili da accedere e da lavorare, pur garantendo un’elevata densità energetica”. Immagazzinano dunque molta energia per chilo aumentando l’autonomia, ossia la distanza che l’EV può percorrere prima di effettuare una ricarica.

Ci sono variazioni anche nell’anodo: qui si trovano microparticelle di silicio al posto della grafite. Una grande novità, considerando che oggi la Cina sta limitando l’esportazione di questo materiale. Greg Cooper, CEO di AquaLith, ha spiegato che così si riducono i costi di questa parte di oltre il 75%. Nel frattempo, la densità energetica viene aumentata di oltre il 40%.

Ultimo ma non per importanza l’elettrolita, che è la sostanza attraverso cui si muove la carica. Ed è la parte della batteria in cui la startup inserisce l’acqua. Il suo elettrolita, infatti, è a base di acqua e sale. Questo rende il prodotto più sicuro, perché è meno soggetto a quelle rare ma pericolose esplosioni che sappiamo possono capitare alle batterie al litio.

L’assenza di nichel e cobalto, una grande novità

Oltre al fattore acqua, però, l’assenza di nichel e cobalto all’interno di questa batteria fa una grossa differenza. Questo non solo dal punto di vista economico, ma anche quando si parla di riciclo. Solo di recente si è parlato di soluzioni che permetterebbero di ridurre davvero la quantità persa di questi materiali alla fine del ciclo di vita delle batterie. 

Inoltre, scompare anche la questione politica legata a questi materiali. Spesso, infatti, si trovano in aree del mondo che hanno governi instabili o che potrebbero non poterne garantire un’esportazione costante. Questo creerebbe problemi alla catena produttiva che renderebbero l’industria delle batterie (e dei veicoli elettrici di conseguenza) meno sostenibile.

Tra quanto tempo aspettarsi la commercializzazione

Come già detto, AquaLith ha iniziato a raccogliere fondi e sta siglando accordi con alcuni produttori di batterie. La commercializzazione dell’anodo dell’azienda potrebbe avvenire tra circa tre anni, mentre quella del catodo tra circa un anno. Per combinare tutte le tecnologie in un’unica batteria ci vorranno probabilmente altri due o tre anni, però.

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