Nell’executive webinar sul futuro dei droni il punto sul quadro regolatorio e le possibili applicazioni di mercato, dal monitoraggio delle infrastrutture al trasporto passeggeri con i droni taxi. L’obiettivo è riuscire a vederli volare entro il Giubileo romano del 2025 e i Giochi olimpici di Milano-Cortina del 2026. L’impegno dell’industry e dell’Autorità regolatoria.
La mobilità aerea urbana è già realtà, ma i riflettori sono puntati sulla prossima mobilità aerea avanzata. Un nuovo ambito di studio, di lavoro e di applicazioni tecnologiche, che troverà numerosi impieghi in diversi ambiti di interesse, da quello della sicurezza a quello emergenziale e di soccorso, fino all’ambito commerciale per il trasporto di merci o di persone. I droni sono i vettori principali di questa transizione tecnologica dell’industria aeronautica in ambito civile e militare, perché saranno sempre più utilizzati nel portare la connessione internet, anche in 5G, in aree che ne sono prive o in scenari di emergenza, nella consegna di merci e prodotti, nel monitoraggio dei territori in termini di sicurezza pubblica, nel rintracciare le persone che si trovano in situazioni di pericolo, nel fornire connettività a terra e quindi copertura di comunicazione tra robot in missione o nell’offrire copertura di rete in eventi mediatici, fino al servizio taxi per il trasporto passeggeri.
Su quest’ultimo tema, i droni taxi, fondamentali saranno gli eventi del Giubileo di Roma nel 2025 e dei giochi olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Occasioni imperdibili per inaugurare servizi di trasporto merci e persone che consentiranno in sicurezza di superare i problemi legati al traffico su strada e di offrire una nuova esperienza della mobilità sul territorio.
Oltre queste applicazioni, in parte già in via di sperimentazione, ce ne sono molte altre, frutto della crescente integrazione con le tecnologie dell’internet delle cose e il 5G, ad esempio, che sono state elencate nell’executive webinar di stamattina, moderato da Luigi Garofalo e organizzato con l’Università di Trento, dal titolo “Tutto sui droni, dall’uso in scenari d’emergenza fino al servizio taxi”, a cui hanno preso parte regolatori, rappresentanti di aziende di telecomunicazioni, università, centri di ricerca e imprese di settore.
Il primo intervento è del professore Fabrizio Granelli, dell’Università di Trento, che parte della centralità dei droni nelle situazioni di crisi: “I droni potranno essere molto utili nell’estendere servizi e soluzioni di emergenza anche in assenza di infrastrutture di telecomunicazioni. Immaginiamo una rete di droni per raccogliere informazioni sulla base di sensori in un’area in situazione critica, questi risulteranno fondamentali per la gestione dell’emergenza. Ci sono ovviamente dei limiti da superare, come ad esempio la durata delle batterie e allora si possono immaginare droni supportati da altri veicoli aerei, pensiamo a dei palloni, per la continuità del servizio. L’obiettivo è portare e offrire comunicazione on demand. Il pallone è dotato di software per offrire servizi in modalità dinamica. Operazioni first response, ad esempio, per consentire alle forze dell’ordine di agire, raccogliere dati e scambiarsi informazioni. Abbiamo svolto un’analisi preliminare sulle potenzialità dei droni, da cui partire per un ulteriore sviluppo dei potenziali utilizzi, sia in campo economico, sia nell’air traffic management, cercando di affrontare e superare rapidamente le sfide attuali, legate principalmente alle difficoltà di volo in certe condizioni meteo e ai tempi di ricarica delle batterie (il peso incide sull’autonomia), con un inevitabile impatto ambientale, come il rumore o i consumi energetici. Una tecnologia interdisciplinare che ha da subito mostrato grandi potenzialità nella mobilità aerea urbana. Ulteriori obiettivi sono lo sviluppo di nuove tecnologie di comunicazione tra droni, per il controllo e la gestione di questi apparati, con uno standard maturo su cui si sta lavorando per potenziarne le applicazioni”.
“Un drone rappresenta un vettore di sensori che raccoglie dati in volo, da analizzare e da cui ottenere informazioni che saranno alla base di decisioni di varia natura, relative alla gestione del territorio. Ecco perché la rete di base è fondamentale per favorire il passaggio delle informazioni tramite il flusso dati acquisito dai droni. Anche qui – ha spiegato Andrea Berton, Referente UAV del CNR – l’obiettivo è realizzare web application che permettano di visualizzare questi dati e confrontarli operativamente anche grazie gli algoritmi di intelligenza artificiale. Grazie ad essi è possibile sviluppare una mappa interattiva ottenuta a partire dai dati trasmessi dal drone. Ad esempio, andando a prendere le immagini di un territorio colpito da eventi meteo estremi o da altri disastri naturali è possibile fare i confronti necessari tra dati ordinari ed emergenziali utili ad organizzare gli interventi necessari di tutela del suolo, sia immediati, sia futuri. La stessa rete può essere sfruttata per il coordinamento delle operazioni da terra, ma anche per la progettazione delle infrastrutture a terra”.
