Le principali linee di tendenza nella transizione ecologica e nella mobilità sostenibile: gli interventi dall’ultimo Wired Trends 2023 e le prospettive per l’Italia
La mobilità sostenibile nel 2023 ovviamente risentirà ancora di quanto ha vissuto il mondo in questo disgraziato anno di guerra e di crisi energetica. Ma così come la pandemia ha modificato – forse per sempre – certe nostre abitudini, anche di consumo, allo stesso modo lo shock relativo alla sicurezza in termini di energia offerta potrebbe dare una spallata definitiva ad una economia basata sulle fonti fossili, già di suo vacillante (senza contare poi che venivamo dalla crisi delle catene di approvvigionamento a seguito della pandemia, così come la carenza di materie prime e dei semiconduttori per i chip).
L’attuazione del PNRR in Italia
In Italia abbiamo implementato il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che a sua volta è scaturito dal Next Generation EU per rilanciare l’economia europea e favorire la transizione ecologica, con diversi obiettivi centrati dal nostro Paese ed altri ancora da attuare.
Come ha spiegato a Wired l’ex ministro delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili, oggi semplicemente Trasporti, e cofondatore dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile (Asvis) Enrico Giovannini, “Il PNRR deve produrre risultati per i cittadini, come ridurre i tempi di percorrenza tra le periferie, ad esempio. Sono risultati che non si misurano in termini di soldi. Non bisogna solo negoziare, ma capire se si va nella direzione giusta e si prendono strade nuove. In alcune città sono stati finanziati alcuni progetti del Maas che hanno permesso di individuare le difficolta nella gestione dei dati. Grazie a una modifica importante sulla legge della privacy, i dati sugli spostamenti che hanno una finalità pubblica possono essere scaricati”.
In attesa che il PNRR metta a frutto i risultati nel nostro Paese e sperando non ci siano ostacoli ideologici di sorta, il 2023 potrebbe riservarci altri passi avanti in termini innovativi, salvo colpi di scena ed altri cigni neri, come si dice in gergo.
I passi avanti verso la mobilità elettrica
Ha fatto sensazione il progetto di vietare in Francia i voli interni a corto raggio per privilegiare gli spostamenti ferroviari e diminuire così l’impatto delle emissioni prodotte dei velivoli. Se la cosa prendesse piede veramente, potrebbe essere questo il trend imitato da altri Paesi europei e non, in attesa che entrino a regimi aerei con motori elettrici e finanche ad idrogeno, con test previsti anche nel 2023.
Per quanto riguarda invece le auto elettriche, mentre da noi la si butta sempre sulle preclusioni ideologiche, il mercato va spedito (e con l’aumento dell’offerta di pari passo con la domanda e la crescita infrastrutturale delle stazioni di ricarica, si spera si abbattano anche i prezzi).
Al Wired Trends 2023 che si è tenuto lo scorso novembre è intervenuto Michele Crisci, managing director di Volvo Car Italia, che ha spiegato: “Dodici anni sono più che sufficienti per passare totalmente all’elettrico. Per l’Italia questo significa una riconversione industriale senza precedenti. C’è chi dice che ci sarà un grande rischio di disoccupazione. Come Volvo noi perderemo probabilmente diversi fornitori, basti pensare, per esempio, alle aziende che producono marmitte”. E sulle resistenze ideologiche, ha poi aggiunto: “Non sono così sicuro che ne stiano parlando seriamente dal punto di vista politico. Per quanto riguarda Volvo, noi compriamo i materiali da aziende che abbracciano il nostro stesso percorso”.
La novità che sta prendendo piede: la ricarica bidirezionale
Sempre Volvo ha implementato una tecnologia che sta prendendo piede e potrebbe dare una spinta importante alle infrastrutture di ricarica, ovvero la ricarica bidirezionale. In pratica la vettura riceve l’energia elettrica, e al tempo stesso la condivide nel sistema: ciò significa che un’auto può diventare essa stessa una specie di hotspot che fornisce energia.
Oltre a Volvo, Sono Motors dovrebbe lanciare la berlina elettrica solare Sion, con un costo tutto sommato non gigantesco – 25.000 euro – e l’integrazione della ricarica bidirezionale, senza hardware ulteriore. La vettura dovrebbe entrare in produzione nella seconda metà del 2023 all’interno del mercato europeo.
