Roma, 23/11/2024
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Quanto inquina una eBike? La risposta di Ampler

11quanto inquina una ebike

Produrre qualsiasi cosa ha un impatto sull’ambiente, ormai è risaputo. Lo stesso vale per una bicicletta elettrica: come e perché

Un’azienda che ha a cuore l’ambiente non si limita a produrre cercando di rispettarlo, ma mette anche in dubbio quanto ha fatto finora per farlo. Questo è quello che pensa Ampler, la produttrice di eBike che ha deciso di “mettere a nudo” il proprio processo produttivo per capire come essere sempre più ecologica. Così ha dato una risposta – per sé e per gli altri – a una domanda interessante nell’ottica di un futuro sostenibile: quanto inquina una eBike?

Gli obiettivi del Life Cycle Assessement

Il modo usato dalle aziende per capire l’impronta dei propri prodotti è l’analisi del loro ciclo di vita, in gergo Life Cycle Assessement (LCA). Nel caso di Ampler, è stata fatta su un modello di bici elettrica che si chiama Stellar e viene prodotto a Talinn, in Estonia. I ricercatori hanno immaginato che la bici, dopo la produzione, venisse spedita a un cliente a Berlino, cosa che spesso accade nella realtà.

Nel LCA gli studiosi hanno dichiarato di voler capire a fondo l’impatto ambientale della produzione di una bici elettrica. Questo può aiutare progettisti e manager a fare scelte sempre più ecologiche, ma non solo. Pubblicare i dati raccolti significa fornire informazioni che hanno un impatto positivo su tutta l’industria delle biciclette elettriche.

L’impatto del ciclo di produzione su quanto inquina una eBike

Nella prima fase del ciclo di vita della bicicletta è il telaio ad avere l’impatto maggiore sull’ambiente. Il trasporto dei componenti necessari alla fabbrica dell’azienda pesa addirittura per il 12% sull’impronta carbonica. La consegna al rivenditore tedesco, poi, causa il 6% del peso sull’ambiente.

A livello di risorse minerarie consumate, buona parte dell’impatto è dovuto alla produzione di batteria, motore e caricabatteria: bauxite, ferro-nichel, ferro. Ma ciò che fa più male alla Terra è l’aspetto della tossicità delle acque, dovuto alle sostanze chimiche nocive riversate negli ecosistemi marini. Queste sono dovute per il 74% all’attuale processo di produzione delle batterie (in particolare l’estrazione del rame) e l’incenerimento dei rottami degli pneumatici e del rame a fine vita (qui è importante l’influsso dello zinco).

L’altro impatto più importante: l’utilizzo

Ma dunque, quanto inquina una eBike? I gas serra rilasciati da tutto il ciclo di vita di una Stellar prodotta in Estonia e venduta in Germania equivalgono a 815 kg. Oltre all’aspetto di produzione dei componenti, però, ce n’è un altro che è causa del 54% dell’impatto totale di questa bicicletta.

Banalmente, è l’uso della bici. Chiaramente questo dato va preso un po’ più con le pinze, perché basato su una serie di ipotesi. Anzitutto l’uso immaginato della bicicletta, che determina l’effetto della produzione dei pezzi di ricambio necessari. Poi, l’impatto del mix energetico del Paese del cliente, che potrebbe essere diverso rispetto a quello tedesco immaginato nel caso studio.

Come ridurre quanto inquina una eBike

Tutti questi problemi possono essere risolti. A livello produttivo, in fase di assemblaggio l’uso di energia rinnovabile potrebbe ridurre le emissioni del 2-3%. Inoltre, il reshoring in Europa della produzione di alluminio farebbe scendere gli indicatori di CO2 e tossicità delle acque marine rispettivamente di 30 kg e 3 kg.

Dal punto di vista di consegna e utilizzo finale, la scelta di un trasporto multimodale invece del solo aereo ridurrebbe i gas nocivi del 3-4%. Infine, la possibilità che nel Paese di uso dell’eBike (in questo caso la Germania) venga usata energia rinnovabile porterebbe un taglio del 12% dell’impatto ambientale. Quest’ultimo aspetto, chiaramente, sta più sulle spalle del consumatore, che deve essere guidato anche dall’azienda alla scelta di opzioni più sostenibili.

L’importanza di un’analisi di questo tipo per capire il settore

Quello che rende così importante un documento come quello di Ampler è la sua trasparenza e pubblicità. L’impresa estone, chiedendosi quanto inquina una eBike di propria produzione, ha scelto di capirsi meglio e nel frattempo creare un precedente molto interessante utile anche al resto del settore. D’altronde, questa è un’area in crescita proprio grazie all’interesse crescente per le bici elettriche.

Secondo un comunicato, prima dell’analisi del ciclo di vita del prodotto l’azienda si stava concentrando sulla riduzione della plastica nel packaging. Un punto che a molti sembra un buon trampolino di lancio per essere più sostenibili, ma che in questo caso non era così utile. Il fattore plastica causa solo l’1% dell’impatto ambientale di una bicicletta elettrica.

Invece, come già visto, fondamentale è l’effetto dell’utilizzo dell’alluminio (molto riciclabile ma energivoro nella produzione), del trasporto aereo, dell’energia non-rinnovabile in Estonia e nel Paese di utilizzo finale e dello smaltimento dei materiali di scarto.

L’influsso positivo sull’ambiente dato dal miglioramento della sostenibilità del ciclo produttivo di una eBike non deve però far perdere di vista il fatto che tutto il settore dei trasporti deve diventare più pulito. Per questo Ampler precisa che a questo lavoro va associato quello di chi amministra e deve investire su infrastrutture per pedoni e ciclisti (come si sta facendo in alcuni posti in Italia, vedasi il caso di Pisa), trasporto pubblico e cultura della sostenibilità.

Qui lo studio di Ampler.

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