“I droni sono utilizzati anche nel campo delle telecomunicazioni. Macchine che devono essere connesse per trasmettere dati in tempo reale, soprattutto in situazioni di emergenza. Si sta sperimentando il 5G sia a Milano sia a Genova. La tecnologia di connettività mobile evoluta 5G è fondamentale per i droni – ha spiegato Gianluca Stefanini, Mobility, Smart Cities & Energy Product Owner, Vodafone – grazie alla bassissima latenza, all’ampia larghezza di banda, che abilita la videoanalisi e l’edge computing per la trasmissione e la computazione di dati di prossimità, più rapida e sicura. A Milano, dal 2018, abbiamo sviluppato un caso d’uso che dimostra come, grazie ai droni muniti di telecamere HD, sia possibile ispezionare aree industriali o in situazione di emergenza, per raccogliere informazioni in tempo reale, soprattutto lì dove mandare un operatore umano risulterebbe pericoloso. Si ricostruisce così in 3D un luogo e le costruzioni su di esso per sviluppare diverse analisi. Si può anche lavorare alla sicurezza urbana del territorio, con droni muniti di telecamere per controllare aree critiche come Piazza Duomo, per capire come si spostano i flussi delle persone in un determinato momento o in una giornata intera. Ulteriore utilizzo dei droni è la diretta streaming di un evento di qualsiasi natura. A Genova invece si sta sperimentando la guida da remoto dei droni grazie ad una consolle video collegata in 5G e una telecamera montata sul drone. Il caso d’uso in questione è il monitoraggio di infrastrutture critiche, come i piloni di una sopraelevata, per monitorarne le condizioni e verificare eventuali necessità di intervento. La memoria volta al tragico crollo del Ponte Morandi nel 2018”.
“Il nostro obiettivo è realizzare una rete urbana diffusa di donepad – ha detto Emanuele Angeli, CEO di Dronepad Italy – in ogni città dove partirà il servizio di droni taxi. Siamo di ritorno da una fiera di settore a Istanbul dove hanno partecipato i principali player del settore. Si ipotizzano per il servizio di droni taxi circa 740 milioni di potenziali passeggeri entro il 2030. Crescono di pari passo gli investimenti da parte di grandi aziende, come nel caso di Joby Aviation, che ha già speso quasi 2 miliardi di dollari di fondi dedicati a questo settore. Poi c’è Archer, che ha già stipulato un accordo con il Gruppo Stellantis per investire circa 800 milioni di dollari. Il nostro know how è relativo al decollo ed atterraggio di droni in tutti gli ambiti, da quello militare e civile a quello ospedaliero e del delivery. Il servizio in generale, per il trasporto passeggeri in particolare (droni taxi), è possibile solo a partire dalle zone più frequentate dalle persone e di maggiore densità commerciale. Prendere un drone taxi deve essere facile, rapido e confortevole per il pubblico, come può essere un taxi tradizionale su quattro ruote o una metropolitana. A questo serve una rete diffusa di dronepad di facile accesso in ogni centro urbano. Nella città di San Paolo, ad esempio, un recente studio ha stimato come necessari almeno 500 dronepad per rendere il servizio efficiente”.
C’è poi in problema di trattamento dei dati personali. Secondo Giovanni Battista Gallus, di Array Law e membro advisory Board dell’Osservatorio Droni Politecnico di Milano, “la ricognizione video dei droni taxi potrebbe violare la privacy delle persone coinvolte nelle riprese. È fondamentale inserire questo tema negli studi e nella progettazione della mobilità dei droni. Ci sono diversi documenti pubblicati dalle autorità spagnole e irlandesi sul tema, come anche dall’Enac in Italia, con possibili soluzioni regolatorie in linea con il Gdpr. Il consiglio di stato francese ha bloccato l’uso dei droni da parte della polizia nel monitoraggio urbano proprio per un problema legale legato alla privacy. Nell’Osservatorio droni del Politecnico di Milano è stata inserita una check list di adempimenti prima, durante e dopo le missioni dei droni, per offrire un aiuto concreto agli operatori nel trattare i dati personali secondo tutte le leggi del caso. Sono molte le cose da fare, ad esempio c’è la trasparenza, cioè la comunicazione pubblica dell’uso del drone al pubblico, ma anche i sistemi di identificazione elettronica che sono previsti e che in futuro mi consentiranno di capire se il drone che vola mi sta riprendendo o anche il semplice perché sia in volo. Nell’ottica della privacy by design si stabilisce cosa prendere di un’immagine e cosa no, come ad esempio evitare le targhe delle auto o il volto delle persone. Stabilire delle regole ferree di data retention, cioè sul periodo di conservazione dei dati personali, dove i dati che non devo utilizzare vanno cancellati, soprattutto quelli relativi alle persone e alle proprietà. Le regole della privacy possono e devono integrarsi con quelle della mobilità aerea proprio a partire dalla base della trasparenza e della fiducia tra cittadini e istituzioni. Ulteriore tema strategico per la mobilità aera avanzata, anche in ambito urbano, è la cybersecuruty by design per i droni e le infrastrutture dedicate”.
