Roma, 21/11/2024
Roma, 21/11/2024

I numeri della mobilità elettrica di giugno. Avanti con gli incentivi

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Un mese di aumento della quota di veicoli a zero emissioni: le auto elettriche a batteria sfiorano il 4%. Ma non è abbastanza: servono altri incentivi per alimentare il ritmo della mobilità elettrica

Un ritmo di aumento troppo debole

Tagliato il traguardo di un parco circolante pari a quasi 200.000 vetture elettriche in Italia, fanno sapere da Motus-E, eppure il ritmo di aumento resta ancora una volta debole rispetto agli altri Paesi europei. A giugno 2023 sono state immatricolate nella Penisola 6.156 auto Full Electric (+3% rispetto allo stesso mese del 2022), con il primo semestre che chiude con un incremento del 31,9% a 32.684 unità.

Il passo avanti del mercato elettrico nel semestre è, seppur in crescita, troppo timido. Le auto elettriche sono passate da una quota di mercato del 3,6% al 3,9%. Sono invece i furgoni elettrici ad arrivare al 4% nel primo semestre, malgrado le difficoltà di accesso.

Come spronare il ritmo della mobilità elettrica

Di fronte a questi numeri è indispensabile aprire una riflessione seria e condivisa sulla modifica degli attuali strumenti incentivanti, che evidentemente non sono in grado di supportare il mercato delle auto elettriche come avviene negli altri Paesi competitor dell’Italia” ha commentato il segretario generale di Motus-E, Francesco Naso, ricordando che “da mesi ormai la Germania mostra un parco circolante elettrico che ha superato di slancio quota 1 milione di veicoli, con una quota di mercato per le BEV che viaggia oltre il 15%, così come anche in Francia e Regno Unito”.

Con l’attuale ritmo delle immatricolazioni il nostro Paese non potrà essere in grado di centrare gli obiettivi che si è dato con il Piano nazionale integrato energia-clima (Pniec)“, la cui recente revisione e presentazione a Bruxelles ha raccolto non pochi dubbi, che “per far decollare il mercato delle auto full electric non sono necessarie ulteriori risorse da destinare alle agevolazioni, ma sarebbe sufficiente una rimodulazione dei meccanismi di incentivazione per renderli realmente appetibili – a partire dall’eliminazione degli attuali cap di prezzo e aprendo completamente anche alle imprese – per accompagnare il Paese verso un futuro prossimo in cui avremo sul mercato sempre più modelli elettrici per tutte le tasche” ha aggiunto Naso.

Un altro elemento fondamentale, ha aggiunto il segretario generale di Motus-E, è agire sulle flotte aziendali, attraverso “una attenta politica fiscale sulle auto aziendali green, in grado di alimentare peraltro il mercato delle vetture elettriche di seconda mano”. Sentimento condiviso anche dal presidente dell’UNRAE Michele Crisci, verso soluzioni che ci permetterebbe di recuperare parte del ritardo che stiamo accumulando.

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