L’espansione delle eBike e dei monopattini elettrici
Altro settore in espansione è quello delle eBike, la cui crescita prosegue con buoni ritmi e sarà tale anche nel 2023. E vista anche la crisi energetica, secondo Tanguy Goretti (co-fondatore dell’azienda di bici elettriche per la mobilità urbana, e non solo, Cowboy), questi mezzi potrebbero essere preferiti in luogo delle auto, offrendo “un’opzione di trasporto più economica e pratica che l’intera famiglia può condividere”.
Certo, ci sarebbero dei problemi pratici, molto pratici, anche solo: come fare a caricarsi la spesa su una bici? Goretti ha poi fatto una previsione: “Come è successo con Tesla o l’iPhone, le differenze hardware diventeranno meno rilevanti e il software sarà l’elemento principale, e presto l’industria delle eBike seguirà proprio questo esempio”.
Anche le assicurazioni si adatteranno al nuovo panorama di mobilità
Questa espansione potrebbe determinare dei cambiamenti a cascata anche nel mondo assicurativo. Valerio Lubello, docente di diritto pubblico alla Bocconi, al Wired Trends 2023 ha infatti illustrato: “Le assicurazioni negli anni hanno raggiunto un livello tale da coprire lo scenario che quotidianamente abbiamo nelle nostre strade. L’estensione del sistema assicurativo anche a mezzi che prima non erano coperti, come monopattini e biciclette, ne è la dimostrazione. Vengono introdotte nuove offerte e nuove garanzie dal punto di vista assicurativo”.
Maurizio Pescarini, amministratore delegato e direttore generale di Genertel e Genertel Life ha quindi spiegato nel dettaglio quali sono le novità previste e quelle attuali in questo campo: “Il nostro modello comprende diverse tecnologie come la realtà aumentata, la raccolta di dati per il miglioramento dell’engagement, l’intelligenza artificiale per la stima automatica dell’importo del sinistro, ma anche chatbot e schermate molto semplici per l’utente. Abbiamo introdotto il programma Beegood, che in base alla valutazione dei comportamenti positivi degli utenti, come una guida responsabile, dà la possibilità di fornire un contributo monetario alle cause che i nostri clienti hanno a cuore”.
Abbiamo parlato di monopattini, sempre più usati ma al centro di querelle e dibattiti sulla sicurezza non solo nella nostra città (è ipotizzabile il divieto di questi mezzi e degli eScooter a Parigi, considerata anche la prossima scadenza dei contratti della città con i fornitori Lime, Dott e Tier). Il settore per proseguire dovrà trovare delle soluzioni, assieme ovviamente alle istituzioni, in termini di sicurezza, parcheggio e ricarica. In controtendenza Berlino, che dal prossimo primo gennaio consentirà a monopattini e biciclette la possibilità di parcheggiare negli stalli regolari delle auto.
Il trasporto pubblico verso l’intermobilità e l’idrogeno
Tornando alle reti di trasporto pubbliche, Ivo Roberto Cassetta, consigliere delegato di Fnm Group (che si occupa di mobilità sostenibile in Lombardia), ha tratteggiato al Wired Trends 2023 un avvenire in cui questo tipo di mobilità si prenderà la rivincita su quella privata: “Il trasporto pubblico sarà il futuro della mobilità, per questo dobbiamo considerare tutti i cambiamenti in atto nel nostro sistema di vivere e lavorare. Noi stiamo lavorando sull’intermobilità, lo sharing e ai nostri hub di smart mobility”.
Cassetta ha poi spiegato l’adesione di Fnm Group al progetto Fili: “Il progetto Fili nasce dall’idea di costruire un’infrastruttura contemporanea, e ha lo scopo di dare un servizio di mobilità nuova. Si tratta di una pista ciclabile a doppia corsia che collega Cadorna a Malpensa per 54 chilometri”. Non solo: Fnm Group parteciperà alla realizzazione del progetto H2iseO Hydrogen Valley assieme a Ferrovie Nord e Trenord, e che mira realizzare dei treni ad idrogeno per la rete ferroviaria Brescia-Iseo-Edolo.
