Roma, 21/11/2024
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Obiettivo zero emissioni 2050: il problema aviazione

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Secondo i patti internazionali il mondo dell’aviazione dovrà raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. Un piano che può solo essere attuato migliorando e raffinando le tecnologie del futuro tra SAF, elettrico e idrogeno. Il trasporto aereo si dovrà molto riformare per raggiungere gli obiettivi internazionali per la salvaguardia del pianeta

È ormai normale volare a prezzi bassi, ma lo è anche inquinare nel processo. Presto, però, non lo sarà più. Il mondo dell’aviazione internazionale si è infatti imposto l’obiettivo di arrivare all’obiettivo zero emissioni entro il 2050. Ma il percorso per arrivarci è certamente molto ambizioso e richiederà molti sforzi a favore della sostenibilità.

L’aviazione oggi, il problema emissioni

Oggi l’aviazione è responsabile per all’incirca il 2.5% delle emissioni globali di CO2. Buona parte dei velivoli, infatti, sono alimentati a benzina. Ma il problema delle emissioni dell’aviazione si rivelerà sempre più forte nel futuro, secondo le predizioni degli scienziati.

La Commissione Europea, infatti, ha previsto che per metà di questo secolo questo settore sarà responsabile per il 300% in più delle emissioni rispetto ai livelli del 2005. Un dato che fa molto preoccupare, e che ha portato in ottobre l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile delle Nazioni Unite (la ICAO) a far iniziare le negoziazioni tra 184 nazioni per introdurre misure di riduzione delle emissioni di CO2.

Gli accordi hanno portato a programmi per razionare le operazioni di volo, innovare sempre più le tecnologie aviatorie e puntare sui carburanti sostenibili per l’aviazione, i cosiddetti SAF. “L’adozione da parte degli stati di questo obiettivo a lungo termine riguardante il trasporto decarbonizzato via aria – ha spiegato Salvatore Sciacchitano, il presidente del Consiglio ICAOcontribuirà a raggiungere nei prossimi decenni la possibilità di volare senza emissioni”.

Il carburante del futuro non sarà (solo) un carburante

L’associazione di compagnie aeree IATA sostiene che l’uso di carburanti sostenibili insieme ad altre pratiche ecologiche può contribuire per più dell’80% alla riduzione delle emissioni. I carburanti di questo genere sono una delle innovazioni che più sono apprezzate dalle compagnie aeree attuali che puntano alla decarbonizzazione, in quanto possono essere adattati anche ai velivoli attuali.

Al momento, però, i SAF hanno dei costi di produzione più alti che hanno finora rallentato la loro adozione, tant’è che al momento costituiscono lo 0.1% dei carburanti attualmente usati. Eppure, potrebbero contribuire da soli al 65% delle riduzioni di emissioni. Ma non è soltanto con i SAF che si può raggiungere l’obiettivo zero CO2.

Per quanto riguarda le “altre pratiche ecologiche” di cui parla IATA, si tratta di una serie di policy che dovrebbero essere prese in atto dalle compagnie per finanziare una riduzione delle emissioni da qualche altra parte. Questo perché non si pensa che queste possano essere eliminate del tutto.

Eppure, oggi come oggi ci sono altre tecnologie che possono contribuire enormemente alla riduzione delle emissioni. Uno dei casi più interessanti è quello dei velivoli che utilizzano l’elettrico oppure l’idrogeno. Questi sarebbero delle ottime alternative soprattutto sui voli brevi, ossia le tratte di massimo 500 chilometri (che costituiscono all’incirca il 17% delle emissioni). Ma migliorando le tecnologie alcuni pensano di poterle adattare anche ai voli entro i 4000 chilometri, che sono causa di più della metà delle emissioni attuali.

Come l’idrogeno potrebbe cambiare le carte in tavola

Finora rimasta una tecnologia non del tutto vagliata perché difficilmente realizzabile, l’idrogeno è in realtà un combustibile che può rivelarsi molto sorprendente. Questo perché ha una grande intensità energetica: 1 kg di idrogeno contiene la stessa energia di 2,1 kg di gas naturale o di 2,8 kg di benzina. Anche per questo molte aziende che producono velivoli stanno cercando di adattarlo ai nuovi tipi di aerei.

Un caso sono i tre modelli di aerei commerciali che Airbus sta producendo e pensa voleranno nei nostri cieli a partire dal 2035. Si tratta di un aereo che può portare fino a 100 passeggeri e volare per più di 1000 miglia nautiche, un altro che può trasportare tra le 120 e le 200 persone per più di 2000 miglia nautiche e un altro in cui si salirà in più di 200 per lo stesso spazio percorso.

Tutto bello, se non fosse che ad oggi buona parte dell’idrogeno è “grigio”, ovvero non prodotto in modo sostenibile. Secondo quanto dichiarato dalla fondazione ClimateWorks, “l’uso dell’idrogeno verde (prodotto attraverso energie rinnovabili) deve essere incentivato per raggiungere la decarbonizzazione totale per il settore dell’aviazione”.

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