A conclusione del webinar è intervenuta Carmela Tripaldi, che è responsabile Ricerca e Sviluppo nuove tecnologie e Aerospazio dell’ENAC, l’Ente nazionale per l’aviazione civile, l’autorità italiana di regolamentazione tecnica, certificazione e vigilanza nel settore dell’aviazione civile sottoposta al controllo del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
“L’ENAC ha presentato la road map italiana del Piano strategico nazionale per realizzare i nuovi concetti di mobilità aerea, in cui rientrano certamente i droni. Da qui a 10 anni cambierà la prospettiva della mobilità generale, con l’integrazione progressiva di internet, della robotica, dell’Internet of Things e dei temi centrali della sostenibilità energetica e ambientale. Le industrie aeronautiche dovranno avviare questa transizione storica, integrando queste tecnologie e sviluppando nuove soluzioni ai problemi del nostro tempo. La sfida futura si gioca sui nuovi modelli di mobilità urbana ed extra urbana che saranno sviluppasti attraverso la mobilità aerea avanzata. L’ENAC, infatti, sta promuovendo lo sviluppo e l’innovazione del settore con uno sguardo attento alle esigenze della società e alle tematiche ambientali, portando avanti il progetto nazionale di Advanced Air Mobility insieme al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, al Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale e i principali stakeholder nazionali.
La sfida è quella di mettere in atto una strategia aperta all’innovazione tecnologica volta a creare un ecosistema in grado di integrare nuove tipologie di servizi per i territori e per i cittadini. L’Advanced Air Mobility include, infatti, le operazioni di trasporto di merci e persone e l’effettuazione di servizi in ambito urbano (Urban Air Mobility – UAM) e in ambito intra-urbano mediante l’utilizzo di sistemi aerei sia manned (ovvero con pilota a bordo) sia unmanned (ovvero senza pilota a bordo), con diversi livelli di autonomia.
Le soluzioni digitali daranno vita ad un’efficiente mobilità ‘as a service’, ad una intermodalità gestita da piattaforme uniche, con velivoli elettrici di varie dimensioni, sia pilotati in maniera tradizionale, sia da remoto, compresa la guida autonoma. Il traguardo a cui giungere è creare un ecosistema italiano dalla mobilità aerea avanzata, anche grazie ai droni, con il nuovo regolamento entrato in funzione dallo scorso anno per il loro utilizzo in diversi ambiti. Un percorso parallelo a quello intrapreso dalla Commissione europea in merito alla strategia della smart mobility, con la strategia drone 2.0 relativa all’utilizzo di mezzi aerei elettrici. Elementi chiave sono le regole, la tecnologia, l’infrastruttura, l’accettazione del pubblico di questa nuova modalità di mobilità e il modello di business. Abbiamo individuato quattro servizi di base: air taxi, consegna medicinali e merci, servizi di ispezione e monitoraggio, applicazioni nell’industria agricola. Da qui nasce una road map che parte con dimostrazioni in ambienti controllati nel 2023, per passare nel 2026 ai grandi eventi, come i Giochi olimpici invernali di Milano-Cortina e il Giubileo di Roma previsto per l’anno precedente, fino all’utilizzo commerciale diffuso entro la fine del decennio. Bisognerà implementare un modello di mobilità aerea urbana avanzato, creare un ecosistema nazionale che ne consenta lo sviluppo tecnologico, facilitare le autorizzazioni, che significa implementare la riforma del quadro regolatorio nazionale, definire un nuovo modello di partenariato pubblico-privato e superare il gap tecnologico e regolatorio attualmente esistente. Entro il 2035 sono attesi 17 miliardi di dollari di investimenti nel settore.
Per abilitare il mercato bisogna comunque fare accordi con le regioni. In Italia, Enac è già al lavoro con Lombardia, Veneto, Lazio, Toscana Campania e Puglia, per piani operativi da cui partire per sviluppare un ecosistema nazionale di servizi avanzati, tra cui le infrastrutture per i vertiporti. Si lavora anche al progetto Giubileo di Roma 2025, con le autorizzazioni per i droni taxi di Volocopter in arrivo entro il 2024, e ai giochi olimpici invernali di Milano Cortina 2026, tramite approcci sandbox, cioè caratterizzati da sperimentazioni in ambiti controllati. Bisogna agire subito per rimanere in prima linea in questo settore, così ricco di opportunità di crescita e anche di sfide da affrontare”.