L’attenzione verso l’economia circolare: il caso delle batterie
Altro fattore che subirà un ulteriore sviluppo nel 2023 è l’economia circolare, che riguarda il ciclo di vita del prodotto che non si interrompe ma immagina per esso una nuova vita una volta consumato. Pensiamo ad esempio al cuore dei veicoli elettrici, ovvero le batterie al litio.
Su queste pagine abbiamo parlato delle ultime innovazioni come le batterie a stato solido, per garantire una migliore efficienza ed autonomia, mentre aziende come l’italiana Tecnobus (che opera anche in Europa e in Paesi come Canada, Sudafrica e Taiwan) hanno implementato nei propri mezzi delle innovative batterie al sale: “Si tratta di un brevetto creato una ventina di anni fa, poi è stato abbandonato per l’utilizzo automobilistico, ma per i mezzi pesanti privati o pubblici funziona molto bene. La capacità di autonomia è adeguata, e la batteria completamente riciclabile perché è al sale, non usa il litio”, ha illustrato Paolo Marini, general manager di Icapgroup e amministratore unico di Tecnobus.
Resta comunque il problema dello smaltimento delle batterie: Silvia Bodoardo, docente ordinaria del Politecnico di Torino, al Wired Trends 2023 ha fatto una previsione in merito. “Le batterie al litio avranno un ruolo fondamentale per molto tempo nel settore automotive. Bisogna saper riutilizzare in maniera intelligente. La tendenza è quella di creare batterie al litio con densità di energia 5 volte più grande”.
Darya Daliyeva, program director di Italvolt, ha aggiunto: “Il nostro obiettivo a breve termine è quello di riciclare gli scarti della produzione per minimizzare i costi e ridurre l’impatto ambientale delle batterie prodotte da Italvolt. Insieme al Politecnico di Milano, abbiamo lanciato un progetto che ci aiuti a conseguire questi obiettivi. Infatti, stiamo facendo scouting di potenziali fornitori di materiali con un impatto ambientale ridotto, identificando imprese in Italia ed in Europa che possano fornirci materie prime e seconde. Inoltre, stiamo rivedendo il processo produttivo per portare maggiore efficacia. Nel medio-lungo termine, il nostro obiettivo è quello di riuscire a creare una vera e propria economia circolare delle batterie, andando quindi a riciclare, tramite partnership, le batterie usate. Questo risulta, ad oggi, ancora una sfida sia per la complessità logistica che per la gestione delle batterie prima dello smaltimento”.
Sempre Daliyeva ha illustrato in merito all’autonomia produttiva dell’Occidente in termini di batterie rispetto ad un attore che detiene larghissima parte del mercato come la Cina (altro tema che sarà sviluppato nel 2023): “La Cina sta controllando oltre il 95% dei minerali e le raffinerie del litio. Rischiamo di essere dipendenti da loro, che a oggi producono l’80% delle batterie mondiali.”
“Cosa hanno fatto negli Stati Uniti per sviluppare una vera e propria catena di fornitura locale? Al pari di quanto sta facendo l’Europa, gli Stati Uniti hanno introdotto diversi programmi che prevedono sussidi e finanziamenti statali, ma la vera svolta l’hanno realizzata con l’Inflation Reduction Act che prevede investimenti di circa 300 miliardi di dollari nella riduzione del deficit e 370 miliardi di dollari nei programmi per la sicurezza energetica e il cambiamento climatico nei prossimi dieci anni. Inoltre, l’accordo prevede l’approvazione di una legislazione completa sulla riforma delle autorizzazioni, tre anni di sussidi e la riforma fiscale”, ha aggiunto.
Daliyeva ha poi concluso con un augurio: “L’Europa ha sviluppato delle competenze superiori rispetto a quelle degli Stati Uniti ed è più avanti sul processo di transizione all’elettrico, ma cominciamo a sentire la pressione delle scadenze e la necessità di accelerare per raggiungerle. Dunque, ci auguriamo che l’Europa potrà arrivare ad una soluzione simile a quella degli Stati Uniti per poter aiutare e proteggere l’industria verde”.
Intanto, la Global Battery Alliance (GBA), che riunisce più di 120 aziende nel settore e nella filiera delle batterie, ha lanciato il Battery Passport che possa illustrare la sostenibilità della batteria, mentre in Europa sono stati introdotti dei regolamenti che fissano dei requisiti che obbligano i produttori a tener conto del ciclo di vita delle stesse.