Il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato una legge che obbligherà in Germania la presenza di stazioni di ricarica elettrica nell’80% delle quelle tradizionali sul territorio nazionale. E intanto Tesla ha fatto causa al più grande operatore del settore nel Paese tedesco: ecco perché
La Germania è alle prese con le difficoltà del proprio fiore all’occhiello, il settore automobilistico, decisamente in ritardo sulla transizione elettrica. Oltre a subire soprattutto la concorrenza dell’industria cinese, che invece si è fatta trovare pronta e sta puntando decisa sul mercato europeo.
Il governo tedesco nel frattempo sta provando a correre ai ripari. Di recente, per dare una spinta al comparto produttivo, l’esecutivo di Olaf Scholz ha approvato un pacchetto di stimolo da 32 miliardi di euro che comprende dei tagli alle tasse sulle aziende, oltre a proporre un piano di riduzione della burocrazia per le imprese tedesche.
Auto elettriche: Scholz al Salone di Monaco rassicura, ma i costruttori tedeschi lanciano l’allarme
Il cancelliere ha poi affermato al Salone di Monaco appena andato in archivio che non bisogna spaventarsi davanti all’assalto delle case automobilistiche cinesi che “propongono offerte attraenti a prezzi competitivi”. “La concorrenza leale stimola gli affari e accelera l’innovazione”, ha proseguito Scholz. “La competitività internazionale della Germania, il Paese dell’automobile, è comunque fuori dubbio”.
Ma al tempo stesso, la presidente della Federazione dei costruttori automobilistici tedeschi, Hildegarde Müller, nei giorni scorsi aveva lanciato l’allarme. A suo dire, infatti, tanti investimenti si stanno spostando dalla Germania a causa anche della schiacciante burocrazia europea, per traslocare oltreoceano. Pensiamo ad esempio a Volkswagen, che ha delocalizzato un impianto nell’Ontario per beneficiare dei sussidi dell’Inflation Reduction Act statunitense.
L’annuncio di Scholz: “Stazioni di ricarica elettrica obbligatorie per chi opera nel territorio nazionale”
Per cercare di dare una spinta al mercato dell’elettrico, accelerare la transizione, spingere le case automobilistiche verso l’innovazione (anche se comunque quasi tutti i marchi stanno convertendo la propria produzione alle EV) e generare una economia sostenibile e che rispetti gli obiettivi europei di riduzione della CO2, un dettaglio da curare è anche quello delle infrastrutture di ricarica.
Considerando la quota di mercato delle elettriche sempre in crescita, una rete capillare di stazioni e colonnine si rivela fondamentale. Un circolo virtuoso che riguarda la crescita dei punti di ricarica di pari passo con la diffusione delle EV, e viceversa. Tutto il mondo è paese e se in Italia in termini infrastrutturali siamo ancora abbastanza indietro, pure in Germania c’è ancora da lavorare.
Ecco quindi che Scholz ha annunciato al Salone di Monaco una soluzione drastica. A suo dire, il suo Paese sarà il primo in Europa che introdurrà una legge che obbliga gli operatori che detengono l’80% della quota totale di stazioni di servizio nel territorio nazionale di “fornire opzioni di ricarica rapida con un almeno 150 kW per le auto elettriche“.
Se in Italia, secondo gli ultimi dati diffusi da Motus-E, abbiamo circa 37.000 punti di ricarica pubblici, in Germania va un po’ meglio visto che si parla di una quota di 90.000 caricatori, come riporta The Drive. Ma l’obiettivo è quello di arrivare a un milione entro la fine degli anni venti. Di pari passo, si punta ad avere circolanti sulle strade entro il 2030 15 milioni di auto elettriche, contro le 1,2 milioni attualmente immatricolate.
La causa di Tesla contro Tank & Rast, monopolista delle stazioni di ricarica elettrica
La diffusione delle EV dipende anche dalle infrastrutture. E tra l’altro Scholz ha toccato un tasto dolente, visto che lo scorso aprile Tesla ha citato in giudizio Tank & Rast, sorta di autogrill tedesco (la più grande compagnia in Germania che fornisce servizi di ristoro e carburante nelle autostrade della nazione, e che detiene il 95% delle concessioni).
Il colosso di Elon Musk ha trascinato alla Corte di Giustizia Europea l’azienda tedesca, che ha ottenuto dal 2022 il diritto esclusivo di piazzare delle stazioni di ricarica elettrica senza una gara d’appalto. Uno status monopolista che impedisce la concorrenza nel settore e l’impossibilità di poter avere fornitori diversi come Tesla o l’olandese Fastned, anch’essa contro la posizione dominante di Tank & Rast. Le due aziende fanno leva sul fatto che il contratto tra l’azienda tedesca e il governo federale, in essere dagli anni Novanta, riguardi le normali stazioni di servizio. Ergo non è detto che debba essere automaticamente allargato ai punti di ricarica.
Intanto si attende la prossima mossa dell’esecutivo Scholz. Dopo l’annuncio della legge che obbliga ad installare stazioni di ricarica per auto elettriche non è stato ancora chiarito quando essa verrà presentata e discussa.