La mobilità elettrica è il driver di sviluppo del processo di elettrificazione dei servizi, verso cui ci muoviamo. Ecco la filiera della mobilità elettrica tra aziende e università nel webinar con Massimiliano Calamai (Alpitronic), Giorgio De Champdorè (Enel X Way) e Michela Longo (Politecnico di Milano)
La trasformazione della eMobility ci permette di spostarci, soprattutto in città ma non solo, senza fastidiosi rumori e senza emissioni inquinanti. Un modello di business che ben si adatta alle esigenze di sostenibilità ambientale contenute anche nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e nei piani di Governo per raggiungere gli ambiziosi obiettivi di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e di riduzione dell’inquinamento.
Si tratta di una trasformazione sistemica, con un intero mondo che si muove verso l’era dell’elettrificazione della produzione, dei servizi e dei consumi. La mobilità elettrica, possiamo dire, rappresenta sempre più la chiave di volta di questa evoluzione che offre, quest’ultima, attraverso le fonti rinnovabili, molte possibilità per raggiungere i fini dell’autonomia energetica e della decarbonizzazione.
Verso una nuova filiera dell’innovazione
Dalla rete elettrica all’infrastruttura di ricarica per i veicoli elettrici e le tecnologie impiegate (come l’HPC), fino alla sostenibilità ambientale di queste ultime e delle batterie: tutte questioni su cui si può aprire un confronto.
E la centralità di un’interazione tra i vari attori della filiera, le aziende e il mondo della ricerca in una logica di sistema: ecco il confronto tra Giorgio De Champdorè, Responsabile Procurement Enel X Way, Massimiliano Calamai, Responsabile mercato Italia Alpitronic, e Michela Longo, Professore associato presso il Politecnico di Milano, nel corso del webinar di stamattina dal titolo eMobility: una nuova filiera dell’innovazione. Il caso Alpitronic/Enel X Way, moderato da Raffaele Barberio, direttore di Mobilità Futura.
Il webinar è il primo di una serie di appuntamenti che proseguiranno da gennaio e per tutto il 2023. Guarda il video integrale.
L’ecosistema dell’elettrificazione dei servizi
Si parte con Giorgio De Champdorè, Responsabile Procurement eMobility, Enel X Way, che presenta il lavoro della società dedicata alla mobilità elettrica del Gruppo Enel: “Mobilità elettrica vuol dire molte cose, dai veicoli tradizionali alle navi, passando per gli autobus e i treni. Siamo presenti in Europa, Stati Uniti e altri 18 Paesi nel mondo per proporre lo sviluppo trasversale dell’elettrificazione, dal mercato retail alle imprese, fino alle amministrazioni pubbliche per il lancio di nuovi servizi. Oggi abbiamo 17 mila punti ricarica già installati, il 50% circa dell’intera offerta nazionale. Il trasporto pubblico locale è un fattore chiave per la decarbonizzazione delle nostre città. Lavoriamo per fornire sistemi di ricarica avanzati, proprio per favorire e supportare la transizione energetica di questo settore”.
“Una mobilità elettrica che non si fonda su un’offerta piatta, ma che è misurata sulle esigenze degli utenti. Si va dalle colonnine di ricarica di casa, a quelle su strada, fino alle soluzioni ad alta potenza di ricarica o HPC di nuova generazione, che impiegano davvero pochi minuti per ricaricare il veicolo”.
“I charger sono la componente chiave in termini di hardware e dai fornitori ci aspettiamo che l’innovazione faccia parte del loro DNA – ha proseguito De Champdorè – per seguire il mercato e adattare i prodotti alle esigenze dei clienti, sempre più consapevoli ed esigenti. Le auto si evolvono rapidamente, e deve sussistere un pari livello di affidabilità, sia dal punto di vista progettuale, sia tecnologico, insieme ad un alto livello di sostenibilità, intrinseca alla tecnologia, ma anche a livello di produzione dei charger, e infine di competitività. Sembra difficile, ma in realtà è assolutamente fattibile, basta individuare i partner giusti. Scegliamo Alpitronic non perché è italiana, ma perché coniuga perfettamente tutti questi aspetti ed è la collaborazione a rendere entrambi competitivi”.
L’aspetto dell’ecosistema, precisa De Champdorè, è infatti fondamentale: “La catena di valore della mobilità elettrica è lunga: oggi parliamo della fondamentale tecnologia hypercharger, che però non è l’unico elemento: dall’installazione alla manutenzione, fino al customer care e il digitale. Le nostre soluzioni sono smart, cioè oltre al servizio primario di ricarica vera e propria, offriamo altri servizi digitali all’utente.”
“Ad oggi circa il 70% dei nostri acquisti ha un impatto diretto o indiretto sulla filiera italiana, grazie alle imprese italiane che hanno creduto in questo modello di business riconvertendosi alla mobilità elettrica. Questo vogliamo trasmettere alle imprese nell’ambito della mobilità: il cambiamento in corso va sfruttato nelle sue enormi opportunità per tutta la filiera. Apriamo una porta verso il futuro.”
