Energia solare dallo spazio per la Terra: anche l’Europa, tramite l’ESA, punta a realizzare l’ambizioso progetto. Si comincia con due progetti esplorativi che vedono la partecipazione anche di Thales Alenia Space ed Enel
Da diverso tempo si parla di un progetto europeo per sfruttare il fotovoltaico dallo spazio. Un’impresa notevole giacché comporterebbe la produzione e il lancio di una serie di satelliti dotati di pannelli solari, che al tempo stesso però presenta un vantaggio notevole per l’UE, ovvero la possibilità di migliorare la libertà ed indipendenza energetica dell’Unione.
Il dibattito sul fotovoltaico spaziale
Tanto vale correre il rischio, insomma, nonostante alcuni detrattori come Elon Musk o il fisico Casey Handmer, che considerano poco vantaggioso ricavare l’energia solare dallo spazio rispetto agli impianti terrestri.
Ma l’Agenzia Spaziale Europea tira dritta per la sua strada per dimostrare quanto questo progetto possa invece avere una propria ragione, a partire dal fatto che un pannello solare mandato in orbita potrebbe garantire una efficienza maggiorata del doppio rispetto a quelli piazzati sul suolo del nostro pianeta. Inoltre l’energia solare dallo spazio assicura molta più costanza rispetto a quella recepita sulla Terra, perché indipendente anzitutto dall’atmosfera e quindi dalle variabili del clima ed anche dai cicli notturni.
I progetti sperimentali per l’energia solare dallo spazio di ESA e i partner italiani
L’Unione Europea tramite l’ESA ha dato il via a due progetti esplorativi, con la collaborazione da una parte di Arthur D. Little, società di consulenza belga, e dall’altra Thales Alenia Space Italia, società presente nel nostro Paese dal 1988 e che opera nel ramo aerospaziale e in particolare nei settori che vanno dall’osservazione della Terra alle telecomunicazioni, passando per infrastrutture orbitali ed esplorazione.
I progetti, facenti parte dell’iniziativa Helios dell’ESA, saranno quindi per ora sperimentali ma potranno contare sul contribuito della francese Engie e della nostra Enel, due realtà importanti nell’energia e con la seconda che già da tempo collabora con Thales Alenia Space – di recente infatti quest’ultima ha affidato ad Enel X il progetto di efficientamento energetico nelle sedi de L’Aquila e di Torino, con l’installazione di impianti fotovoltaici che consentiranno la riduzione dell’impatto dei consumi e della CO2 prodotta, oltre all’installazione di punti di ricarica.
Entro il 2025 verrà fatto il punto sui due progetti esplorativi, per capire quindi quali opportunità e vantaggi si possono ricavare da una così ambiziosa impresa. Se tutto va bene, il passo successivo sarà la creazione di un “sistema dimostratore pilota completo”, riporta SpaceEconomy360, ovvero la possibilità di sfruttare il fotovoltaico in orbita. Andranno comunque valutati ovviamente altri aspetti dirimenti, dalla sostenibilità alla sicurezza, oltre alle questioni legate alle normative internazionali.
Verranno presi in considerazione i ritrovati tecnologici più avanzati
L’ESA per arrivare al suo obiettivo percorrerà ogni strada tecnologica possibile per far sì che l’energia fotovoltaica venga ricevuta dal nostro pianeta superando le difficoltà della realizzazione di pannelli solari da mandare in orbita, approfittando dal progresso continuo della ricerca spaziale, dai sistemi di fabbricazione alla manutenzione degli oggetti mandati in orbita, oltre al fatto che c’è stata anche una diminuzione dei costi dei lanci.
Sanjay Vijendran, responsabile di Solaris per l’agenzia europea, ha spiegato l’importanza dei contratti che rappresentano “i primi studi preliminari europei sul Space-Based Solar Power da oltre 20 anni”. Si parte “da un foglio bianco” per arrivare a progettare in maniera avanzata “satelliti produttori di energia”, il tutto “prendendo idee promettenti da qualsiasi disciplina e facendo leva nelle tecnologie terrestri e spaziali più avanzate”.
I progetti Space-Based Solar Power dal resto del mondo
Non c’è solo però l’Europa al lavoro sull’energia solare dallo spazio.
Gli Stati Uniti infatti a gennaio si sono resi protagonisti di questa corza con il progetto di Caltech tramite la missione Transporter-6, lanciata con un modulo solare al proprio interno e che mira a catturare l’irraggiamento solare per spedirlo sulla Terra attraverso delle microonde – ovviamente il sistema è in fase di test per valutare il funzionamento dei suoi componenti, prima di poter parlare di effettivo fotovoltaico dallo spazio. Anche dall’Oriente si lavora alla Space-Based Solar Power: entro il 2025 il Giappone ha previsto di lanciare il proprio progetto, mentre la Cina, dopo aver già messo in piedi un’antenna di ricezione sul suolo terrestre, dovrebbe avere tutto predisposto per il 2028.