Nel report annuale sulle Rinnovabili dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), si parla anche della crescita nella domanda a livello globale dei biocarburanti. Le cifre e le previsioni
Quando si parla di mobilità sostenibile non c’è solo l’elettrico, che calamita in maniera preponderante l’immaginario ed il dibattito dell’opinione pubblica: un passo importante verso l’abbattimento delle emissioni è dato anche dai biocarburanti.
Il report sulle Rinnovabili dell’IEA
Secondo il report annuale Renewables 2022 redatto dall’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la crisi energetica che sta vivendo l’intero pianeta ha dato una bella spinta alle rinnovabili, anche per sostenere e rafforzare la sicurezza energetica. Nelle previsioni verso il 2027 si preconizza che oltre il 90% dell’elettricità sfruttata a livello globale proverrà da fonti rinnovabili, superando quindi il carbone.
L’ascesa dei biocarburanti: le previsioni
Un’accelerata che però non riguarda solo l’elettrico (ed anche il trasporto con i veicoli a zero emissioni) ma, come accennato, anche i biocarburanti. Prodotti da fonti organiche (quindi, biomasse come la barbabietola da zucchero, ad esempio, oppure anche alghe) tramite fissazione biologica del carbonio, questa tipologia di combustibili sta pian piano soppiantando benzina e diesel, dal motorsport (il bioetanolo adottato dalla F1, per poi passare dal 2025 combustibili totalmente rinnovabili, o il Mondiale Rally WRC che da questa stagione ha introdotto un biocarburante privo di idrocarburi fossili) alla guida di tutti i giorni.
Secondo i dati IEA, la domanda globale di biocarburanti si innalzerà sino al 22% nel periodo preso in considerazione, dal 2022 al 2027. Protagonisti principali di questa crescita i Paesi che rappresentano l’80% dell’espansione a livello mondiale di questa tipologia di combustibile, ovvero Stati Uniti, Canada, Brasile, Indonesia ed India. Nel 2022, rispetto al 2021, la domanda globale è salita al 6%, ovvero di 9 100 milioni di litri per anno.
L’espansione in Europa e gli aspetti critici
In Europa il diesel rinnovabile ha conosciuto dei valori di crescita grazie a politiche di incentivo in Germania, Francia e Spagna. La domanda dei biocarburanti dovrebbe inoltre espandersi del 5% nel periodo 2022-2027, mentre nel trasporto pubblico l’incremento dovrebbe passare dal 5,9% al 6,5%.
Resta però di converso il problema dei prezzi ancora troppo alti che possono essere nel medio termine (sperando non nel lungo) un freno alla marcia dei biocarburanti: in particolare il biodiesel, il cui costo è salito negli Stati Uniti, Brasile ed Europa. Questo per via della guerra in Ucraina, considerato che quest’ultima esporta prodotti vegetali ed oli come quello di girasole, per non parlare poi delle difficoltà di approvvigionamento e di trasporti a causa di eventi metereologici estremi, l’innalzamento del costo dell’energia e dei fertilizzanti e le restrizioni nelle esportazioni: tutti fattori che hanno determinato una crescita esponenziale dei prezzi delle materie prime agricole.
Ma comunque la crescita dei biocarburanti e del diesel rinnovabile è destinata ad esserci, in particolare nei Paesi con economie più solide e che possono permettersi politiche di abbattimento delle emissioni di gas serra e di sfruttamento dei prodotti di scarto, che nel 2021 per il 70% hanno rappresentato la base di questi combustibili. “Nel frattempo – si legge nel rapporto -, “l’aumento dell’uso di etanolo e biodiesel si verifica quasi interamente nelle economie emergenti che mirano a ridurre le importazioni di petrolio, massimizzando al contempo l’uso di risorse indigene a beneficio dell’economia locale. Inoltre, l’uso dei biocarburanti aiuta a ridurre le emissioni di gas serra in questi Paesi”.
Tornando all’Europa, viene valutato anche il rispetto del Next Generation UE (da noi il PNRR) che prevede il taglio delle emissioni di gas serra nei trasporti del 13% da parte di tutti i Paesi, con in vista la possibilità di aumentare la quota di rinnovabili al 28% entro il 2030, con i produttori di biocarburanti che al tempo stesso raggiungerebbero l’obiettivo dell’UE della quota del 2,2% nel consumo totale del carburante entro il 2030.
La relazione è consultabile nella nostra sezione Report.