Il responsabile di Enel X Way ha concluso: “Per il riutilizzo delle batterie ci sono molti progetti in corso e soluzioni esistenti. Sembra un problema insormontabile, soprattutto per l’impatto ambientale che la produzione di questi dispositivi comporta, ma non è così. Ci sono numerosi studi dedicati proprio alla sostenibilità delle batterie, sviluppate a partire da tecnologie green. Nello stesso ambito delle rinnovabili c’è un intero segmento industriale dedicato proprio allo storage e ai sistemi di accumulo”.
La ricarica rapida hypercharger
Massimiliano Calamai, Responsabile mercato Italia, Alpitronic, ha illustrato il ruolo chiave che la sua azienda svolge nell’industria dell’elettrificazione della mobilità, in particolare nelle soluzioni tecnologiche per l’infrastruttura di ricarica, che vedono come prodotto di punta il sistema di ricarica rapida hypercharger: “Siamo una società focalizzata nel mondo della ricarica rapida e ultrarapida, tra cui la tecnologia hypercharger. La richiesta di mercato ha di fatto trascinato la società a crescere ad un ritmo straordinario, con un forte radicamento sul territorio, in Alto Adige. Lo sviluppo, la produzione e la vendita dei progetti avvengono tutti dalla sede centrale di Alpitronic a Bolzano. Questo ci permette di mantenere il nostro carattere locale anche come azienda attiva a livello internazionale. Nelle collaborazioni con i nostri clienti siamo partecipi della loro crescita, fornendo la tecnologia di ricarica hypercharger focalizzata su sistemi da 75-300kW, fino a 400 KW entro il 2023”.
Una soluzione che permette di superare l’ansia da colonnina di ricarica poiché consente di ricaricare il proprio veicolo nel tempo di una breve sosta: “Con l’hypercharger in 15-20 minuti posso ricaricare fino all’80% della batteria del veicolo. Basta programmare la sosta per coprire le lunghe percorrenze: tra Firenze e Bolzano, circa 400 km di autostrada, mi basta una pausa nel tragitto per ricaricare il mezzo. Un sistema di ricarica veloce che consentirà di superare le paure delle lunghe distanze e favorirà definitivamente l’affermarsi della mobilità elettrica come sistema dominante di spostamento per i privati. Fondamentale, ovviamente, sarà lavorare sull’infrastruttura e anche sulle batterie di nuova generazione, che consentiranno di allungare i nostri viaggi e di rendere questo business ancora più sostenibile”.
Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile
La professoressa Michela Longo ha illustrato il progetto del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile, che si compone di 25 università, e relativi centri di ricerca, che hanno unito le forze con 24 grandi imprese attive nell’ambito della mobilità e delle infrastrutture. L’obiettivo è accompagnare la transizione green e digitale del comparto in un’ottica sostenibile, garantendo la transizione industriale e supportando le istituzioni locali nell’implementazione di soluzioni moderne, sostenibili e inclusive.
“Fin da subito c’è stata una forte sinergia con le aziende. I progetti sono portati avanti con le realtà di settore. La mobilità sta cambiando pelle e va sempre considerata a 360°, oltre le automobili ci sono i treni, le metropolitane e gli autobus, senza contare navi e droni. Il progetto approvato si fa forte anche di un’ampia trasversalità di settori toccati dall’elettrificazione, con diversi topic. C’è da considerare le numerose tecnologie sul campo, per favorire la nascita e il lavoro del Centro nazionale della mobilità. C’è una filiera di università e imprese che consentirà di accumulare grandi competenze su rete, automotive e tecnologie software”, ha spiegato la professoressa Longo.
Le attività del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile saranno focalizzate su cinque ambiti tecnologici di interesse: mobilità aerea, veicoli stradali sostenibili, trasporto per vie d’acqua, trasporto ferroviario, veicoli leggeri e mobilità attiva; puntando a rendere il sistema della mobilità più “green” nel suo complesso e più “digitale” nella sua gestione.
“Il Centro sarà strutturato secondo l’impostazione Hub&Spoke, ovvero con un punto centrale a Milano e 14 nodi distribuiti su tutto il territorio nazionale, a garanzia di quel riequilibro territoriale che è tra le priorità del PNRR, e la missione è proprio quella di passare dalla ricerca all’impresa in un’ottica di filiera e di collaborazione estesa”, ha precisato Longo.
“Lo scopo del centro di ricerca è mettere in evidenza competenze e conoscenze nazionali da fa valere anche all’estero. Sul territorio ci sono tante realtà, grandi e piccole, che fanno ricerca e innovazione, e tramite il PNRR sarà possibile sfruttare questo patrimonio di competenze. Ci sono 24 aziende all’interno del board del progetto – ha aggiunto la professoressa del Politecnico di Milano – che stanno investendo molto sulla ricerca. Grazie al PNRR c’è la possibilità di indire delle open call per far partecipare queste ed altre imprese con competenze rilevanti per il futuro della mobilità elettrica. La sinergia che si andrà creando sarà fondamentale per la riuscita delle iniziative. Il PNRR offre la possibilità di creare interazione tra tutti i settori chiave. Nel futuro dell’eMobility c’è posto per tutti”.
Ha poi concluso con una nota in merito al ruolo delle tecnologie delle batterie: “La batteria è il cuore pulsante del veicolo elettrico e i soldi del PNRR andranno proprio su laboratori specifici dedicati alle batterie di nuova generazione e di seconda vita, anche per favorire l’economia circolare”.