Spacemind, divisione spaziale della imolese NPC, ha confermato il successo del lancio di tre cubesat in orbita: DanteSat e i due Futura, SM1 e SM3
NPC (New Production Concept), azienda di Imola, tramite la sua divisione Spazio chiamata Spacemind ha di recente lanciato in orbita tre nanosatelliti, tutti made in Italy.
I tre nanosatelliti lanciati da Spacemind
I cubesat, per intenderci, sono piccoli satelliti a forma di parallelepipedo e che rappresentano una alternativa a costo più ridotto del lancio di un normale satellite. Il peso di questi oggetti va dai 10 grammi ai 500 kg, e svolgono le stesse funzioni delle loro controparti che vanno oltre i 750 kg. Sebbene la loro durata media sia di due anni anziché i cinque delle versioni classiche, i cubesat – lanciati più di 1300 dal 1998 – rappresentano una tecnologia che è largamente usata da agenzie internazionali come la stessa NASA.
I tre corpi celesti artificiali – DanteSat, Futura-SM1 e Futura-SM3 – hanno come scopi dichiarati quello di “validare il funzionamento del nuovo deployer per cubesat SMPod, di alcune apparecchiature di bordo e di una versione più grande della vela spaziale ‘Artica’, utilizzata per consentire il rientro nell’atmosfera di piccoli satelliti al termine della loro vita operativa”.
Il DanteSat e i due Futura nel dettaglio
Per quanto riguarda quelli targati Spacemind, il DanteSat – che celebra i 700 anni dalla morte del sommo poeta, grazie ad un progetto promosso da Human Space Services per la casa editrice di Bologna Scripta Manent, e non a caso è riportata sulla struttura metallica l’incisione dei versi della Divina Commedia – è un cubesat versione 3U, con un lato lungo 10 cm ed un’altezza pari a 30, e già a novembre era stato trasportato da una capsula Dragon, lanciata con un vettore Falcon 9 di SpaceX, verso la Stazione Spaziale Internazionale. In seguito, a dicembre DanteSat è stato rilasciato nell’orbita tramite il deployer esterno di Nanorack Europe, per poi aprire la vela Artica da 2,1 metri quadri, facente parte di un sistema lanciato nel 2017 e montata a bordo di un satellite CubeSat 3U. DanteSat poi rientrerà nell’atmosfera terrestre, bruciando.
I due cubesat Futura, invece, sono stati lanciati ai primi di gennaio sfruttando anch’essi un vettore Falcon 9 per essere poi trasferiti nell’orbita prevista tramite una piattaforma autonoma ION Satellite Carrier prodotta da D-Orbit, e quindi rilasciati nello spazio grazie al nuovo deployer SMPod sviluppato da Spacemind.
In particolare, il Futura SM1 è anch’esso un cubesat 3U, con la funzione di “testare nuove apparecchiature di bordo” come il “sistema di produzione di energia, antenne dispiegabili, vela spaziale e computer di bordo OBC sviluppato dal partner Apogeo Space”. Il Futura SM3 invece è un cubesat 6U (ovvero due 3U messi uno a fianco all’altro), dotato della vela Artica.
“I sistemi di bordo dei cubesat funzionano perfettamente”
Nicolò Benini, marketing manager di NPC Spacemind, ha commentato: “Siamo davvero entusiasti dei primi risultati di queste nuove missioni in orbita, che consentono di confermare la nostra azienda come un fornitore di servizi chiavi-in-mano per la produzione, il lancio e il rientro di cubesat per progetti di tipo commerciale o scientifico. Anche grazie al successo di questi ultimi lanci, abbiamo consolidato i contatti con importanti clienti italiani ed esteri, che consentiranno ai nostri sistemi di tornare presto nello spazio”.
Inoltre, Benini ha confermato che tutti i sistemi di bordo dei cubesat lanciati “funzionano perfettamente e stiamo ricevendo i loro segnali e i dati telemetrici”. Per poi concludere: “Anche il nostro deployer ‘SMPod’ ha effettuato il rilascio in orbita dei due ‘Futura’ in modo nominale raggiungendo il 100% degli obbiettivi di missione. Grazie a questi eccellenti risultati, siamo pronti ad offrire servizi affidabili ed innovativi sul mercato mondiale dei nanosatelliti che è in notevole espansione”.
Immagine di copertina: NASA