Le gondole a propulsione a idrogeno pensate da H3 Dynamics potrebbero risolvere il problema del volume dei serbatoi sui velivoli. E il loro studio parte dal piccolo – i droni – per arrivare, in futuro, agli aerei passeggeri
Il mondo dell’aviazione a idrogeno può contare sulla ricerca e lo sviluppo di H3 Dynamics. L’impresa di Singapore, infatti, dopo aver annunciato i propri piani di studio dell’idrogeno per i mezzi aerei già nel 2018, a luglio 2022 è riuscita a far decollare dall’aeroporto Hub Drones – Systematic vicino Parigi il proprio primo velivolo con sistema a pod distribuito.
Come funziona il sistema a pod distribuito
Le celle a idrogeno e a combustibile, nel caso di un sistema distribuito come quello proposto da H3, vengono posizionate su una serie di gondole a propulsione collaborativa sotto le ali. Si tratta di un metodo che promette di risolvere gli inconvenienti legati alla gestione della temperatura e migliorare le prestazioni di sicurezza. Ma non solo.
Solitamente, gli aerei a idrogeno proposti dalle compagnie prevedono l’utilizzo di celle a combustibile simili a quelle per le automobili e che prevedono la conservazione dell’idrogeno (in forma gassosa o liquida) in un unico serbatoio principale. Il processo di studio dei velivoli a idrogeno di H3, invece, parte dai droni per guardare in avanti agli aerei più grandi in un secondo momento.
E il motivo per cui le gondole – che contengono anche il carburante e perciò riequilibrano il peso – vengono messe sulle ali è anche quello di mantenere spazio nella fusoliera per altro, considerando che l’idrogeno occupa parecchio volume e spostarlo altrove vuol dire liberare il corpo principale. Così questo può essere utilizzato sia per cargo che per eventuali passeggeri. “Non solo la nostra prima priorità è la sicurezza – ha infatti dichiarato il CEO Taras Wankewycz – ma non vogliamo che l’idrogeno tolga spazio per il trasporto merci e passeggeri che genera entrate“.
Il mezzo di prova testato a luglio era un drone che pesava 25 kg. La sua autonomia è di 900 km con idrogeno liquido e 350 km con idrogeno pressurizzato. In futuro, però, H3 punta molto in avanti. Si è posta un obiettivo in collaborazione con l’Institut Supérieur de l’Aéronautique et de l’Espace (ISAE) di Tolosa, con il quale si è posta l’obiettivo di sorvolare l’Atlantico con un velivolo a idrogeno entro i prossimi due anni.
Le opportunità del retrofit delle gondole di H3 Dynamics
Una delle possibilità che l’azienda ha preso in considerazione nella creazione dei propri dispositivi è quella del retrofit: ossia dell’installazione “a scatto” delle gondole su eVTOL senza pilota o droni cargo ad ala fissa. Mezzi adatti a situazioni di emergenza, studi scientifici o per l’ispezione di aree. E che verrebbero molto alleggeriti grazie alla proposta di H3, considerando che invece di solito va tenuto in considerazione il peso della batteria.
Per iniziare il proprio studio, H3 ha siglato un accordo con Carbonix, un’impresa australiana, sui quali eVTOL già esistenti posizionerà le proprie gondole. L’obiettivo ultimo, però, è quello di sviluppare un drone completamente nuovo che, pur mantenendo una batteria per gestire le operazioni di stabilizzazione del velivolo, faccia largo uso dell’idrogeno.
Per quanto riguarda gli aerei con equipaggio, l’impresa singaporiana ha già in programma di creare delle gondole più potenti che possano essere installate su velivoli piccoli, da 2 a 4 posti passeggeri. L’ideale sarebbe poter effettuare il retrofit anche per quelli già esistenti.