La sindaca Anne Hidalgo: “Rispetterò il risultato”. Ma per l’opposizione non hanno votato abbastanza persone al referendum che ha messo nelle mani della popolazione la scelta di mantenere gli scooter per la piccola mobilità urbana
“Adieu, trottinettes”. È questo il messaggio emerso dal referendum sul mantenimento o meno dei monopattini elettrici in condivisione per il quale ieri hanno espresso la propria preferenza i parigini. Il risultato, infatti, è stato un plebiscito: quasi il 90% dei votanti ha detto di no. Un successo per la sindaca socialista Anne Hidalgo, che da anni – come avevamo raccontato – porta avanti una lotta contro questi mezzi. Unico problema: ha scelto solo il 4,2% della popolazione parigina ed il 7,46% degli iscritti alle liste elettorali. Un dato che non può non essere tenuto in considerazione.
I risultati e gli effetti
Sono 103.084 le persone (più precisamente, l’89,03%)che ieri si sono recate ai seggi elettorali per dire che non vogliono più ci siano e-scooter in sharing a Parigi. Quello a cui hanno partecipato era un referendum consultivo, per cui la decisione finale se mantenere o meno le cosiddette trottinette, i monopattini elettrici, spetta al Comune. Che però, alla luce dell’esito, ha già deciso. I 15.000 monopattini presenti sul territorio scompariranno dopo il 31 agosto, allo scadere dei contratti con le aziende di micro-mobilità.
La capitale francese era stata riempita di e-scooter nel 2018, quando le principali imprese di sharing hanno portato i propri mezzi. Dopo una prima fase in cui non è mancata un po’ di confusione, le aziende operatrici sul territorio, che di recente avevano rilasciato dieci indicazioni per l’uso sostenibile dei loro mezzi, sono state ridotte a tre: Dott, Lime e Tier Mobility.
L’eventuale rimozione dei monopattini in condivisione “avrà un impatto diretto sugli spostamenti di 400.000 persone al mese”, come hanno commentato in un comunicato le aziende. Chiaramente i mezzi privati, che certamente non mancano dato che l’anno scorso sono stati acquistati 700.000 monopattini elettrici in tutta la Francia, non saranno in alcun modo vietati. Il dubbio è che il voto possa essere un “libera tutti” per altre grandi città europee dove gli e-scooter non sono ben visti, più per motivi di gestione che di principio.
Perché Parigi è arrivata fino a questo punto
La capitale dei nostri cugini francesi esce da una lunga serie di polemiche, spesso portate avanti per l’appunto dalla sindaca Hidalgo, che si è sempre detta a favore della condivisione di bici ed e-bike ma non dei monopattini. Eppure ogni anno le tre principali imprese di micromobilità pagano al municipio 930mila euro.
Le motivazioni sono diverse. Prima tra tutte la sicurezza: le trottinette, in francese per l’appunto al femminile, secondo l’amministrazione locale nell’ultimo annosono state causa di più di 400 incidenti. Tre i casi mortali, uno dei quali ha causato la tragica morte di una ragazza italiana, Miriam Segato, rimasta travolta da un monopattino sul quale si trovavano due persone (in barba ad ogni norma e raccomandazione). Le persone ferite sono state 459.
Tutto ciò nonostante la città dell’amore sia quella che più di tutte ha regolato il mercato degli e-scooter, dal limite di velocità di 10 km/h alle grosse multe se non si parcheggia nei posti dedicati. La popolazione residente, infatti, dal 2018 ad oggi si è molto lamentata di questi mezzi, e la sindaca ha scelto di prendere la sua parte, favorendo altri mezzi sostenibili in grado di raggiungere l’obiettivo di “Città dei 15 minuti” a scapito dei monopattini.
Polemiche tra opposizione politica e perdita di posti di lavoro
“A partire da ora, la nostra priorità in quanto datori di lavoro responsabili è garantire un futuro ai nostri dipendenti”: è così che scrivono Lime, Dott e Tier nel loro comunicato in risposta al voto. Sono circa 800 le persone che lavorano in questo settore nella sola Parigi.
Un altro fattore che ha scatenato il dissenso da più lati è quello riguardante il metodo di voto. “La partecipazione sarebbe potuta essere più ampia e rappresentativa se le modalità della votazione fossero state differenti – hanno dichiarato ancora le imprese – più seggi, scrutinio elettronico, informazione comunale”, la scelta di un giorno diverso rispetto alla maratona di Parigi e la possibilità di votare per chi risiede nelle aree confinanti la città (e che vi si recano quotidianamente per lavoro in buona parte dei casi) sarebbero state utili per avere un maggiore afflusso di persone e, forse, un esito diverso.
La sindaca aveva fatto una campagna per il “no” a questi veicoli, tant’è che dopo l’annuncio dei risultati ha commentato: “una bella giornata per la democrazia partecipativa, che è molto meglio della democrazia delle opinioni e della democrazia dei sondaggi”. L’opposizione, però, non si è mai trovata d’accordo. “I parigini hanno dimostrato il loro profondo disinteresse per il voto organizzato da Anne Hidalgo”, ha scritto in un comunicato la destra municipale. Il voto è stato organizzato solo in una ventina di località della capitale e l’amministrazione si è rifiutata di garantire il voto elettronico nonostante gli operatori delle trottinette lo avessero richiesto per cercare di coinvolgere i giovani, i principali utenti del servizio.
In Italia i monopattini stanno bene
L’effetto del voto in Francia non sembra colpire minimamente l’Italia. Nonostante non siano mancati dei moti di critica nei confronti di questi mezzi anche nel nostro Paese, infatti, continuano ad essere annunciati progetti per il loro utilizzo nelle nostre città.
Uno degli ultimi è quello che porterà nel comune sardo di Arzachena, nella splendida Costa Smeralda, un servizio di sharing di 140 monopattini e 60 biciclette ad alimentazione elettrica. Si tratterà di un servizio “point to point”, ossia uno di quelli che prevedono la presenza di punti di ricarica da dove partire e arrivare. In questo caso saranno 24 aree di sosta in aree di rilevanza per turisti e cittadini. “Attiveremo anche convenzioni con gli operatori del settore ricettivo per promuovere e diffondere il più possibile l’utilizzo di questi mezzi che, oltre a garantire maggiore flessibilità negli spostamenti sul territorio, contribuiscono alla riduzione delle emissioni di Co2”, ha spiegato Stefania Fresu, la delegata ai Trasporti locali e Attività produttive.
Immagine di copertina: le schede pro e contro il referendum (Comune di Parigi/Twitter)